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IL PRESIDENTE DELLA FISI COMPIACIUTO DELLO SKIROLL

Presente alla premiazione della gara di Coppa a Chiusa Pesio, ha ammirato lo spirito di gruppo, la disciplina degli atleti e la possibilità di promozione per il fondo.
Riconosciute dagli stranieri generosa ospitalità, bravura e capacità  organizzativa. Appurato, nell'incontro con Morzenti, che le sensazioni in merito al promesso e mancato rifacimento del fondo non erano sbagliate.
Se ne riparla dopo i Mondiali.

 19 SETTEMBRE - La quarta e penultima prova di Coppa del Mondo che si è sviluppata fra Prato Nevoso (mass start in salita), Cuneo (mass start su percorso cittadino) e Chiusa Pesio (sprint) ha dimostrato ancora una volta, semmai fosse necessario, le potenzialità dello skiroll.
Sul piano organizzativo e agonistico c'è solo da scegliere.

In tema di organizzazione basterà ricordare il consenso espresso dai partecipanti fra i quali, per la prima volta, la squadra romena; quanto alle gare ciò che ha detto agli atleti durante la premiazione dell’ultima prova, nel suo indirizzo di saluto, il presidente della Fisi Giovanni Morzenti. Direttamente interessato, anche perché quella della Federazione degli sport invernali è una posizione anomala essendo la sola, nell’ambito della FIS, a non comprendere lo skiroll che, in Italia, è sotto la Fihp, la Federazione del pattinaggio a rotelle.  

 Indubbiamente le tre belle giornate di sole (nella foto il relax dei norvegesi) hanno favorito la manifestazione e l’afflusso degli spettatori; in più le strade interessate dalle gare non sono state bloccate per un minuto in più dello stretto necessario, e questo è stato accolto con spirito di sopportazione da chi si è trovato momentaneamente bloccato (gli abitanti all’interno del circuito di Cuneo) o chi è stato rallentato dal passaggio della corsa sulla salita che da Frabosa Sottana porta Prato Nevoso. Quanto a Chiusa Pesio il traffico della provinciale sulla quale si è effettuato lo sprint è stato deviato sulla comunale che attraversa il centro abitato e non c’è stato il minimo problema. Insomma, per riassumere, tutto è andato per il meglio, e questo va a merito dello sci club Valle Pesio e dei Pattinatori Città di Cuneo che si sono assunti l’onere dell’organizzazione.

La cena sotto la tensostruttura di Prato Nevoso e il buffet nell’area del Parco Naturale Valle Pesio hanno poi costituito un piacevole momento di incontro fra gli atleti che fino a poco prima si erano dati  battaglia e che hanno così potuto scambiarsi le loro opinioni in merito ai risultati. Il fatto poi che non si sia dovuto sborsare il becco di un quattrino ha colto di sorpresa un po’ tutti gli stranieri, che  dalle proprie parti non sono abituati a simile generosità. L’ospitalità di cui il nostro Paese va famoso è stata riconfermata in provincia di Cuneo, e sotto il profilo della promozione questo è indubbiamente importante. Un invito a tornarci (nella foto le gemelle Bolzan e un particolare delle unghie azzurre con il tricolore sfoggiate dalle atlkete della nazionale).

Le parole di Morzenti, poi, sono state significative quando hanno evidenziato lo spirito di gruppo e autodisciplina manifestato dagli atleti dello skiroll che, evidentemente, contrasta con la situazione che si riscontra in altri sport più popolari e di maggior richiamo che non specialità di nicchia come è lo skiroll. Pure dello sci dove c’è sicuramente maggior animosità e dove i contrasti non finiscono dopo le gare ma spesso si  accentuano. In squadra si è avversari, ma prima di tutto si è amici. In quella azzurra ma anche nelle compagini straniere.

Pochi ma buoni, dunque? C’è da giurarci. Capacità di fraternizzazione? Eccome. Basta vedere gli approcci privati e i ripetuti scambi epistolari. Facebook evidentemente sta facendo scuola (nella foto Paredi con l'atleta romena Mirabela Surdu), qualche “latin lover” ne sa poi approfittare. In tema di fraternizzazione di certo gli skirollisti sono più svegli dei fondisti: frequentando entrambi gli ambienti lo posso tranquillamente attestare senza tema di smentite. Ragazze  solari che nei body e al caldo manifestano ciò che le tute e il freddo nascondono nel fondo, e naturalmente la controparte maschile ne viene attratta e cerca di darsi da fare. Con reciproca soddisfazione (nella foto sotto la norvegese Solli che ha vinto mass start e sprint seniores).

