Skiroll.it: Aggiornato il 23-08-07.

Elisa Brocard ai Mondiali di Oroslavje

La fondista del C.S. Esercito e della nazionale Vancouver 2010 mette a profitto in Croazia il titolo tricolore di salita a tecnica classica conquistato recentemente nella Bostelroll

Elisa Brocard del C.S. Esercito in questo momento è la più forte del gruppo Vancouver 2010: lo si è constatato dai test effettuati a Rovereto, lo ha ribadito la Bostelroll, la gara di skiroll sulla dura salita che da Rotzo, sull’Altopiano 7 Comuni, porta al rifugio Verenetta e che per la FIHP era l’ultima gara di selezione per i Mondiali di fine mese a Oroslavje. Bloccata da precarie condizioni di salute Viviana Druidi, notoriamente la più forte skirollista in salita, ha battuto Veronica Cavallar e Anna Rosa con le quali ha fatto corsa parallela fino all’ultimo chilometro. Qui si è staccata Rosa, Cavallar ha mollato sull’ultimo strappo, dove Elisa ha aumentato le frequenze e attaccato la volata da lontano dimostrando anche tenuta alla distanza.

Scontato, dunque, il suo inserimento nella nazionale che, in Croazia, punta a vincere il maggior numero possibile di medaglie e coinvolgendo in squadra, con il beneplacito dei loro allenatori, tre nazionali di fondo. La stessa Elisa Brocard, Giorgio Di Centa del quale abbiamo già parlato, e Ilenia Casali. I primi due seniores, la terza junior: tre carte da giocare nelle prime due gare in salita, il prologo a tecnica classica, l’inseguimento a skating, nelle quali i fondisti possono avvalersi di maggior motore oltre che di assuefazione al terreno.

Elisa Brocard - C.S. Esercito
Elisa Brocard (C.S. Esercito) ai recenti Campionati Italiani di Staffetta  -  Rapy (AO) - 30 giugno 2007

Nel Centro Sportivo Esercito ci è entrata da junior; nella nazionale ha cominciato la trafila quando era ancora aspirante. Due anni con Moroder e Gazzotti, poi con Runggaldier. A sciare aveva addirittura iniziato a soli 3 anni, mettendosi in pista dietro lo zio Marco Brocard, allenatore del Comitato aostano, e papà Remo che un titolo giovanile lo aveva vinto nel 1974. Entrambi con passato da fondisti nell’Esercito. La sua società di provenienza è lo sci Club Drink Aimaville. Zona Val di Cogne, vivaio di fondisti. Tecnicamente è ben messa, non ha particolari preferenze fra tecnica classica e libera, anche se ritiene di trovarsi meglio con il passo alternato, ma, come dice lei,  “va a periodi”. Impostata bene, tanto è vero che è anche maestra di sci   e ha superato il 1° livello del corso allenatori tenuto da Marco Selle e Franz Semenzato.

Con gli skiroll naturalmente si allena per il fondo; quanto a gare di esperienza alle spalle ne ha poca. Una partecipazione da junior al Trofeo Sportful, la team sprint tricolore di due anni fa quando, in coppia con Anna Rosa, è stata battuta dalle due Mateja triestine, Bogatec e Paulina. Si è presa la rivincita quest’anno sulla pista di Rapy dimostrando una notevole confidenza con l’attrezzo anche nelle condizioni più difficili. Classe ce n’è, insomma.

Carlo Petrini, il suo allenatore nella nazionale di fondo, le ha programmato il miglior avvicinamento ai Mondiali, fatto sulle strade di casa a Gressan, intervallato con la solita corsa e marcia in montagna. Viene dall’atletica, con un buon passato nel mezzofondo, che l’ha vista stabilire record regionali nella categoria cadette  ed è quindi in grado di ottenere buone prestazioni anche nelle corse in montagna. La verifica definitiva delle sue condizioni avverrà nel raduno del gruppo Vancouver 2010 al Nevegal. Vi resterà due giorni soltanto, all’inizio della prossima settimana, poiché dovrà poi raggiungere Oroslavje con la nazionale di skiroll. Mondiali che costituiranno una bella esperienza, non certo l’obbiettivo prioritario per lei che, fondista di professione, deve naturalmente guardare alla stagione sulla neve.

Dove ha ancora tanto da dimostrare, ma partendo da buone premesse, i Mondiali Under 23 di Tarvisio (nella foto) nei quali si è piazzata al 16° posto nello sprint, al 17° nei 10 km TL e il 22° nel pursuit. Parteciperà alla Coppa Europa che, con le condizioni poste dalla nuova Direzione agonistica, non sarà fine a se stessa ma aprirà anche le porte della Coppa del Mondo a chi dovesse dimostrare di valere le atlete della nazionale maggiore che non è un circolo chiuso. Le prospettive ci sono, e anche buone: dipenderanno da quel salto di qualità che, molto spesso, è questione di convinzione nei propri mezzi oltre che di qualità intrinseche. E a lei la convinzione non manca, come del resto quella di restare nell'Esercito anche quando chiuderà l'attività agonistica. Ci si trova bene, e quella del soldato si sta dimostrando una professione sempre più appetibile anche per le donne.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it

Aggiornato il 23-08-07.