Skiroll.it:
Aggiornato il 29-11-06.
Otto nuovi Maestri di
skiroll dal corso SIPaR di Riccione
Organizzato dalla FIHP, con lo
skiroll erano presenti anche esponenti dell'artistico (80) e della corsa (11).
Tornato in scena, come istruttore, Alberto Pertile, il popolare "Tapparo" di
Gallio
Corso
SIPaR a Riccione e, come da due anni a questa parte, da quando cioè è partita
liniziativa, la scuola federale tecnici e allenatori ha fatto il pieno. Assente il
freestyle, artistico protagonista in assoluto con 80 partecipanti, seguito dalla corsa con
11, ma anche lo skiroll ci ha messo del suo con il corso di 2° e 3° livello. Solo 8 ma
buoni: i più rappresentativi, quelli che dimostrano con i fatti di voler dare continuità
a quella che a Imola era stata considerata quasi una specie di scommessa imbastita nel
giro di poche ore fra il consigliere FIHP Leandro Neroli delegato allo skiroll, il CT
Pierluigi Papa e Roberto Tonussi per la Commissione Skiroll.
Per il corso di 2° livello si sono
presentati Armando Bonaguro di Zanè (VI), Roberto Tonussi di Castello di Aviano (PN),
Giorgio Buttignol di Orsago (TV), Antonio e Rina Forni di Sondrio, Graziano Rocchi di
Riolunato (MO). Per il terzo livello Nicolò Catellani di Montecchio Emilia (RE) ed Ester
Ribolzi di Cunardo (VA). Fra loro ci sono maestri di sci di fondo, istruttori CAS,
insegnanti Isef e laureati in Scienze Motorie:tutta gente, dunque, che ha alle spalle
conoscenze, preparazione ed esperienza specifiche nello sport.
Assente, più per un disguido che per
mancanza di volontà, il gruppetto di abruzzesi che lanno scorso ha posto le basi
per una promozione più capillare dello skiroll anche in questa regione. Dove, comunque,
ci sono già tutte le premesse per la costituzione di una squadra agonistica che raggruppi
i migliori elementi dei vari sci club. E un discorso già ben avviato.
Istruttore per la tecnica
dello skiroll, e questa è la novità assoluta di questo corso, è stato Alberto Pertile (nella foto con Ester Ribolzi e Antonio Forni), un personaggio
notissimo nel mondo dello sci di fondo, dal quale proviene, e dello skiroll. Atleta della
Forestale inquadrato per tanti anni nel Centro sportivo di Auronzo, smessa
lattività agonistica ha cominciato a prestar servizio sullAltopiano di Asiago
7 Comuni. Dalle parti di casa, insomma, considerato che è di Gallio dove è più
conosciuto come Tapparo e dove, per seguirlo, si era costituito un fans club
che nel fondo ha fatto storia e dato spettacolo per la coreografia che lo caratterizzava
in occasione delle gare di alto livello. Se non il primo in assoluto, è stato certamente
fra quelli che hanno cominciato a presentarsi sulle piste in divisa sociale, accompagnati
da un concerto di trombe e campanacci ma, quel che più conta, da tavolate dove il
prosecco scorreva a fiumi per aprire la strada alla soppressa.
Il tifo? Naturalmente scatenato, ma mai
aggressivo neppure nelle sfide di campanile che sullAltopiano vivono di una
tradizione secolare. La compagnia ideale per fraternizzare, tanto è vero che sulla loro
postazione, contrassegnata da striscioni variopinti, erano soliti convergere anche i fans
degli altri atleti. Ne nasceva inevitabilmente una gran una caciara, ma simpatica e
piacevole nella cacofonia di suoni e di incitamenti per il semplice fatto che ogni gruppo
cercava di sovrastare laltro almeno sul piano della rumorosità. Una sfida sugli
spalti, che si aggiungeva a quella che gli atleti mettevano in atto sulla pista. E lui, a
gara finita, a dirigere i cori e a rispondere ai brindisi, da quel gran compagnone che si
è sempre dimostrato.
Nello skiroll, con Di Gregorio (che vediamo insieme a lui sul podio nel 2003 a La Tremblade),
Tapparo è stato protagonista di sfide memorabili.
Il miglior sprinter di quegli anni, fortissimo anche sul misto
e nei prologhi, con grossi limiti in salita, però. Questione di peso. Il solo che, grazie
alle sue doti di velocista, riuscisse a spuntarla contro Re Alfione rispetto
al quale era più discontinuo.Alti e bassi che gli hanno fatto perdere grosse occasioni.