 Morzenti, che conosceva lo skiroll solo come mezzo di allenamento, si è detto sorpreso di questo mondo e ne ha auspicato la maggior diffusione possibile anche nel fondo, poiché significherebbe portare questa specialità della Fisi a contatto della gente nelle grandi città, come faceva Fabio Crestani in piazza Duomo a Milano quando Stefania Belmondo, Maurilio de Zolt e i colleghi campioni del loro tempo si sfidavano all’ombra della Madonnina.

Una grande promozione per gli sport invernali. Peccato, però, che il presidente della Fisi non fosse a conoscenza dell’avversione che Comitati e  tecnici della Federazione manifestano nei confronti dello skiroll agonistico, al punto di cercare di  negare  ai fondisti la partecipazione alle gare. Con la minaccia, come è stato il caso di Marianna Rivero, di essere buttata fuori squadra se avesse perso l’ultimo giorno di raduno al Sestriere per partecipare alla Coppa del mondo che si svolgeva a casa sua. Oppure il diniego a Emanuele Becchis di entrare nella squadra AOC finché farà skiroll.

Il Comitato Veneto, in qualche caso, fa un’eccezione: la gara della Sportful, infatti, per i suoi fondisti costituisce un vero e proprio test in vista della stagione invernale. Dovrebbe cambiare aria anche nelle Alpi Centrali con Marco Ripamonti responsabile del fondo al posto di Beppe Barzasi e Gianluca Raineri capo allenatore, ma è un discorso che riprenderemo nella sezione fondo.

 Di questo, e di tant’altro, ho parlato con Morzenti, approfittando della sua presenza a Chiusa di  Pesio, agganciando nel discorso il CT dello skiroll, Pierluigi Papa, quando gliel’ho presentato. Si trattava, infatti, di concordare una via di intesa per i Mondiali 2011 in programma in Norvegia ad Aure e Kristansund, località dove qualche settimana fa si è disputata la Coppa del Mondo. Mondiali che la nazionale di skiroll dovrà affrontare in una situazione di manifesta inferiorità, rispetto al passato, nella  categoria seniores femminile che in questo momento, e anche l’anno prossimo, non ha nessuna atleta competitiva per il podio. Certamente per la prova in salita, ma anche nello sprint, nella mass start e nella staffetta se Mateja Bogatec (nella foto  con Viviana Druidi sul podio del team sprint agli Europei di Yaroslavl, mentre al secondo posto si piazzavano Anna Rosa ed Erika Bettineschi) dovesse mollare definitivamente.

Due anni fa agli Europei in provincia di Torino  nel prologo di Cesana e nella gara in salita a tecnica classica al Sestriere si presentò Marianna Longa e fu un trionfo per la livignasca, che tra l’altro si trovò a suo agio e con reciproca soddisfazione nell’ambiente dello skiroll. Problema che si ripresenta in Norvegia dove la nazione organizzatrice schiererà i suoi atleti migliori. Che, all’eccezione dello sprint nel quale contano fin d’ora fior di specialisti come Andresen e la Solli, saranno i fondisti che già vincono medaglie olimpiche e mondiali e non rifiuteranno certamente di esimersi dalla prova. 

Specialmente se si tratterà di gareggiare in salita a tecnica classica dove lo skiroll azzurro schiera Paredi e Bonaldi ai quali sarebbe comunque opportuno affiancare  un paio di fondisti che in questa tecnica sappiano farsi valere. Come è stato il caso di Giorgio Di Centa a Oroslavje (nella foto), dove vinse il titolo del pursuit davanti a Di Gregorio e Bonaldi, per  ripresentarsi a Piglio insieme a Valerio Checchi che arrivò secondo alle spalle di Paredi nella mass start con conclusione in salita.

