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Fra studio e famiglia il Master Tour di Francesca Patuelli

Per questa bolognese, laureata in chimica e prossimo ingegnere, lo sci di fondo e le grandi maratone sono lo sfogo di una gran passione che condivide con il marito e il papà

 Non è certo cosa semplice, per una ragazza di una città di pianura, come Bologna, allenarsi per lo sci di fondo. Ore di viaggio per andare sulla neve. Le piste appenniniche, Frassinoro o Piandelagotti, non sono neppure distanti quanto a chilometraggio, ma per arrivarci ci vuol quasi lo stesso tempo che si impiega per raggiungere l’altopiano di Asiago. Ed è così che Campolongo è diventata la meta preferita di quel gruppetto di ragazzi di San Lazzaro tesserati per il Cus Bologna, che da qualche anno a questa parte si sono dedicati alle granfondo abbandonando le gare per cittadini. Troppo corte per chi è più portato alle lunghe distanze e in quest’ultima stagione ha scoperto che per gli amatori c’era un apposito circuito di gare, il Master Tour, che raggruppa le più prestigiose. E’ ormai diventato un appuntamento fisso.

In questo gruppo c’è Francesca Patuelli: 28 anni, si è laureata in chimica nel 2002, è impegnata in un dottorato di ricerca all’università e ha ormai finito la tesi di ingegneria scienza dei materiali. La conferma, semmai ve ne fosse bisogno, che quel che dicevano gli antichi latini a proposito di mente sana in corpo sano non è anacronistico neppure al giorno d'oggi. Fa fondo dall’età di 12 anni, dopo due di discesa, sciando sulle code di papà Carlo, uno dei primi senatori della Marcialonga, che al via di questa gara si è schierato quasi una trentina di volte. Scontato che trasmettesse la sua passione alla figlia. E’ sposata da due anni con Luigi Quadri, che lavora al controllo di qualità in un’azienda meccanica; altrettanto scontato che sia un fondista anche lui, e si allenino e corrano insieme quasi tutti i fine settimana. Le grandi maratone le hanno provate quasi tutte: oltre quelle italiane anche le più significative del circuito Euroloppet e Worldloppet come Vasaloppet, Finlandiahihito e Oberammergau. Con l’aggiunta di una trasferta in Australia, in agosto, per la Kangaroo Hoppet.

 Del Master Tour Francesca ha vinto la classifica senior (nella foto il podio con Cristian Zorzi), che quest’anno comprendeva le nate dal 1972 in poi. Ha cominciato a prenderla in considerazione con un certo ritardo, il 12 febbraio a Cogne, in occasione della Marciagranparadiso, alla quale si era iscritta con il marito e il solito gruppo di amici. Non ne era tanto convinta, anche per la lunghezza del viaggio. Però ne è uscita soddisfatta poiché, per la prima volta, è arrivata nelle 10, ottava per la precisione, con il tempo di 2h40’ e ha capito di poter puntare alla classifica finale partecipando alle gare conclusive del circuito.

“Con un po’ di dispiacere, confessa, poiché significava rinunciare alla Campolonga 100 km e di conseguenza al trittico, eliminando quindi la possibilità di vincere un altro paio di Slegar (nella foto allo stand di Prowinter, con il titolare dell'azienda di Asiago, Giandomenico Tessari) da affiancare a quelli che mi ero già aggiudicati in precedenza, provati in gara alla Pustertaler Ski Marathon, dove sono arrivata seconda nella combinata (28km T.C+ 42km T.L.). Ho così partecipato alla Granfondo Val Casies di 42 km e anche lì non avevo nessuna motivazione dato che l'anno scorso mi avevano rotto un bastoncino e perché ritengo che in fondo non sia poi un gran gara! E ancora una volta mi sono classificata ottava in 2 ore e 9 minuti (nelle prime dieci donne, prendendo il mio minimo distacco da mio marito della nostra storia di fondisti: 3 minuti).
In seguito sono andata alla Marcia Bianca e ho partecipato alla 50 km (mi ero iscritta in previsione della 100 km, e non era possibile partecipare alla 30 Km): sono arrivata terza donna assoluta in 2 ore e 55 minuti, ma è stata una faticaccia. Infatti aveva appena smesso di nevicare e si sprofondava di brutto. Infine ho stretto i denti e sono andata fino a Vipiteno per partecipare alla Granfondo di 42 km della Val Ridanna...Anche lì la gara si è svolta sotto la neve, ma per fortuna il percorso non era troppo impegnativo. Sono arrivata terza donna assoluta in 2 ore e 21 minuti. Tutti i sacrifici e soprattutto il mio grosso impegno sono stati premiati perché ho poi saputo di aver vinto il Master Tour nella mia categoria, risultato per me molto importante in quanto, come cittadina, ho dovuto competere con atlete che hanno la possibilità di stare molto più tempo sugli sci”.

 Mica male, insomma, per una ragazza di pianura, che nello sport di fatica, fra corsa (nella foto la vediamo impegnata come tedofora a Bologna) e sci di fondo ha trovato una valvola di sfogo di una vita di impegni fra scuola e famiglia. Il modo migliore per eliminare lo stress. Un solo rammarico: non potersi esprimere in tecnica classica con la stessa efficacia con la quale si muove a skating. Ma c’è una giustificazione: è solo questione di statura e non certo di inadeguatezza tecnica. Piccoletta com’è, non ha un gran compasso di gambe da sfruttare né sufficiente forza di braccia per ovviarvi. Resta penalizzata di fronte ad avversarie più grosse di lei e si porta dietro un handicap che paga specialmente alla Marcialonga. Ne ha fatte 8 ma ha provato sulla sua pelle e nella classifica la differenza da quando è passata dallo skating al classico. Ma non rinuncia a coltivare la speranza, come tanti altri, in un ritorno allo skating almeno ad anni alterni.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it




Da tonussi, Mercoledì, 26 Aprile 2006 21:58, Commenti(0)
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