OLIMPIADI: NAUFRAGIO
AZZURRO NELLA SPRINT A COPPIE
Doppietta svedese, norvegesi favoriti
ma ancora a secco di vittorie. Chiudono nelle retrovie Di Centa-Schwienbacher e
Follis-Paruzzi di fronte allo strapotere degli avversari in tecnica classica
Non cè trippa per gatti quando cè di mezzo lo sprint a tecnica
classica: che sia individuale oppure a squadre, la solfa non cambia. Puoi cambiare i
suonatori, ma la musica è sempre quella: umiliante in questo caso. Su 10 coppie in
finale, di fronte alla doppietta svedese (nella foto l'arrivo di Lind,
sotto l'abbraccio fra Anna Dahlberg e Lina Andersson) possiamo vantare il 9°
posto dei maschi quando in via di ipotesi si sarebbe potuto pensare anche ad una medaglia,
e l8° per le donne. Dunque una figuraccia per gli azzurri, uomini e donne, ed era
scontato quando ad affiancare Gabriella Paruzzi e Giorgio Di Centa, cavalli di razza
seppur inferiori sul piano della potenza ai pezzi da novanta messi in campo dalle altre
nazioni, si schierano Arianna Follis e Freddy Schwienbacher. Bravi ragazzi per carità, e
anche ottimi atleti in unottica nazionale, ma non certamente in grado di supportarli
a dovere in una gara di questo livello. Il motivo è semplice: non sono specialisti della
tecnica classica e non hanno adeguate caratteristiche di scatto, velocità e resistenza per una corsa che richiede una
spinta di braccia che non possiedono e uno sforzo massimo ripetuto per tre volte, a due
minuti di distanza dal precedente. Recupero ridottissimo, al quale i nostri fondisti non
sono abituati.
Trionfo svedese, dunque, nella
giornata dedicata alla Team Sprint: come scrive Domenico Marchese per il sito del Toroc,
gli scandinavi hanno monopolizzato il podio della staffetta veloce
conquistando due ori che confermano ulteriormente la loro leadership nella specialità.
Due vittorie giunte in maniera totalmente diversa: autoritaria e senza patemi la vittoria
della squadra femminile, entusiasmante e combattuta quella maschile, conclusa con lo
spunto vincente del campione Bjoern Lind sul norvegese Tor Arne Hetland.
Alla partenza della gara femminile
cera grande curiosità per le prestazioni di Marit Bjoergen, ritirata nel doppio
pursuit per i postumi di un'influenza intestinale e di Evi Sachenbacher, sospesa per 5
giorni per emoglobina troppo alta e riammessa dopo il controllo di ieri. La norvegese,
nonostante il parere negativo dello staff medico, ha deciso di prendere parte alla gara e
la semifinale vinta con un gran distacco faceva intuire che la scelta era stata
giusta. Ma in finale il ritmo imposto dalle avversarie, consapevoli del non perfetto stato
di forma della campionessa di Trondheim, ha alla lunga fiaccato la sua resistenza.
La Sachenbacher (nella floto) si è
battuta bene ma non ha avuto momenti particolarmente esaltanti.
Dopo un inizio velocissimo ma a gruppo
compatto, con il Canada a dettare il ritmo nonostante la rottura del bastoncino della
Renner, il quartetto composto da Finlandia, Svezia, Norvegia e Russia stacca le altre
nazioni. Il poker di campionesse prosegue indisturbato la propria marcia fino
alla penultima frazione: timorose dello spunto della Bjoergen, ultima frazionista, le
avversarie decidono di forzare il ritmo mettendo in difficoltà la Gjomle: i 4 di
vantaggio accumulati e la forsennata andatura imposta dalla Scott nellultima
frazione tolgono di scena la squadra norvegese, complice anche il calo della Bjoergen,
lasciando Russia, Canada e Finlandia a giocarsi la vittoria. In prossimità
dellarrivo la Scott, dotata di uno sprint lungo, parte cercando di abbandonare le
due compagne di fuga: ma il ritorno di Lina Andersson non lascia speranze alle avversarie
regalando il primo meritato oro alla Svezia.
Mai in corsa Follis e Paruzzi (che vediamo
sulla destra della foto con Scott e Kuitunen).
Di diversa fattura la finale
maschile: gruppo compatto nelle prime frazioni, con Norvegia e Svezia a fare
landatura e le altre nazioni ad inseguire. Schwienbacher sempre in difficoltà, Di
Centa con problemi a ricucire, e limitatamente al primo giro. Ma già dopo il terzo cambio
landatura imposta da Svartedal e Hetland fraziona il gruppo: insieme ai norvegesi si
involano Svezia, Russia e Germania. Il quartetto resiste per due chilometri prima che la
squadra tedesca si stacchi non riuscendo a tenere il ritmo dei tre di testa. La medaglia
diventa ormai un discorso fra loro e nella penultima frazione Svartedal sembra potersi
involare in solitario. Ma la resistenza di Fredriksson prima e in ultima frazione di Lind
su Hetland annulla il tentativo di fuga. Prima dellultima curva la Norvegia è in
vantaggio ed entra in testa nello stadio del fondo seguita da Svezia e Russia.
