SPETTATORI: COME RAGGIUNGERE I SITI DI MONTAGNA Il Toroc consiglia treno e navetta: soluzione migliore. Le auto invece vanno lasciate nei giusti parcheggi di interscambio. Poi navette e, sul posto, una sana sgambata che però può provocare qualche sorpresa, come a Pragelato Ma non tutto è semplice. Scrive il collega Nello Morandi su LAdige: anche il caos merita la medaglia d'oro. I vigili fanno i marines e i volontari sono spaesati
La Dorsale Olimpica, infatti, non è un servizio navetta dedicato a chi intende seguire le gare, ma un trasporto pubblico locale potenziato volto ad assicurare la mobilità fra i comuni montani. Esso non effettua servizi dedicati alle competizioni, ma soltanto collegamenti tra i comuni soggetti a limitazioni alla circolazione (filtri stradali) ed è quindi usata prevalentemente da residenti, proprietari di seconde case e turisti non necessariamente spettatori dei Giochi. Inoltre, è sicuramente più lenta delle navette gratuite che partono dai parcheggi di interscambio, perché sono previste molte fermate e non solo quelle presso i siti di gara. Nonostante lutilizzo della Dorsale montana sia quindi fortemente sconsigliato per recarsi alle competizioni, nei primi giorni di gara ha subito dei sovraccarichi proprio a causa di un indebito utilizzo da parte di spettatori in auto che hanno deciso di utilizzare percorsi non consigliati e parcheggi di interscambio non corretti rispetto ai siti di gara cui erano diretti. Di qui lesigenza di ribadire ulteriormente le regole e le informazioni di base agli spettatori riguardo le corrette modalità di trasporto e avvicinamento ai siti di gara. Alcune risposte alle domande più frequenti. 1. Come raggiungere i siti di gara di montagna?
· Parcheggio di Oulx (a prenotazione): si parcheggia qui per le gare previste a Cesana Pariol, Cesan San Sicario, San Sicario Fraiteve, Bardonecchia, Sauze dOulx e Sestriere, località verso le quali partono le navette gratuite.
· Briançon (non prenotabile):
navette dirette per le gare di Cesana Pariol, Cesan San Sicario, San Sicario Fraiteve,
Bardonecchia, Sauze dOulx, Sestriere, Pragelato, Pragelato Plan.
4. Dove si comprano i biglietti dei parcheggi montani a Torino? Tutti gli uffici GTT e ACI convenzionati in Provincia di Torino; Uffici GTT Stazione Porta Nuova; Uffici GTT C.So Turati 13/D o Via Giolitti 15; Olympic Superstore, piazza Vittorio Veneto. 5. Quando occorre arrivare nei siti di gara per non avere problemi? È consigliabile presentarsi allingresso dei siti di gara di montagna almeno 3 ore prima dellinizio della competizione, come indicato sulla Guida ufficiale dello Spettatore. Questo perché i controlli di sicurezza e il percorso pedonale da affrontare per raggiungere il proprio posto allinterno del sito possono richiedere anche oltre due ore. Ma non tutto è poi così semplice
Accesso alla zona fondo a Pragelato paese, nella zona dei trampolini, ma per recarsi alla frazione Plan, dove ci sono lo stadio e le piste di fondo, si deve fare una sgambata di un paio di chilometri sulla strada che costeggia il fiume. Comodo se se non si affondasse fino a metà gamba nella neve. I tanto decantati controlli? Limitati, nessuna perquisizione a zaini e borsoni. Quanto ai metal detector, forse disattivati perché, diversamente, i campanacci li avrebbero mandati in tilt. Una volta sul posto la possibilità di spostarsi lungo la pista e di raggiungere anche le salite, che è ciò che interessa ai tifosi. Evidentemente il buon senso ha trionfato, perché inizialmente, proprio per la questione dei controlli, si voleva vietare laccesso a queste zone. Un solo handicap: al di là del fiume non si riesce a