"VASA" A TYNELL, E CRISTINA PALUSELLI CORONA UN SOGNO Gli atleti della Coppa del Mondo, nel cui circuito è stata inserita quest'anno la Vasaloppet, battuti dagli specialisti di questa granfondo. Assente la squadra azzurra, al via in tre della nazionale Lunghe Distanze: Fauner, Costantin e Cattaneo La gara femminile sulla distanza classica (90 km) dominata dalla Paluselli, che ha centrato il traguardo scortata da Marco Selle. A Marit Bjoergen la corsa dimezzata
La Vasa, infatti, rispetto alle altre è una granfondo atipica per la distanza,. 90 km, e anche per il tipo di percorso, fatto di saliscendi sui quali questi specialisti non ricorrono quasi mai al passo alternato ma procedono per il 70 % di sola spinta di braccia, ricorrendo al passo spinta sono sui tratti in salita. Lo si è visto chiaramente dalle riprese trasmesse da Eurosport. Gruppo compatto per due terzi di gara poi, raggiunto il battistrada, il ritmo è aumentato prima per iniziativa di Rezac, che non ha mai ricevuto cambi per quanto saltasse da un binario allaltro invitando gli altri a tirare, e successivamente quando Tynell e Ahrlin si sono messi a dettare il ritmo. La fila si è allungata e nelle prime posizioni si sono portati i tre soli azzurri in gara: Pierluigi Costantin il più pimpante, Marco Cattaneo e Silvio Fauner. Hanno retto finché Tynell ha allungato decisamente, prendendo una cinquantina di metri di vantaggio, tirandosi poi dietro gli altri 8 che si trovano nelle prime posizioni al traguardo, mentre il gruppo si frazionava perdendo progressivamente terreno. A un paio di km dal traguardo,
lallungo definitivo che portava Tynell e Ahrlin a infilare il rettilineo finale con
una trentina di metri di vantaggio su Aukland e Svaerd e attaccare una volata lunghissima,
spalla a spalla, allo spasimo, che si è decisa solo nelle battute finali con il
meritatissimo successo di Tynell (nella foto). Una volata che
ha comportato uno sforzo testimoniato, oltre che dalle La classifica Alla terza partecipazione Cristina ha centrato il bersaglio 21 anni fa, prima e unica italiana, soltanto Maria Canins
Nelle sue due precedenti partecipazioni, una volta era arrivata sul podio, un'altra aveva ceduto nel finale e, in entrambe le occasioni, le era rimasto l'amaro di aver guidato la gara fino al cinquantesimo chilometro per poi essere raggiunta e superata - tra le altre - da quella Sofia Lind, sorella del formidabile sprinter oro a Pragelato, che nelle altre gare della stagione era riuscita sempre a mettersi alle spalle. Ieri la Lind ha dovuto accontentarsi della piazza d'onore, a poco meno di 4' dalla teserana e davanti all'altra svedese Jenny Hansson. La scorsa primavera Cristina, ormai alla soglia dei 31 anni, voleva smettere. Anche perché aveva ormai ottenuto tutto ciò che voleva grazie a Marco Selle che l'aveva accolta nella squadra lunghe distanze, dopo che aveva lasciato la Nazionale, ma soprattutto le aveva dato gli stimoli e le motivazioni giuste per ritrovare quell'entusiasmo che le era un po' venuto meno. E con l'entusiasmo sono venute anche le vittoria nella Fis Marathon Cup che, per due stagioni, ha letteralmente dominato. Voleva lasciare in bellezza, insomma. Però c'era quel tarlo che la tormentava: la vittoria della Vasaloppet che, fino a quel momento, aveva solo sfiorato. E' stato forse per questo - ma non solo - che nella cena dell'addio, tra lacrime, abbracci e ricordi, Cristina aveva annunciato, cogliendo in contropiede anche i suoi familiari, di voler continuare a gareggiare per ancora un'altra stagione. E questa volta, magari lasciando perdere qualche appuntamento della Fis Marathon Cup, Cristina s'è preparata con caparbietà, in maniera specifica. «Ci siamo allenati assieme, seguendo un programma specifico - ci ha raccontato ieri sera un esausto Marco Selle - ma è stato un lavoro che ha pagato, anche perché avevamo deciso di farla assieme: io avrei dovuto darle il ritmo ed i consigli giusti ed è andata così, almeno per buona parte della gara». Cosa vuoi dire?
