Marcialonga a Rezac su Zanetel, terzo Cattaneo

Fra il ceco e l'azzurro ha deciso la maggior forza di braccia sulla salita della Cascata. Della Nazionale Lunge Distanze di Marco Selle 5 nei primi 8 e le prime due donne, Paluselli e Peyrot

Marco Selle, l’allenatore della Nazionale Lunghe distanze, l’ha sempre detto: Stanislav Rezac, granfondista della Repubblica Ceca, se c’è da spingere di sole braccia, non ha avversari. Lo ha dimostrato vincendo la Marcialonga edizione n. 32.  E’ imbattibile quando viene messo nella condizione di partire da lontano. Se solo volesse, potrebbe tranquillamente imporsi anche nelle sprint di Coppa del Mondo a tecnica classica, quelle che si corrono al centro delle città. Potrebbe essere un campione e far parte della nazionale del suo paese,  ma ha circoscritto la sua attività alle granfondo. Quelle della Fis Marathon Cup, obiettivo finora sfiorato ma mai raggiunto perché nelle gare a skating non va proprio, ma anche là dove può raggranellare, con i premi di classifica, pure qualche ingaggio. Una specie di zingaro del fondo, in pista dovunque ci sia una gara possibilmente in classico. Vive di quello. Si sposta da una parte all’altra con la sua auto, si prepara gli sci da solo, corre e si rimette in viaggio.

 Se poi trova anche la grande giornata, come è capitato alla Marcialonga, non ce n’è per nessuno. Primo per distacco, 8 secondi, irraggiungibile anche da un grandissimo Gianantonio Zanetel che il traguardo di Cavalese lo sognava da mesi e che aveva attaccato in testa la salita della Cascata operando la selezione definitiva. Terzo a 27” il bravissimo Cattaneo, che ha avuto la meglio su Svard, che con un bastoncino rotto si è trovato nell’impossibilità di sprintare.

Unico a resistere a Zanetel, per un centinaio di metri, lo svedese Tynell, finché, da dietro, è arrivato il ceco. Un mezzo armadio al quale il primierotto, pur ben piantato, deve concedere almeno 15 cm di statura e 20 chili di muscoli. Staccato inizialmente, gli si è portato sotto in progressione e, insieme, sui binari affiancati, hanno proceduto di sola spinta, la tecnica che qui per primo aveva adottato nel 2002 il norvegese Jorgen Aukland, imitato l’anno scorso dal fratello maggiore Anders, mentre Di Centa si fermava a mettere un po’ di sciolina. Ad un tornante, tagliando da un binario all’altro, il ceco è riuscito a  guadagnare un paio di metri, e questo gli è bastato per incrementare le frequenze e scatenare la corsa solitaria che gli ha assicurato un vantaggio di 15”, dimezzato  quando, ormai sicuro vincitore, ha rallentato per farsi infilare al collo, da Paolo Zorzi e dalla Soreghina, la corona d’alloro per poi arrivare sul traguardo a braccia alzate. 

Operazione che solitamente viene compiuta dal presidente Alfredo Weiss, forzatamente assente in questa occasione in quanto reduce da un infarto conclusosi per fortuna in maniera positiva e rimesso in sesto con un’angioplastica. Pronto a tornare in pista e nel suo ruolo istituzionale per la Marcialonga 2006, anch’essa a tecnica classica. Che è il modo migliore per portare in Trentino i concorrenti scandinavi, che sono ormai diventati la maggioranza. Marcialonga come business dunque.

L’anno scorso Zanetel aveva ottenuto il miglior tempo sulla salita andando di braccia, ma non gli era bastato per salire sul podio in quanto i battistrada avevano preso un certo vantaggio da Molina in poi dopo una gara tutta a strappi, con i fratelli Aukland a dettare il ritmo.  Quest’anno Marco Selle l’aveva messo in conto e  per tutta l’estate aveva fatto effettuare alla squadra una preparazione specifica con gli skiroll per incrementare forza di spinta e resistenza. Sapeva dunque di potersela giocare con tutti se si fosse arrivati insieme, con una corsa regolare, come è avvenuto, poiché i “magnifici 5” azzurri in tuta rossa (mentre Margaroli indossava quella delle Fiamme Gialle),  l’hanno controllata in tutto il suo sviluppo. Prima salendo verso Canazei, quando si è formato un gruppo di una ventina di concorrenti, poi chiudendo di volta in volta i buchi che si sono creati da Predazzo fin verso Molina, a seguito di ripetuti allunghi degli svedesi Tynell e Eriksson e dei norvegesi Hallingstad e Skjonsfjell. Quest’ultimo con il pettorale rosso di capoclassifica come vincitore dell’ultima gara pur essendo a pari punti con Zanetel che aveva vinto la Sgambeda e ora se l’è ripreso.

Ognuno a fare la sua parte. Una tuta rossa sempre in prima fila. Zanetel, Cattaneo, Costantin, Grandelis, lo stesso Fauner, poi ognuno a giocarsi le proprie carte sulla salita conclusiva. Che presenta una bella pendenza ed è quindi già dura di per se stessa, ma diventa massacrante quando si va di braccia. Vince il più forte. E Zanetel lo ha ammesso onestamente, ribattendo a Rezac che, intervistato alla TV, aveva motivato la sua supremazia con la disponibilità di materiali migliori piuttosto che ad una questione di forza.

