Skiroll.it:
Aggiornato il 01-04-07.
Skirollisti ''in dimostrazione'' alla
Treviso Marathon
Con 4.700 iscritti e 3.726 podisti
al traguardo, è stata la miglior occasione per far promozione alla nostra specialità. In
futuro ci si potrebbe inserire al fianco dei cicloni e delle carrozzelle
TREVISO - Anche gli skirollisti alla maratona
di Treviso, invitati a titolo dimostrativo dagli organizzatori, come già avvenuto in
altre corse italiane. Unoccasione in più di far conoscere la nostra specialità,
considerando che cerano oltre 4.700 iscritti, dei quali 3.726 sono
arrivati al traguardo, nuovo record, con una crescita del 10% rispetto al 2006. Treviso
Marathon, dunque, già alla quarta edizione si mette a fare concorrenza a manifestazioni
che hanno già alle spalle una lunga tradizione.
Come riporta il sito della manifestazione, dopo un
acquazzone arrivato fino alle prime ore del mattino, la gara si è svolta in condizioni
climatiche ideali. Le lepri hanno impostato un ritmo molto forte, nellordine dei
3:01 a km, che ha ben presto stroncato molte velleità dei favoriti. Inevitabile il
dominio keniano, tanto è vero che la vittoria è andata a Benjamin Pseret (nella foto
l'arrivo), 26enne che finora vantava il secondo posto a Barcellona dello scorso anno
come migliore prestazione. Fa parte della scuderia di Gianni Demadonna, e corre per la
Co-ver Mapei Ha chiuso in 2h10:18, nuovo record della manifestazione, precedendo in volata
il connazionale David Maiyo. A 9 secondi, a completare uno splendido tris keniano, Philip
Biwott Kiplagat, che a sua volta ha preceduto di un soffio letiope Asnake Fekadu
(2h1027 per entrambi).
Un poker africano su
livelli di assoluta eccellenza: Pseret ha migliorato di 16 il primato della
manifestazione, ottenuto nel 2006 dal marocchino Kisri (in gara anche questa volta, ma
ritiratosi poco prima del 25° km per un problema muscolare), e altri tre atleti sotto le
2h1030 sono la testimonianza di una prova dagli elevati contenuti tecnici.
Dominata dallAfrica, ma decisasi solo negli ultimi due chilometri, quando,
allingresso nel centro storico di Treviso, hanno perso contatto dai battistrada
prima Fekadu e poi Kiplagat, lasciando a Pseret e Maiyo lonore di disputarsi la
volata vincente.
Miglior italiano, labruzzese Antonello Petrei,
rimasto nel gruppo di testa sino al 30° km di gara e poi giunto al traguardo in
2h1520 (6°). Più difficile del previsto, invece, lesordio sulla
distanza del crossista bellunese Gabriele De Nard, decimo in 2h1912. Ho
disputato tutta la gara da solo, fino al 32. km stavo bene, poi si è spenta la luce. Ma
è normale, non ho fatto alcun lavoro specifico. Come primo assaggio mi è piaciuta, ho
finito bene senza sentirmi troppo stanco, ora conto di prepararmi meglio per la prossima
volta.
Senza storia la gara femminile, dominata,
comera prevedibile, dalla quotata etiope Gemechu: con 2h2803, la
ventiseienne atleta di Addis Abeba, moglie di Fekadu, ha migliorato il record della
Treviso Marathon, realizzato nel 2006 dallazzurra Deborah Toniolo
(2h2834). Seconda la marocchina Soumiya Labani (2h3143), terza
laltra etiope Measo (2h3551). Da segnalare anche il quarto posto, in
2h4554, della trevigiana Ornella Cadamuro, classe 1962, ex azzurra di corsa in
montagna. Tra i disabili, eccellenti laustraliano Kurt Fearnley (1h2607)
e lazzurra Francesca Porcellato (1h4306) tra i paraplegici. Il
fuoriclasse di casa, Alvise De Vidi, accompagnato in bici per tutta la gara dal presidente
della Provincia, Leonardo Muraro, ha chiuso invece con un ottimo 2h2721.
Quanto agli skirollisti, più che ad una gara vera e
propria, limitata a pochi, hanno puntato, come detto, ad una presenza dimostrativa in
vista di quelli che potranno essere gli sviluppi futuri. Spirito decoubertiniano della
partecipazione, quindi, in attesa che a fine aprile, con lo sprint di Trieste, inizi la
stagione agonistica. Significativa, ai riguardo, la cronaca di due partecipanti:
Vittorio
Veneto-Treviso: Una maratona a rotelle
Nei giorni precedenti avevano dato la loro adesione circa 55 skirollisti, ma le
pessime condizioni meteo della vigilia, le ancora peggiori previsioni per la domenica e il
passaggio all'ora legale, hanno convinto molti skiroller a rimanere a letto la domenica
mattina.