E così 21 anni dopo Maria Canins, un'altra italiana ha conquistato la mitica gran fondo svedese che si sviluppa tra Salen e Mora per 90 chilometri su un percorso ondulato che, solo a prima vista, non sembra impegnativo. Lo spessore dell'impresa della forestale di Tesero(TN) sta anche nelle cifre: è arrivata, infatti, al traguardo in poco meno di 5 ore, appena 25 minuti in più dello svedese Daniel Tynell, il primo degli uomini. Un successo indiscutibile, anche se messo in discussione con un ricorso presentato alla giuria. Si è infatti sostenuto che Cristina abbia beneficiato dellaiuto del suo allenatore Marco Selle, ma dopo aver preso atto di materiale fotografico e di riprese televisive e dopo aver sentito la stessa Paluselli, la giuria lha respinto. E stato infatti constatato che lazzurra ha staccato le avversarie fin dallinizio,. staccando anche Selle, e raggiunta da lui dopo una buona mezzora di gara, abbiano poi proceduto insieme fino al traguardo con un vantaggio di tutta sicurezza. In pratica si è ripetuto ciò che aveva fatto Gabriella Paruzzi due anni fa, quando alla Marcialonga, valida per la coppa del Mondo, si trovò al fianco lo skiman della nazionale Ivano Zimbelli e nessuno ebbe nulla da ridire. Nulla da fare stavolta per Sofia Lind, che la Vasa lha già vinta 5 volte ottenendo poi anche quattro secondi posti: è arrivata quasi 4 minuti dopo. Lanno scorso aveva avuto la meglio sulla Paluselli da metà gara in poi, stavolta è stata subito staccata di brutto e non ha più avuto possibilità di riportarsi su di lei perché Cristina ha mantenuto un buon passo fino alla fine. E solo nella distribuzione dello sforzo che sono risultati preziosi i consigli dellallenatore. Soddisfatta la terza classificata, Jenny Hansson: per il proprio piazzamento e perché il suo uomo, Jerry Ahrlin, è arrivato secondo. Un giorno da in incorniciare per la nostra famiglia, per me un incentivo per concentrarmi maggiormente sulla tecnica classica se vorrò vincere la Vasa. Cristina Paluselli raccolta la sua impresa: un sogno diventato realtà Tutta la famiglia ad assisterla sul percorso: papà, mamma, marito, suoceri e parenti var Cristina Paluselli (nella foto al traguardo della Marcialonga) è stanca ed emozionata e
non riesce ad Alle Olimpiadi facevi finta di
niente, in realtà era questo il tuo vero obiettivo... Probabilmente anche la tua
condizione era diversa... Parli di Marco Selle? Ma c'era qualcuno con te in Svezia? Tutti avevano un ruolo? Adesso ti puoi ritirare in
pace... Ne siamo convinti. Così come siamo convinti che Cristina verrà «convinta» a proseguire ancora, anche perché, se è bello ritirarsi da vincenti, è anche bello continuare a vincere. E lei ha i numeri per farlo. Nello Morandi A Marit Bjoergen per distacco su Pedersen la "Vasa" ridotta Si è corso su metà distanza di quella maschile con una quarantina di partenti soltanto La Vasa di Coppa del Mondo femminile si è svolta invece al sabato, sulla distanza ridotta di 45 km: in pratica la seconda metà di quella maschile. Una gara senza storia, con soltanto una quarantina di concorrenti, risolta fin dallinizio dallallungo di un terzetto di norvegesi: Marit Bjoergen, Hilde Pedersen e Vibeke Skofterud. Questultima ha perso contatto dopo pochi chilometri e le due connazionali hanno incrementato progressivamente il distacco sul gruppo che si è selezionato sul finale. Bjoergen a sua volta si è liberata della compagnia della Pedersen e ha continuato da sola fino al traguardo, senza dover forzare più di tanto. Prestazione convincente, dunque, e una tenuta alla distanza di cui nessuno lavrebbe accreditata. Sicuramente un grosso passo avanti rispetto alle Olimpiadi dove era venuta per vincere tutte le medaglie ma ha deluso, ottenendo solo una medaglia dpargento, anche perché debilitata da un virus intestinale, e anche nella classifica di Coppa. Altri 100 punti, che portano il suo bottino a 745, la mettono al sicuro dalle immediate inseguitrici: tanto più che, assente la Tchgepalova, la canadese Scott in questa occasione si è piazzata solo all11° posto e ora conta 624 punti. La gara è risultata più dura del previsto e molto lenta a causa delle condizioni della neve, fresca, e della temperatura, abbondantemente sottozero, che lha resa ancora più impegnativa. La classifica Giorgio Brusadelli
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