Le interviste
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Aumenta la
concorrenza, ma per Mateja Paulina la Coppa del Mondo avrà un seguito
«Sono
contenta, mi sento realizzata». Sintetico il giudizio di Mateja Paulina dopo la
conquista della Coppa del Mondo che lha vista dominare dallinizio alla fine.
Sempre sul podio in tutte le gare. Complessivamente ha ottenuto 4 vittorie, 5 secondi
posti ed è stata tre volte terza. Nella classifica finale ha staccato la seconda, la ceca
Smutna, di 285 punti e la terza, la tedesca Lohse, di 385. Un abisso che conferma, se ve
ne fosse ancora bisogno, la sua superiorità in campo giovanile destinata probabilmente a
protrarsi anche nellimmediato futuro, poiché per due anni ancora militerà nella
categoria juniores.
Non ci sono, in questo momento,
avversarie in grado di contrastarti. Sarà così anche lanno prossimo?
«Questanno mi è sicuramente andata bene. Solo nelle ultime due gare si è
fatta avanti la tedesca Teresa Güllen. Ha sempre fatto fondo, ma ha avuto grossi screzi
con lallenatore e così ha deciso di cimentarsi nello skiroll. Mi ha battuto nel
prologo e nellinseguimento, mi è arrivata dietro negli sprint. Non era in corsa per
la classifica finale e questo lha sicuramente agevolata; se così non fosse stato,
sicuramente anche linseguimento avrebbe preso una piega diversa. Per vincere la
Coppa mi bastava controllare Smutna e Lohse, ed è quello che ho fatto. Non so che età
abbia la Güllen, se continuerà a correre con me o passerà di categoria. Nel primo caso
cercherò di prendere le contromisure adeguate».
Normalmente temi più lo sprint che il
fondo. In Turchia, invece, hai vinto proprio la gara di sprint
.
«Per dirla giusta, nello sprint vado abbastanza bene, ma non ritengo che sia una gara
che si adatti alle mie caratteristiche fisiche e tecniche. Preferisco i percorsi misti.
Come a Rotterdam, dove oltretutto pioveva. Malgrado la maggior pericolosità, a me piace
correre con lacqua. Con il terreno bagnato, se non sei bravo di gambe scivoli.
Allora devi andare di braccia, che per quanto mi riguarda sono più forti delle
gambe. Mi alleno in maniera specifica, di sola spinta anche per 4-5 km, compresi gli
strappi, dove possibile. Quanto allo sprint, penso di potermi migliorare. E solo
questione di allenamento. E in salita, invece, che ho qualche problema, specialmente
su salite lunghe. Dalle nostre parti, sullaltopiano carsico, di salite così non ce
ne sono, soltanto percorsi misti. Bisognerebbe andare troppo lontano per trovarne, e
allora ci arrangiamo». |
Hai cominciato a
gareggiare nello skiroll da bambina, a 11 anni e sei intenzionata a continuare. Non
hai mai pensato di dedicarti ad altre specialità, cominciando magari dal fondo?
«Lo sci di fondo mi piace ma non lo posso praticare più di tanto. E per un motivo
molto semplice: abitiamo lontano dai monti e per trovare una pista ci vorrebbe qualche ora
di viaggio. Impossibile con gli impegni della scuola. Istituto Tecnico Commerciale, quinto
anno. Quest'anno ci sarà la maturità. Lo skiroll, invece, non ha questi problemi di
distanze. Lo posso fare con lo sci club Mladina, tre volte alla settimana, qui a
Precenico, ad una ventina di chilometri da Trieste. Siamo seguiti da un allenatore
sloveno, Roman Rupnik, che viene due volte la settimana. A darci una mano ci sono poi
David Bogatec, fratello di Mateja, grande specialista dello sprint, ed Erik Tence.
Come si può capire dai nomi, la nostra è una zona abitata prevalentemente da una
comunità di madrelingua slovena. Ho fatto qualche garetta di sci alpino, mi piace lo
snowboard. Al fondo lo sci club dedica una settimana di allenamento, durante le vacanze
natalizie. Ci serve per partecipare ai campionati provinciali di Trieste.
Per la scuola, poi, ho preso parte a qualche corsa campestre, ma la cosa non ha
avuto un seguito». |
Sappiamo che cè stato un momento in cui
ti sei data anche al ciclismo
.
«E stato nel 1997. Mi sono allenata per due mesi con la bici da corsa per
le Olimpiadi giovanili che si svolgevano in Grecia. Quarta nella gara in linea. Un
risultato che ha attirato lattenzione di una squadra milanese. Volevano che corressi
con loro, ma ho rifiutato, anche se potevano aprirsi buone opportunità.
Facevo già skiroll e non me la sentivo di rinunciare. Mi piace lambiente, mi piace
questo sport anche se non girano soldi, perché è sano, e non si sono mai evidenziati
problemi di doping».