Insieme, quando è stata costituita la squadra nazionale, hanno cominciato a mettere il
sale sulla coda agli stranieri più titolati, che credevano di potersi far gioco dei
nostri portacolori. Tanti allori al suo attivo. Nella seconda metà degli anni 90,
ha ottenuto belle prestazioni nei World Games, come si chiamavano allora quelle gare senza
regole precise che si sarebbero poi trasformati nel 2000, a Rotterdam, nei Campionati
Mondiali di Skiroll sotto legida della FIS con scadenza biennale. Al suo attivo
anche la Coppa del Mondo 1998, il terzo posto in quella 2003
e gli Europei 2001.
E allenatore e istruttore nazionale di sci di fondo. Non esistendo
attualmente nella FIHP analoga figura per quanto riguarda lo skiroll, sulla base della
normativa FIS alla quale lo skiroll deve attenersi è stato dunque chiamato a tenere
questo corso per quanto riguarda la parte pratica tecnica, didattica e metodologica
(insegnamento ed allenamento specifico). Lezioni comuni con corsa e artistico in aula di
mattina, tenute da Paolo Marcelloni, responsabile SIPaR per la corsa sulla tecnica
di pattinaggio (con analisi delle gare dei Mondiali in Corea), Giampietro Storti
(Preatletismo FIHP), Tullio Valerio Mazza (Fisiologia SDS), Roberta Baldi (Psicologia
SDS), Giorgio Gatta (Metodologia dell'allenamento SDS - 2° Livello), Domenico Di Molfetta
(Metodologia dell'allenamento SDS - 3° Livello) e Angelo Lombardi (Metodologia
dellallenamento specifica FIHP). In parole povere, unalternanza di materie
teorico e tecnico-pratiche, metodologie dinsegnamento e di allenamento generali e
specifiche in merito alla fascia di età giovanile, con alcuni riferimenti a fasce di età
maggiore e obiettivo comune verso la pratica agonistica.
Tecnica di skiroll Alberto
Pertile il quale, sul campo e poi davanti alla TV, è successivamente entrato nello
specifico con i corsisti di questa specialità ai quali poi spetterà il compito di
trasferire sul territorio di propria competenza le conoscenze maturate in questa e
nelle precedenti occasioni. Unattività promozionale sulla cui scia cresce
inevitabilmente quella agonistica che ne è la logica e immediata conseguenza. Tanto
più se si coinvolgeranno quelle schiere di fondisti che già usano lo skiroll come mezzo
di allenamento e che nelle gare possono trovare un diversivo e ulteriori termini di
confronto fra di loro e con gli specialisti.
Le
premesse ci sono tutte e significativa è la provenienza di alcuni dei partecipanti al
corso, in quanto vengono da località dove il fondo conta tradizione e praticanti, mentre
lo skiroll attecchisce in modo solo parziale. Qualche esempio? Quello dei fratelli
Forni, di Sondrio,che possono far proseliti in Valtellina creando nuovo spazio
allagonismo attualmente limitato alla Valmalenco, mentre Ester Ribolzi, pur
impegnata per arrivare alla laurea di economia aziendale, potrebbe trovare tempo e modi
per coinvolgere nelle gare di skiroll lo sci club di Cunardo, il suo paese. Dove non manca
certo il materiale umano, in quanto conta già su uno stuolo di giovanissimi
fondisti che crescono sotto la guida di Giannantonio Giannantoni, che è stato
allenatore di Manuela Di Centa e della nazionale femminile, e fino a due anni fa
responsabile del fondo per le province di Varese, Como e Lecco. Carne da mettere al fuoco,
dunque, non ne manca: si tratta solo di mettersi in azione. Come fa, da qualche tempo,
Nicolò Catellani che a Reggio Emilia sta portando avanti un corso con una quarantina fra
bambini e adulti che, con un funambolo come lui, possono imparare tutti i segreti
dello skiroll. E, magari, cercare di imitare quegli esercizi spettacolari degni di
una platea da circo.
Come precisato dal Presidente dello Sci
Club BAGNOLO Giampiero Lodini, si tratta di un corso di avviamento allo sci di fondo, con
utilizzo degli skiroll, organizzato e gestito completamente da oltre un decennio, dallo
S.C. BAGNOLO, che si avvale della collaborazione dei maestri della SCUOLA SCI BISMANTOVA
di Castelnuovo ne Monti, utilizzando materiali messi a disposizione dalla SKI SKETT e dai
propri rivenditori (ndr).
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
Aggiornato il 29-11-06. |