Rollissima del Tivano: sotto l'acqua si esalta Simone Paredi
Con pioggia, vento, asfalto bagnato e un nuovo tipo di ruote ha fatto la differenza con Sergio Bonaldi ed Eugenio Bianchi. Fra le donne Erika Bettineschi su Laura Leoni e Laura Colnaghi
ZELBIO (CO) 18 MAGGIO – Ormai l’acqua sembra diventata un classico per la Rollissima del Pian del Tivano. La gara si svolge da Nesso, sul lago, fino al pianoro, con partenza all'altezza del cimitero, un chilometro più a valle rispetto all'edizione 2007 quando il via venne dato in mezzo al paese. Peggio dell’anno scorso quando almeno si era limitata a imperversare solo durante la notte lasciando il fondo stradale zuppo ma senza creare ulteriori difficoltà ai concorrenti durante il loro sforzo che è sicuramente notevole per la distanza (10 km), l’allenamento ancora sommario trattandosi dell’inizio di stagione, oltre che la pendenza della strada che è costante sul 5-6% per metà gara ma aumenta nel tratto conclusivo raggiungendo e superando il 10 nell’attraversamento del paese di Zelbio. Questa volta ha piovuto dall’inizio alla fine e in più si è aggiunta una brezzolina fastidiosa che dal lago di Como risaliva la pendice della montagna e che aumentava la sensazione del freddo. Condizioni nelle quali abitualmente si esalta Simone Paredi (nella foto l'arrivo), che ha quindi fatto il bis. Dove gli altri slittano in fase di pattinata faticando quindi a scaricare la spinta, lui sembra andare a nozze, senza quasi avvertire la differenza fra bagnato e asciutto, e non patire neppure il freddo della giornata. E’ considerato l’uomo della pioggia, un “mago” che non avverte lo sforzo e, quando parte, non ce n’è più per nessuno. In più ha utilizzato un paio di ruote di mescola speciale, preparate da Daniele D’Incal, che sul ruvido e sul bagnato fanno la differenza.
Paredi è di Sormano, dove ha sede lo sci club organizzatore, che sta sul versante opposto della Montagna, verso la Vallassina che porta al Ghisallo, ai piedi di quel “Muro” inventato dal mitico Torriani, patron del Giro d’Italia e di tante altre corse della Gazzetta. Scoperto per il ciclismo dei tempi di Taccone, Massignan e Baldini (che addirittura detiene il tempo record di scalata), è ora riservato esclusivamente ai cicloamatori. In contemporanea con lo skiroll, qui sfilavano i bikers della Granfondo Triangolo Lariano, partiti da Erba e transitati dalla capanna Mara, raggiunta dopo 16 km di durissima salita. Gara vinta da Jonny Cattaneo, che impiegava poco più di 9 minuti a completare la scalata lasciandosi dietro Marzio Deho e il colombiano Rodolfo Torres.
Simone, alpino del C.S. Esercito di Courmayeur, quando è a casa su queste strade si allena: dell’asfalto, rugoso ma peraltro abbastanza buono, conosce ogni metro con le relative imperfezioni, e sa quando è il momento di involarsi. L’anno scorso lo ha fatto a tre chilometri dall’arrivo, questa volta a tre dalla partenza, nel tornante che anticipa una grotta con una statua della Madonna, che ricalca quella di Lourdes, dove si incontra il solo tratto piano di tutta la salita. Pochi metri, dove si riesce a trovare, con il tempo per una preghiera, anche un attimo di respiro alla fatica.
Fin lì era salito insieme al compaesano Eugenio Bianchi e a Sergio Bonaldi (nella foto), ex biathleta che ha avviato una nuova carriera nello skiroll e che è stato chiamato a far parte di quella nazionale delle Lunghe distanze che da anni miete allori nella Fis Marathon Cup ma che la Fisi snobba causa le proprie difficoltà economiche. Come gli altri compagni di squadra hanno già fatto nella passata stagione, se non si troverà uno sponsor sarà costretto a pagarsi di tasca propria le trasferte pur rivestendo i colori della nazionale. Nello skiroll l’anno scorso era stato la rivelazione della stagione, guadagnandosi fin dalla prima apparizione il posto nella nazionale; quest’anno, dopo la parentesi del fondo, già in avvio si è fatto trovar pronto. Non ancora, comunque, in condizione di reggere il passo dello scatenato Paredi per il quale questa gara è stata quasi un test davanti al selezionatore Pierluigi Papa (foto sotto), arrivato da Bologna per cimentarsi a sua volta, con la moglie Laura Leoni, in veste di agonista.
Test perfettamente riuscito quello di Paredi, che all’arrivo ha potuto vantare un distacco di oltre due minuti e mezzo su Bonaldi e di 3 abbondanti su Eugenio Bianchi che più che la fatica ha patito il freddo. Ha stretto i denti e retto fino all'arrivo ma poi ha vomitato anche l'anima. Tempaccio che sembra invece non avere avvertito la “morosa” Erika Bettineschi arrivata tutta pimpante. Quindicesimo tempo assoluto. L’anno scorso se l’era dovuta vedere con la Carmagnola, che l’aveva impegnata fino all’ultimo, avversaria certamente più ostica della Laura Leoni, subito staccata, oggi piuttosto in difficoltà, a skating, su una salita che per le donne sarebbe assai più praticabile in classico. Come del resto ha avuto l'avvertenza di fare Laura Colnaghi, che in questa tecnica ha vinto i Mondiali Master di fondo e che, facendo ricorso al “3 ruote” ha retto benissimo il confronto con l’azzurra che, per differenza d’età, potrebbe esserle tranquillamente figlia.
Malgrado il maltempo abbia tenuto lontano qualche concorrente, gli organizzatori il loro primo obbiettivo di questi primi due anni di attività lo hanno raggiunto: quello di dimostrare che questa prova inquadrata nel trittico con cui si ricorda Nino Mazza, fondista di valore e storico presidente dello sci club che è stato uno dei pionieri dello sci di fondo al Pian del Tivano, può ambire a entrare quanto prima nel calendario della Coppa Italia. Si è cominciato domenica scorsa con una gara di MTB, e si concluderà sabato 14 giugno con la seconda Strasormano, di 12 km, con partenza alle ore 16, alla quale potrà partecipare anche chi non è intervenuto alle prime due prove, seguita dalla non competitiva della Fiasp sulla distanza di km 6-12-18 con partenza libera dalle 17.00 alle 18.30. Gran finale con serata danzante con il complesso “I Fasol”, salamelle, costine e vin brulé per tutti al campo sportivo di Sormano.