Il finale è da brividi:
lazione norvegese è pulita e potente ma le energie spese facendo landatura si
fanno sentire. Lind inizia a sprintare, Hetland sembra resistere ma la potenza del
campione svedese incanta la folla e gli avversari: colpo su colpo, metro dopo metro
linseguimento dello svedese si conclude pochi metri prima della fine, abbastanza per
permettergli di tagliare il traguardo con le braccia alzate consapevole della grande
impresa appena compiuta.
Una doppietta meritata e voluta fortemente: in queste Olimpiadi, dove i
pronostici del fondo erano stati finora sovvertiti, il trionfo svedese vale doppio. In
contrapposizione con la delusione norvegese, ancora a secco di vittorie: il Dream team sta
vivendo un brutto sogno.
La coppia azzurra finisce nelle
retrovie. Non cè giustificazione che valga e le dichiarazioni del CT Albarello,
chiaramente amareggiato, alla telecronista Rai sono state unesplicita ammissione di
resa incondizionata: Abbiamo fatto il possibile, ma contro limpossibile
. Non ha aggiunto, a completare una frase fatta, che per i miracoli ci si
sta attrezzando, perché sarebbe stata una presa in giro dellintelligenza di chi,
spettatore sul posto o telespettatore a casa, ha seguito la gara oggi o tutte le volte che
lo sprint in classico è andato di scena in Coppa del Mondo. Da anni stiamo allenando una
squadra apposita, partita del resto con notevole ritardo rispetto ai concorrenti
stranieri, e non abbiamo letteralmente cavato un ragno dal buco. Finora, almeno a skating,
pur discusso e discutibile in qualche suo atteggiamento ci ha salvato Cristian Zorzi
con le sue medaglie mondiali e olimpiche, ma per qualità naturali e per estro proprio
piuttosto che per il lavoro messo in atto dalla Federazione in questo settore. Sempre a
skating, qualche buon risultato lha ottenuto pure Schwienbacher, ma tutto si ferma
lì. In classico e sul breve e ripetuto, con qualche eccezione di Renato Pasini, siamo
allanno zero e la spiegazione cè: non abbiamo atleti in grado di competere in
fatto di fisico, potenza e tecnica con scandinavi, russi e tedeschi che normalmente
occupano i primi posti della classifica.
Non cè dunque da meravigliarsi se in questa staffetta sprint
delle Olimpiadi le cose siano andate male: si è voluto puntare alto e ci si è trovati
con il sedere per terra e il morale sotto i tacchi. Almeno quello di Di Centa che, dopo il
quarto posto del pursuit e la bronchite che lo affligge limitandone la potenzialità,
aveva bisogno di un risultato per guardare con un minimo di ottimismo alle altre gare che
lo aspettano: Che sono ancora tante: 15 km TC, staffetta, 50 km. Troppe,
considerando il tempo di recupero fra una gara e laltra e le sue condizioni non
certo ottimali. Del resto lo ha ammesso anche lui nel suo sito ringraziando i tifosi che
lhanno lungamente incitato nel doppio pursuit dove, con il 4° posto, aveva ottenuto
la classica medaglia di legno: Grazie, grazie, grazie! A tutti coloro che mi
hanno seguito e sostenuto dopo la gara di ieri va il mio ringraziamento di cuore! Siete
per me un grosso aiuto per guardare fiducioso alle prossime competizioni olimpiche dopo le
fortissime emozioni provate allarrivo della 15+15 Pursuit. Ce l ho messa
tutta, purtroppo non è bastato. Mi è mancato lo spunto finale, probabilmente anche a
causa di questa bronchite che non mi lascia respirare come si dovrebbe, sono come una
macchina a corto di carburante, che comincia a borbottare e anche se calchi
sullacceleratore il motore non risponde. Faccio sempre aerosol per provare a
guarire, in più le previsioni meteo danno le temperature rigide di questi giorni in
salita. Tutto questo mi dovrebbe aiutare! Ci sto provando con tutto il mio impegno, ho
dentro tanto da esprimere, non vedo lora di riuscirci! Domani sarò nuovamente in
gara nella staffetta sprint in tecnica classica assieme al mio compagno di squadra Freddy
Schwienbacher; non abbiamo molte possibilità sulla carta ma noi ci metteremo tutto il
nostro impegno perché ho imparato che le gare si fanno sulle piste che non sono di carta
ma di neve, sudore e fatica. Anche gli avversari potrebbero avere delle defezioni, noi
saremo pronti a coglierle ed approfittarne!.
Auspicio fallace, purtroppo. Non meritava quest'ultima umiliazione. Gliela
dovevano evitare il CT e l'allenatore Chenetti, cominciando già dalla 15 km a tecnica
classica di Davos che, con il freddo che tirava, che si è aggiunto alla temperatura
polare che già aveva caratterizzato il raduno in quota a Livigno, gli ha provocato il
principio di bronchite che continua a penalizzarlo. L'atleta, si sa, per una ragione o
l'altra, vuol sempre correre, magari soltanto per fare un test veloce, e spetta dunque ai
tecnici indurlo alla moderazione, a commisurare gli sforzi al maggior obiettivo che ci si
prefigge. Che erano e restano le Olimpiadi. Ogni decisione in merito spetta ai
tecnici; l'atleta, volente o nolente, deve accettarla senza fare tante storie.