Una forma di collaborazione che la Fisi non vorrà certamente negare anche nel settore juniores qualora se ne presentasse la necessità. Ma è proprio in questo settore che si manifesta la maggior prevenzione nei confronti dello skiroll che viene considerato esclusivamente mezzo di allenamento e non anche opportunità agonistica e di miglioramento della tecnica individuale proprio in funzione dello sci. Lo dimostrò Chenetti con la nazionale e arrivarono le medaglie mondiali di Oberstdorf 2005 e di Torino 2006 e il salto generale di qualità di tutta la squadra. Ma Chenetti ormai, principalmente per volontà propria, si trova emarginato. E’ finito alla combinata nordica dove, guarda caso, proprio nella frazione di fondo Alessandro Pittin ha fatto quel salto di qualità che gli ha permesso di raggiungere il bronzo mondiale che potrebbe evolvere in metalli più preziosi se saprà analogamente migliorarsi nel salto.

Sepp Ploner, che del fondo giovanile è l’attuale responsabile, è di tutt’altro avviso. Ritiene lo skiroll agonistico deleterio. L’anno scorso negò alla nazionale di skiroll la partecipazione di due fondiste ai Mondiali di Piglio e difficilmente, a meno di interventi dall’alto, acconsentirà l’anno prossimo. Miopia, purtroppo già espressa in passato quando, da “vice” di Vanoi, trascurò di interessarsi del settore giovanile. E i risultati li scontiamo adesso con il mancato ricambio generazionale quando Piller Cottrer e Di Centa attaccheranno gli sci al chiodo (nella foto sopra le speranze della nazionale di skiroll e, si spera, di quella di fondo in un prossimo futuro).

 Se n’è parlato con Morzenti (nella foto) proprio in questa occasione dopo avergli contestato, a muso duro, il voltafaccia postelettorale quando, dalle promesse e dalle assicurazioni di voler rifare il fondo dalle radici non solo si è arrivati ad un nulla di fatto, ma anche alla sconfessione del progetto di cui era stato incaricato Moriconi dopo che questi alle elezioni era stato eliminato dal fuoco che, nei patti, gli sarebbe dovuto essere amico. A fare le spese delle Olimpiadi e di una stagione obiettivamente negativa e di previsioni certamente non ottimistiche per gli anni a venire furono l’allenatore Marco Selle, l’unico vincente con l’argento di Piller Cottrer, e i responsabili del laboratorio di Lago di Tesero. Stefano Girardi ed Enzo Macor. Due persone che all’estero ci invidiano e che il DT Fauner ha fatto fuori, a ulteriore conferma  della sua  incapacità gestionale.

 E non c’è da meravigliarsi se il fondo trionfante a Torino 2006 sia precipitato da quando lui ha assunto la gestione tecnica e Guido Carli quella politica. Rivendicata quando, dopo le elezioni, si profilava l’eventualità che se ne assumesse la responsabilità lo stesso presidente Morzenti. Che dei Comitati più rappresentativi si trova contro il Trentino, gran parte delle Alpi Centrali, mezzo Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dunque perdura una situazione di   compromesso che fa seguito ai già difficili equilibri raggiunti dopo le elezioni in cui aveva prevalso per poco più di 3.000 voti su Carmelo Ghilardi, perdendo però elementi sui quali contava per un secondo mandato senza i problemi che avevano  caratterizzato il primo.

 Ne avevamo la sensazione, lo si era scritto e ne vediamo la conferma. L’uomo forte che sta risanando il bilancio in rosso della Fisi che gli hanno lasciato i predecessori si trova condizionato, se non addirittura sotto ricatto, da quelli per i quali la politica ha coniato l'indovinata denominazione di nani e ballerine. Con il risultato che, per quanto riguarda il fondo, annaspa fra una STF (Scuola tecnici federali) ingessata e inconcludente (perché senza precisi indirizzi e senza i tecnici migliori), pressioni di alcuni gruppi sportivi militari che non sono neppure i maggiori ma condizionano attività e scelte (di uomini e tecniche) delle quali si pagherà lo scotto ai Mondiali di Oslo. Dopo di che, forse, si potrà guardare alle Olimpiadi di Sochi 2014 con un’ottica diversa ma tirandosi pur sempre dietro le nefaste conseguenze di un altr’anno perso sulla progettata ma non attuata rifondazione. Una speranza comunque c'è: qui almeno non è ancora arrivata la mignottocrazia nella versione che ne ha dato l'ex senatore PDL Paolo Guzzanti.

Giorgio Brusadelli - www.fondoitalia.it - (Le foto di Chiusa Pesio sono di Pippo Fulcheri)




Da staff, Sabato, 18 Settembre 2010 19:49, Commenti(0)
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