C'è voluto molto coraggio per scendere dal letto alle 4
(ora solare), con vento di bora e leggera pioggia, ma alle prime luci dell'alba si
intravedeva qualche raggio di sole a oriente. Alla partenza di Vittorio Veneto eravamo in
34 dietro alla carovana delle auto storiche. Fortunatamente non ha piovuto durante i
preparativi e l'attesa del via, anzi, il sole faceva capolino tra le nubi, lasciandoci
sperare una maratona asciutta. Eravamo tutti organizzati per fronteggiare le peggiori
condizioni prospettate alla vigilia e, prima del via, in molti abbiamo ridotto
l'abbigliamento, mentre qualcuno smontava i paraspruzzi costruiti in fretta il
sabato sera.
Malgrado le raccomandazioni di procedere in gruppo
compatto a velocità limitata, alcuni giovani atleti hanno impostato subito un ritmo
piuttosto elevato, almeno per me e per un gruppetto di amici, per cui ci siamo subito
trovati staccati e nell'impossibilità di rientrare. La parte iniziale del percorso, fino
a Conegliano, si sviluppava lungo la S.S.51 di Alemagna, completamente chiusa al traffico.
Dopo circa 10 km abbiamo raggiunto Conegliano e ci siamo immessi sulla S.S. 13
Pontebbana, anche questa totalmente priva di automobilisti.
Questa è una statale lungo la quale transito molto spesso
in automobile, e vederla dal punto di vista dello skirollista e totalmente sgombra dalle
auto, non mi sembrava nemmeno più la stessa.
Il gruppone degli altri skirollisti era ormai sparito alla
mia vista, per cui ho deciso di proseguire con un gruppetto di 4 amici, fra i quali
cera anche mia moglie. In prossimità del ponte della Priula, con il quale si
attraversa il Piave, era situato il controllo della mezza maratona. Il ponte, sul quale si
sono combattute importanti battaglie della Grande Guerra, era totalmente coperto da
bandiere, ed è stata una grande emozione passarci sopra ascoltano il rumore della
bandiere che sventolavano al vento.
Superato il
ponte sul Piave, si svoltava a sinistra, sempre lungo la Statale Pontebbana
completamente chiusa al traffico e con gruppi di spettatori ai lati. Il servizio
dordine messo a disposizione dagli organizzatori è stato imponente, e
allaltezza di una manifestazione che contava così tanti iscritti. Verso il
30° chilometro siamo stati raggiunti di cicloni (i disabili con carrozzine mosse da
pedivelle azionate a mano) che viaggiavano a oltre 30 km/h e da alcune carrozzine.
In alcuni tratti lasfalto era umido o bagnato, ma
mai tale da costituire un problema per la tenuta delle ruote.
A due km dal traguardo siamo entrati nel centro storico di
Treviso, dove sapevamo di dover superare un tratto di circa un km di pavé sconnesso, con
tratti in salita e in discesa. Lultimo chilometro, nuovamente asfaltato e fra ali di
folla, ci ha portati in fretta sotto larco dellarrivo.
Tutta la manifestazione è stata organizzata nel migliore
dei modi, con molto pubblico e senza incontrare automezzi, se non quelli
dellorganizzazione, lungo tutti i 42 km del percorso. Un esempio da imitare: analoga
organizzazione ci piacerebbe trovarla anche nello skiroll.
TR
25 marzo 2007 - TREVISO MARATHON -
Cronaca di una maratona con gli skiroll
La passione per lo sport
cè, non ho dubbi, e quando mi è stato proposto di passare una domenica diversa ho
accettato subito e di buon grado.
Lallenamento non cera,
ma mi sono detta, hai improvvisato tante volte perché questa volta no?
Mi sono buttata così in
una avventura che non ho mai osato fare. La maratona. Nel caso specifico la Maratona di
Treviso.
La maratona sì, ma con gli skiroll,
perché la maratona, quella vera, dove si deve correre non sono mai stata in
grado di affrontarla per il poco tempo libero a disposizione per gli allenamenti ed anche
perché non ho mai trovato il coraggio di provare tanta fatica. Così visto che gli
skiroll sono meno faticosi della corsa ho voluto di mettermi alla prova.