Che tipo di ragazza sei?
«Come tutte quelle della mia età mi piace divertirmi, ma con moderazione. Dalle
nostre parti non siamo tipi da discoteca, anche perché di locali del genere non ce ne
sono. Preferiamo il pub. Qui ce ne sono quattro differenti luno dallaltro.
Abbiamo gusti semplici, ci accontentiamo delle sagre dove si può sentire la musica
o ballare. A scuola vado abbastanza bene: prima della classe, anche se non sono
certamente una secchiona. Di sicuro non una casinista. Parlo a voce alta e questo
può dare di me unimpressione diversa, ma sono un tipo abbastanza tranquillo. Però,
se si dovesse presentare il caso, saprei farmi sentire».
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Le parole di Mateja Paulina trovano puntuale conferma da Boris Bogatec (nella
foto a destra), il presidente dello Sportno Druskvo Mladina, che in
italiano significa Società Sportiva Gioventù e che da oltre ventanni si dedica
allo skiroll ma ha anche una sezione di sci alpino. Una trentina gli skirollisti agonisti
più diversi altri praticanti; una ventina, invece, gli agonisti sulla neve.
Pochissimo spazio per il fondo. Come già diceva Mateja, per trovare piste bisogna
sottoporsi a trasferte di 200-300 km fra andata e ritorno. Dinverno cè
limpegno della scuola e gli insegnanti non hanno certo un occhio di riguardo se al
lunedì, stanco per il viaggio e la gara, ti presenti impreparato. Ci si limita quindi ai
campionati cittadini, a qualche garetta slovena. Con lo skiroll questo rischio non si
corre: ci si allena a casa, e si gareggia destate, quando lanno scolastico è
concluso.
A Precenico si ha la fortuna di poter contare su un percorso di allenamento lontano dal
traffico. Una strada di un chilometro, laterale allautostrada, dove passano solo i
pochi frontisti. Andata e ritorno, un tracciato tecnico, due curve veloci e quindi
impegnative, una salita e la conseguente discesa. Questa strada, che lo sci club aveva
asfaltato a proprie spese 15 anni fa, è stata rimessa a nuovo proprio questanno.
Naturalmente ancora pagando di tasca propria, poiché non cè stato verso di far
intervenire il Comune. Ci si mantiene in stretta economia, con i proventi di qualche
sagra appositamente organizzata e contributi personali, cui si aggiungono vari piccoli
sponsor e la Banca Credito Cooperativo del Carso, mentre lo sponsor ufficiale, riportato
sulle divise di gara e sui pulmini, è Adriaker, una ditta di
piastrelle. In queste condizioni è evidente che non si può scialare, ma si deve lesinare
sulle trasferte. Sempre le gare del calendario, indispensabili per la classifica di
squadra, e quelle promozionali se non sono lontane, poi corse in Slovenia e in
Croazia. Con la terra dorigine ci sono rapporti stretti: questanno vi è stato
effettuato un ritiro al quale hanno preso parte 32 atleti con 4 allenatori. La presenza di
Alfio Di Gregorio è risultata preziosa, oltre che sul piano tecnico e didattico, anche
sotto laspetto psicologico, poiché il "campionissimo" si è dimostrato di
una disponibilità non comune.
Come società il Mladina è sicuramente la prima nella classifica generale dei giovani;
non può però puntare a quella assoluta per il semplice fatto che senza un buon numero di
master e senior vengono a mancare i punti indispensabili per essere concorrenziali. Ma non
è certamente ai risultati che si dà la priorità: limportante, precisa Boris
Bogatec, è offrire ai giovani uneducazione sana, incentrata su scuola, casa e
sport. E comunque evidente che, allenandosi e lavorando bene, arrivino anche i
risultati e qualche bella soddisfazione. Tre giovani e un master nelle squadre nazionali.
Mateja Bogatec, figlia del presidente, che ha avuto problemi e ha ripreso da poco le gare,
è da considerare subito dopo la Druidi; Eros Sulini, 17 anni, è fortissimo, era già
nella lista della nazionale ma ha dovuto rinunciare per problemi di lavoro. Alexander
Tretiac, 18 anni, che è bravo in salita, non ha purtroppo doti di sprinter che gli
permettano di esprimersi in maniera analoga in questa specialità, mentre Ana Kosuta, 16
anni, migliora di gara in gara. Altri nomi di spicco? Enzo Cossaro, Master 3 di Udine, i
fratelli Ivan, Goran e Albert Kerpan, Manuel Tence e Mainei Puric, campioni italiani di
staffetta. Tutti nomi che si ritrovano regolarmente nelle classifiche nazionali e sulla
"brochure" con articoli e foto, con relazione in due lingue, che viene
predisposta per la festa di premiazione di ogni fine stagione.
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
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