Skiroll.it:
Aggiornato il 15-04-06.
MAURO SORMANI SUL
PODIO DELL'ARC
L'avventura del fondista di Sormano,
tecnico della nazionale di skiroll, che si è classificato al terzo posto nella corsa del
Circolo Polare Artico, in Groenlandia. Un altro test pro diabetici
Mauro
Sormani (a destra nella foto), tecnico della
nazionale di skiroll unitamente a Marco Ripamonti, Marco Ranaldi e Matteo Sironi, a
conclusione della stagione sciistica si è tolto lo sfizio di partecipare, in
Groenlandia, alla decima edizione dellACR, Artic Circle Race, la corsa
del Circolo Polare Artico Polare. Tre tappe rigorosamente a tecnica classica, per
quasi 160 km complessivi, dal 31 marzo al 2 aprile, a Sisimiut, un paese che conta
2500 abitanti e 7000 cani, dove si arriva con volo da Copenhagen. 1300 euro costo di
iscrizione compreso, 138 concorrenti fra uomini e donne, e lui è arrivato terzo
mantenendo fino al termine la posizione conquistata nella tappa iniziale. Ordine
darrivo inalterato per tutte le tre frazioni, delle quali la più lunga e
impegnativa è stata la prima, mentre la seconda ha palesato le maggiori difficoltà
altimetriche, con un dislivello di 1500 metri. Due concorrenti locali sempre ai primi due
posti, con Øystein Slettermark che si è preso la rivincita su Martin Moller che
laveva battuto nelle precedenti edizioni, mentre Sormani ha difeso il terzo gradino
del podio dallattacco degli altri pretendenti.
Ha messo a frutto
lesperienza maturata in tanti anni di agonismo e di granfondo , questanno
Sgambeda e Marcialonga, dopo essersi fatto un paio di Euroloppet, e ha approfittato
del buon allenamento che una volta tanto ha potuto permettersi senza doversi allontanare
da Sormano, il paese in cui abita e dove ha sede lo sci club del quale il padre Mario è
la colonna portante e lui l'allenatore. Infatti per la prima volta da 30 anni a questa
parte, è nevicato in abbondanza al Pian del Tivano, un ampio pianoro del Triangolo
Lariano, la catena montuosa che divide i due rampi del lago di Como, e la temperatura
mantenutasi rigida per più di un mese e mezzo lha conservata in modo eccellente.
Tanto sulla pista bassa quanto su quella agonistica, alla Colma, sulla sommità del famoso
Muro ciclistico dove un tempo passava il Giro di Lombardia. Un caso
eccezionale, roba da stick quando, solitamente, si viaggia a klister perché il sole
e la bassa quota (1000 metri) ne alterano l consistenza, e condizioni che hanno riportato
in zona quei fondisti dellhinterland milanese che negli anni scorsi per carenza di
materia prima avevano preso altre strade.
E di stick si è servito anche nella
corsa del Circolo Polare Artico pur in condizioni ambientali che dalle nostre parti
avrebbero richiesto luso di scioline molli come la neve quasi bagnata della
prima tappa, con temperatura soprazero che però non ne modificava più di tanto i
cristalli. Le due tappe successive, invece, sono state caratterizzate da temperatura più
fredda e da una spruzzata di neve fresca che, accumulandosi sui binari battuti durante la
notte, hanno reso più dura la marcia di Slettemark che ha fatto da battipista senza
compromettere il proprio risultato. Una spanna sopra tutti, come del resto lo sarebbe
stata la moglie Uiloq, che ha vinto tutte le precedenti edizioni ma, schierandosi alla
partenza pur incinta di 7 mesi, non ha potuto forzare più di tanto. Però è
arrivata ugualmente fra le prime.
Acquisito subito il terzo posto,
considerato il divario dai due che lo precedevano, già forti di per se stessi e
conoscitori del percorso, per Sormani si è trattato più che altro di una corsa tattica,
controllando leventuale recupero degli avversari. Non ha avuto problemi ma è stata
dura resistere su salite sulle quali si procedeva a spina di pesce per centinaia di
metri e con picchiate in discesa dove le cadute erano allordine del giorno perché,
pur con tutta la buona volontà degli organizzatori, la pista battuta durante la notte,
poteva essere danneggiata da passaggi estranei prima dei concorrenti. Come è stato il
caso di una gara di sleddog, piuttosto comuni da queste pareti dove le slitte trainate da
cani sono abituale mezzo di trasporto e trasferimento.
Bella esperienza, comunque, questa ACR,
che non è una delle solite granfondo. Consiste più che altro in una veloce marcia
di trasferimento da un accampamento allaltro, con posti di rifornimenti ridotti
allessenziale (un paio con cioccolato, pane the), tanto che i concorrenti devono
portarsi dietro uno zaino del peso minimo di 5 kg alla partenza ( e 3,5 allarrivo)
con un kit di sopravvivenza obbligatorio. Si dorme in tende a due posti, messe a
disposizione dallorganizzazione, si cena tutti insieme sotto un tendone mensa
Ognuno però deve provvedere in proprio a farsi da mangiare con un fornello alimentato ad
olio, con acqua già bollente a disposizione, nella quale, come nel caso di Sormani,
versare la pasta che si era portato da casa con il parmigiano e altre razioni
demegrenza.
Bisogna dunque sapersi arrangiare
e lui a questo ci è abituato poiché, giramondo per passione, a condizioni del genere si
è assuefatto, come pure a curare il suo stato di diabetico. Con questa situazione convive
da sempre, riuscendo ugualmente a fare sport ad alto livello. Unesperienza di cui
altri potranno beneficiare. Ha effettuato dei test su se stesso, come gli è capitato
nella spedizione al Cho-You, uno deille vette +8.000 dellHimalaya quando, con altri
diabetici, hanno messo alla prova e studiato le condizioni che si manifestano in una
scalata ad alta quota senza luso di ossigeno. In vetta ci è arrivato il vicentino
Marco Peruffo, lui ha raggiunto quota 7560, mentre il brianzolo Italo Casiraghi si è
fermato a 7200. Una grande impresa. Lestate scorsa, con una spedizione
internazionale, ha raggiunto la vetta del Peak Lenin, nel Kirgikistan collaudando un
apparecchio che segnava qualsiasi consumo energetico. E anche in questa occasione ha
sperimentato il controllo della glicemia tranne un altro apparecchio miniaturizzato di
prossima presentazione. Sport al servizio della scienza e viceversa, dunque, e questo
comasco ne è un prezioso testimonial.
Mauro Sormani con gli skiroll, al ritiro della
nazionale azzurra (Sestola 2005)
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
Aggiornato il 15-04-06. |