Mi sono ritrovata così domenica
mattina, con anche il cambio dellora legale, a Vittorio Veneto, alle ore 8,00 in
compagnia di altri amici guardando il cielo che minacciava pioggia.
Inforcati gli skiroll, controllando
che tutto fosse a posto, ho iniziato la mia avventura.
Il clima, sin dallinizio, è
stato molto rilassante, anche per il fatto che gli organizzatori, hanno gestito la nostra
partenza in modo impeccabile, prima dei maratoneti per non osteggiare la loro gara.
Poco dopo le 9,00 il nostro gruppo
formato da trentacinque skirollisti, ricevute le raccomandazioni di rimanere
uniti, è partito.
Il percorso della maratona
da Vittorio Veneto a Treviso è stato ricavato percorrendo una parte della Strada Statale
numero 51 detta Alemagna e una buona parte della Statale numero13 chiamata
Pontebbana.
Gli skirollisti bravi
sono subito partiti e non hanno fatto nessuna fatica a staccarmi così io, che mi ero
prefissata lobiettivo di arrivare in fondo, mi sono ritrovata a fare il fanalino di
coda. Non mi sono affatto disperata ed anzi ho trovato comprensione e stesso obiettivo da
raggiungere, anche da un altro partecipante che come me voleva passare una domenica
diversa.
Così lui, io ed altri tre
partecipanti, abbiamo formato un gruppetto di cinque persone che si sono sentite,
chilometro dopo chilometro, padrone della strada.
Le due statali citate la 51 e la 13,
sono notoriamente strade congestionate, giorno e notte, dal traffico sia pendolare che
pesante tutti i giorni dellanno. Magicamente per 42 chilometri e 195 metri il
traffico era sparito. Non cera ombra di veicolo, solo noi intrepidi, dotati sì di
quattro ruote, ma senza motore. Mi sono chiesta quando mi capiterà più di percorrere
queste strade così in assoluta liberta anche in mezzo alle due carreggiate con gli
skiroll? MAI!!!!!!!
Il
ricordo è andato a molto tempo fa quanto, nel periodo di austerity, le
domeniche pomeriggio, noi bambini, le passavamo in bicicletta zigzagando sulla linea
tratteggiata che segna la mezzeria della strada.
Innocente e piccolo divertimento che
per noi allora era trasgredire alle regole impartite dai genitori: Attenti correte
sul ciglio della strada e fate attenzione alle macchine.
Lungo il percorso abbiamo trovato,
nei punti prefissati per i maratoneti, gli addetti ai rifornimenti già pronti a dare il
loro supporto, con i banchetti preparati a tutto punto e forniti di acqua, viveri e
spugnaggi e, al nostro passaggio, non sono mancati calorosi saluti, applausi,
incoraggiamenti, complimenti e simpatiche battute.
Il punto del percorso che mi ha
particolarmente colpito è stato, a Ponte della Priula, allaltezza
dellattraversamento de fiume Piave, sin da lontano si intravedevano, ai lati del
ponte e per tutto lattraversamento, i multicolori delle bandiere di tante nazioni
che sventolavano fiere a ricordo delle tante battaglie avvenute agli esordi del secolo
scorso.
Al trentesimo chilometro, siamo
stati raggiunti dai cicloni, concorrenti che hanno affrontato le loro fatiche
con le carrozzine per disabili azionate dalla sola forza delle braccia.
Li ho ammirati e incoraggiati
tifando per loro.
Così metro, dopo metro, con il tempo che è stato davvero clemente, con
una scarpa che mi faceva male ad una caviglia, i miei compagni ed io siamo giunti al
traguardo, accolti dal rullare dei tamburi di un gruppo di suonatori in costume medievale.
Gli altri skirollisti quelli
bravi naturalmente, sono arrivati molto tempo prima di me, ed anche loro hanno
confessato la loro soddisfazione e il divertimento.
Devo dire che alla fine ho provato
grande sollievo a togliere le mie scarpe da skiroll, in quanto dopo 42 kilometri non ne
potevo più del dolore alla caviglia.
Fortunatamente tolte le scarpe il
dolore è magicamente sparito e così, ho potuto ammirare ed applaudire, larrivo
degli primi veri Atleti della maratona.
Così, semplicemente, è terminata
la mia avventura sulle rotelle.
Un grazie agli organizzatori per la
bella giornata di sport trascorsa.
AC
Aggiornato il 01-04-07. |