sentire ciò che gli speaker dicono agli altoparlanti, che sono rivolti solo verso il pubblico della zona stadio. Nessuna possibilità, invece, di trovare gli ordini di partenza: o perché non erano stati predisposti o perché nessun addetto ai lavori e i vari volontari interpellati è stato in grado di dare informazioni in merito. Anche il caos merita la medaglia d'oro I vigili fanno i marines i volontari sono spaesati Scendiamo il colle di Torino: ci fermano a Cesana (dove ci sono poliziotti, vigili e volontari ammucchiati all'incrocio con Salice d'Ulzio) e possiamo passare solo perché dimostriamo con i fatti di svoltare per Claviere. All'albergo (si chiama Passero Pellegrino, ma sarebbe meglio Passero Spelacchiato), ovviamente, non sanno nulla (del pass), ma c'è una solerte ragazza dell'agenzia che ci informa sull'orario delle navette. Molliamo il bagaglio e facciamo la strada a ritroso: a Cesana abbiamo intravisto, nel salire, un ufficio informazione per i media. E' ospitato da un tendone bianco che si affaccia su una strada fangosa e stretta dalla quale vanno e vengono macchine alla rinfusa, dribblando vigili e volontari. Lì ci informano che il permesso per la macchina ce lo può fare solo il Toroc (il comitato organizzatore) e che ogni nostra lamentazione va diretta al nostro «referente». Di più non ci è dato sapere. Usciamo, decisi a trovare una sala stampa dove abbiamo l'impressione e la speranza di essere capiti, ma un vigile ci rimanda indietro. «Non può uscire - ci dice - faccia marcia indietro». Eseguiamo, sfiorando vetture e furgoni lasciati alla rinfusa, gente che va e viene, fino a quando un altro vigile ci ferma e ci ammonisce: «Vuole che le levi 10 punti dalla patente? Non vede che sta andando contro mano?». A nulla serve spiegare che è stato un collega a consigliarci così. Il giovanotto (un po' brusco ) ha tutte le intenzioni di fare sul serio, quando viene distratto da altri automobilisti che stanno facendo «impallidire» la nostra infrazione. Sgattaioliamo via in fretta accompagnati da una domanda tutt'altro che retorica: ma l'avranno spiegato a questi qui che il loro compito primario è quello di facilitare il lavoro di chi è preposto a dare un ritorno d'immagine all'immane sforzo economico degli organizzatori? Boh. Un dubbio che diventa assillo man mano che incontriamo volontari che, rigorosamente, non sanno nulla (e non se ne vergognano): dove partono le navette, dove vanno, a che ora passano, dove sono le sale stampa. Niente. Niente nemmeno all'ufficio informazioni (un altro) dove sanno tutto se si tratta di turisti paganti, niente per quanto riguarda la stampa. «Il Toroc - ci dice piccata una mora segaligna - ha voluto tenere per sé questo tipo di incarico. Si rivolga a loro ». Già, ma dove sono? Gira e rigira, con il freddo che aumenta e la borsa del computer che diventa sempre più pesante, fino a quando un alpino ci confida, con una nota di complicità, che la navetta D3 va da Claviere a Cesana e la D1 da Cesana al Sestriere. Con la D3 è buona la prima, anche se la maggioranza dei passeggeri sono turisti a caccia di emozioni olimpiche, con la D1 è un disastro. Ne passano tre, stracariche (di turisti) e non si fermano. La quarta è quella buona. Solo che, appena partita, è bloccata dalla coda creata ad un posto di blocco (la strada è stretta) e così i 16 chilometri che ci separano dalla meta diventano un'eternità. Siamo al Sestriere che è notte. I vigili non sanno dov'è la sala stampa. E' vero che sta tutto scritto sui voluminosi libri che ci hanno consegnato al Lingotto, ma uno non può girare con un quintale di carta sottobraccio. Proviamo a dirigerci verso il palazzo