Succede, obtorto collo, anche ai campioni del calcio; per un fondista, per di più
militare, diventa anche una questione di disciplina. E adesso come la mettiamo
ritrovandoci davanti al bicchiere mezzo vuoto quando ci sarebbero state le condizioni per
considerarlo invece mezzo pieno?
CLASSIFICA FEMMINILE
1. Svezia (Dahlberg Anna/Andersson Lina) 16.39.6; 2. Canada (Sara Renner/Beckie Scott)
+0.6; 3. Finlandia (Saarinen Aino Kaisa/Kuitunen Virpi) 2.3; 4. Norvegia (Gjoemle Ella
/Bjoergen Marit) 11.2; 5. Germania (Sachenbacher Stehle Evi/Bauer Viola) 26.6; 6. Russia
(Moskalenko-Rotcheva Olga/Sidko Alena) 31.6; 7. Italia (Follis Arianna/Paruzzi
Gabriella) 47.9; 8. Giappone (Natsumi Madika/Fukuda Nobuko) 50.7 Kikkan)
1.28.0; 9. Kazakistan (Jatskaja Oxana/Kolomina Elena) 1.05.9; 10. USA (Wagner Wendy
Kay/Randall Kikka) 1.28.0
Semifinale 1
1. Finlandia (Saarinen/Kuitunen) 17.16.8; 2. Canada (Renner/Scott) +2.5; 3. Italia
(Follis/Paruzzi) 15.8; 4. Giappone (Natsumi/Fukuda) 16.3; 5. Kazakistan
(Jatskaja/Kolomina) 19.5; 6. Francia (Bourgeois Pin/Perrillat) 37.7; 7. Slovenia
(Fabjan/Benedic) 1.42.7; 8. Ucraina (Malets Ligosor/Zavalij) 1.57.3
Semifinale 2
1. Norvegia (Gjoemle/Bjoergen) 17.14.4; 2. Russia (Moskalenko-Rotcheva/Sidko) +17.7;
3. Svezia (Dahlberg/Andersson) 19.1; 4. Germania (Sachenbacher
Stehle/Bauer) 20.3; 5. USA (Wagner/Randall) 37.0; 6. Repubblica Ceca (Balatkova
Erbenova/Rajdlova) 57.2; 7. Cina (Wanng/Jiang) 1.04.0; 8. Estonia (Pormeister/Sirge)
1.59.2
CLASSIFICA MASCHILE
1. Svezia (Fredriksson Tobias/Lind Bjoern) 17.02.9; 2. Norvegia (Svartedal Jens Arne(
Hetland TYorn Arne) +0.6; 3. Russia (Alypov Ivan/ Rotchev Vassili) 2.3; 4. Germania
(Filbrich Jens/Schluetter Andreas) 11.1; 5. Finlandia (Kurttila Keijo/Pyykonen Lauri)
18.6; 6. Kazakistan (Cheborko Nikolai/Kopschevoy Yeggeniy) 22.2; 7. Polonia (Kreczmer
Maciej/Krezelok Janusz)23.4; 8. Slovacchia (Bajcicak Martin/B atory Ivan) 28.0; 9.
Italia (Schwienbacher Freddy/Di Centa Giorgio) 28.4;10. Repubblica Ceca (Kozisek
Dusan/Koukal Martin) 46.7
Semifinale 1
1. Svezia (Fredfriksson T,/Lind) 17.34.0; 2. Repubblica Ceca (Kozisek/Koukal) +0.9; 3.
Slovacchia (Bajcicak/Batory) 2.1; 4. Finlandia (Kurttila/Pyykonen) 5.2; 5. Kazakistan
(Chebotko/Koschevoy) 8.6; 6. Giappone (Ebisawa/Onda) 12.6; 7. Estonia (Narusk/Saarepuu)
33.4; 8. Slovenia (Brodar/Mehle) 1.00.4; 9. Ucraina (Bilosyuk/Martsyv) 1.16.4; 10. Cina
(Li/Tyan) 1.23.4; 11. Romania (Antal/Galiceanu) 1.30.3; 12. Turchia (Oglago/Kizilarslan)
2.12.5
Semifinale 2
1. Norvegia (Svartedal/Hetland) 17.22.1; 2. Russia (Alypov/Rotchev) +0.1; 3. Germania
(Filbrich/Schluetter) 0.5; 4. Italia (Schwienbacher/Di Centa) 4.1; 5. Polonia
(Kreczmer/Krezelok) 5.0; 6. Canada (Kershaw/Grey); 7. USA (Cook/Newell) 32.8; 8. Svizzera (Burgermeister/Eigenmann) 38.5; 9. Austria (Eder/Pinter) 50.1; 10.
Corea (Choi/Park) 2.17.9; 11. Croazia (Jurcevic/Klobucar) 2.21.0
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
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