“Meglio di così non poteva andare. Logicamente per me vincere sarebbe stata la ciliegina sulla torta, però Rezac oggi era troppo forte e quando mi ha preso, mi ha passato. Io ho fatto il mio ritmo da inizio a fine salita, meglio di così veramente non potevo fare. Gli sci erano ottimi, veloci,  i tecnici hanno lavorato benissimo, direi che eravamo alla pari degli altri. All’inizio ci credevo, comunque un secondo posto è un ottimo risultato, la Marcialonga è molto importante per noi che abitiamo qui, presso la caserma della Polizia di Moena. Penso sia stata una cosa fantastica!

Forse se oggi avessi avuto le braccia di Rossi (il campione olimpico di canoa, oggi 666° a Cavalese pur non essendo certo uno specialista della tecnica classica né allenato alla distanza) avrei fatto qualcosa in più, comunque noi eravamo preparati bene, avevamo fatto un buon allenamento, eravamo fisicamente a posto sia io che Cattaneo, e penso che lo abbiamo dimostrato facendo una bellissima gara.”

Nella gara femminile Cristina Paluselli è stata in testa dall’inizio alla fine. Correva in casa e gli incitamenti dei valligiani le hanno messo le ali sotto la sciolina. Stanca ma entusiasta al traguardo, come riferisce l’ufficio stampa. “Posso solo dire che sono felicissima di questa gara, continuavo ad immaginarmela in questi giorni, pensavo a come sarebbe stato bello vincere qui, infatti è stato un spettacolo! Stanotte ho dormito pochissimo, mi sono svegliata alle 3, poi mi sono imposta di dormire ancora un po’ e ci sono riuscita, ma per poco. Comunque credo sia abbastanza normale, ero agitata per tutta la settimana. Volevo assolutamente arrivare prima, lo volevo veramente con tutta me stessa.

Doveva vedersela con Lara Peyrot, compagna di nazionale, ma ha preso subito un certo vantaggio che l’ha messa al sicuro, tanto da potersi fermare sulla salita conclusiva per mettere una mano di sciolina che le permettesse di arrivare a Cavalese spingendo di gambe e, quindi, con minor fatica, mentre più dietro la Peyrot, con la schiena a pezzi, ha fatto l'ascesa a forza di braccia. Non riusciva neppure a chinarsi per togliere gli sci per  passare lo stick sulla soletta; si è quindi arrangiata di spinta. Pur perdendo altro tempo non c’erano problemi perché la terza, la canadese Doiazova, viaggiava a venti minuti. Al settimo posto un’altra italiana, Viviana Druidi, che partecipa alle granfondo per prepararsi alla stagione di skiroll.

E´ invece Costantino Costantin della valle di Zoldo, 56 anni ben portati, fisico da far invidia ad un trentenne, l´indiscusso leader dei senatori, quello che, tra coloro che hanno portato a termine tutte le edizioni, arriva al traguardo anche con un tempo eccellente. Anche ieri ha rispettato il pettorale ed è felice: «Questa è stata una delle più belle anche perché non capita molto spesso andare dall´inizio alla fine con la stessa sciolina»

 L'ultimo classificato è Claudio Cerulli: è uno sportivo, ma con gli sci ha ancora molto cammino davanti per diventare almeno un buon amatore. Però l´ingegnere di Modena è sicuramente uno sportivo e non solo perché ha giocato a basket e a pallavolo, ma anche perché sa prendersi con filosofia. Alla sua seconda Marcialonga (la prima volta non è riuscito a superare il cancello di Predazzo) ha portato a termine la prova buon ultimo: si è classificato, infatti, al 3.619° posto dopo ben 9 ore 46 minuti e 15 secondi di sofferenza lungo le valli di Fiemme e Fassa. Pare che si sia comunque divertito molto.

Classifica maschile:                                                                 

Rezac Stanislav (CZE) 3.00.37; 2) Zanetel Gianantonio (ITA) 3.00.45; 3) Cattaneo Marco (ITA) 3.01.04; 4) Svard Oskar (Svezia) 3.01.06; 5) Fauner Silvio (ITA) 3.01.18; 6) Daniel Tynell (SVE) 3.01.23;  7) Costantin  Pierluigi (ITA) 3.01.42; 8) Margaroli Ivan (ITA) 3.01.48;  Hallingstad Anders (NOR) 3.01.55; 10)  Eriksson Henrik (SVE) 3.02.07; 11)  Skorstad Havard(NOR) 3.02.28; 12) Torseth Rune NOR 3.02.37; 13) Skjonsfjell Karl Gunnar NOR 3.03.28; 14) Palmer Anders SWE 3.04.04; 15) Svahn Mattias SWE 3.04.13; 16) Penasa Mirko Esercito 3.04.18; 17) Larsson Staffan SWE 3.04.27; 18) Grandelis Tullio ITA 3.04.28; 19) Aasmae Meelis EST 3.04.42; 20) Svahn Per Olov SWE 3.08.01; 31) Selle Diego US Cermis 3.13.52


Classifica femminile                                                                           

1) Paluselli  Cristina  (ITA) 3.24.52; 2) Peyrot  Lara (ITA) 3.28.06; 3) Gaiazova Daria (CAN) 3.48.47; 4) Williams Madeliene (CAN) 3.50.06; 5) Dziadkowiec Dorota (POL) 3.50.54; 6) Nafranovich Irina (BLR) 3.52.53; 7) Druidi Viviana (ITA) 3.54.16; 8) Linn Elvebakk Anne (NOR) 3.55.38; 9) Nilssen Anette Rustad (NOR) 3.57.23; 10) Soreng Mari (NOR) 3.57.37; 17. Iellici Carla Bogn Da Nia Val de Fasha 4.09.49; 18. Colnaghi Calissoni Laura SC Passo dopo passo 4.18.46

Giorgio Brusadelli         
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