dello sport, dove era stata ospitata in occasione del Giro d'Italia. Centro. Solo che fuori, in una tenda, c'è un altro controllo col metal detector. Risvuotiamo le tasche (quante monete abbiamo perso in questi giorni?) e buttiamo rassegnati computer e giaccone sul nastro. Tutto a posto? Macché. «Questo qui - dice una solerte volontaria ad un militare - ha un coltello». Lui guarda, vorrebbe ridere perché è un ciondolo, talmente piccolo da essere difficilmente scambiato per un'arma propria. Ma non può smentirla (mentre lei può dire «questo qui» ) e ci comunica che deve sequestrarlo. Ci viene in mente che l'accredito per vedere (o per non vedere? oggi il dubbio è legittimo) le Olimpiadi ce l'hanno chiesto, tassativamente, due anni fa. E il Toroc perché ha reclutato questi bambocci all'ultimo momento, sottoponendoli ad un corso talmente veloce e sommario che loro hanno imparato solo a dire di no e a complicare le cose? La risposta più ovvia è sconcertante e la ricacciamo indietro nella mente anche perché non vogliamo avvelenarci l'anima ed il piacere di essere comunque testimoni di uno dei più grandi eventi dello sport. Probabilmente è questo che salva la volontaria da una veloce lezione sull'educazione ed il buon senso. Rassegnati (e in silenzio) lasciamo il nostro ciondolo nella vaschetta, sperando che diventi il portachiavi di una persona che lo merita. In quel momento, esasperati, avremmo lasciato lì anche il giaccone, nonostante il freddo, nonostante tutto. Raccogliamo stancamente la borsa del computer che è sempre più pesante. Al punto da essere scambiata per un'arma impropria? Ci mettiamo a scrivere con questo nuovo dubbio che non ci pare solo il cattivo pensiero di una giornata talmente «finta» e irreale che, se enfatizzata, potrebbe trasformarsi nell'incubo ricorrente di possibili, future notti agitate. Meglio rimuovere. Meglio occuparci di sport, se ce ne lasciano la facoltà. RAI TV: spezzoni di gara fra uno spot e laltro Mezzo secolo fa Zeno Colò veniva squalificato perché una sua fotografia era stata usata da unazienda per farsi pubblicità. In tempi di dilettantismo imposto, per poche lire si giocò, con carriera, anche le Olimpiadi di Cortina. Cambiano i tempi, e così pure i costumi. Lo sport è diventato un business: il CIO e le Olimpiadi adesso vivono di spot. Nei quali, a quanto pare, ci sguazza anche la Rai, che pure gode del canone, e non solo le TV private, che vivono invece di pubblicità. La stessa pubblicità che, in modo impudente e ossessionante, imperversa in ogni trasmissione dellemittente di stato, con le gare ridotte a spezzoni fra uno spot e laltro, infilati senza il minimo discernimento, così da oscurare anche i momenti cruciali. Il colmo si è raggiunto domenica pomeriggio. Essendo le Olimpiadi riservate alla seconda rete, hanno dovuto convivere con Quelli che il calcio uscendone soccombenti, snobbate e prese per i fondelli dalla tedofora Simona Ventura e dal suo partner Gene Gnocchi. Pochissime inquadrature; nella TV deficiente, come lha battezzata la signora Franca Ciampi moglie del presidente della Repubblica, ha faticato a trovar spazio anche la marcia trionfale dello slittino di Zoeggeler verso la medaglia doro. Con buon senso e un minimo di discernimento le riprese si sarebbero potute spalmare, di volta in volta e secondo le esigenze, su tutti e 3 i canali di cui la Rai dispone, oltre che sul satellite, che invece viene ignorato o quantomeno sottoutilizzato. Palinsesti e programmazione intoccabili, dunque, secondo prassi consolidata. Che nessun governo riuscirà mai a cambiare.. Giorgio
Brusadelli
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