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Zorro ''aggregato'' comincia a riscaldare il motore

L'estromissione dalla squadra di Coppa del Mondo gli ha ridato la carica. A novembre, con il coltello fra i denti, si riprenderà il posto. E lo dedica all'amico Fabio Canal, da poco scomparso

 30 APRILE - Essere considerato “aggregato” Cristian Zorzi non lo manda proprio giù. Lo ritiene un termine che sa tanto di mancanza di rispetto per un campione olimpico e mondiale;  per chi, inalberando il tricolore e zittendo i detrattori che non sono mai mancati (nella foto), esaltò il pubblico di Pragelato portando l’Italia all’oro di una staffetta che, per il fatto di essere conquistata in casa e per come è maturata, è entrata a pieno diritto nella leggenda del fondo italiano. Per distacco, fra due ali di folla entusiasta, che si aggiunge a quella in volata di Lillehammer 1994 dove i norvegesi ammutolirono letteralmente quando Silvio Fauner mise sotto Bjørn Dæhlie in volata.

Corsi e ricorsi che si intrecciano e che fanno discutere da quando il Consiglio federale ha ratificato le squadre nazionali indicate da Silvio Fauner e dalle quali è stato estromesso il nome della medaglia d’oro della staffetta di Torino 2006 e del Mondiale del Team sprint 2007. Che resta un “cavallo di razza” nonostante la stagione di alti e bassi, più i secondi che i primi, e gode pur sempre di credito non soltanto nelle valli di Fassa e di Fiemme. Quest’ultima, poi, lo ha scelto come testimonial dei Mondiali 2013 della cui assegnazione si discuterà a fine maggio a Città del Capo, in occasione del congresso FIS.

Dell’amarezza per la sua esclusione dai ranghi della squadra di Coppa del Mondo si è fatta ovviamente interprete la stampa trentina, seguita a ruota  ma dall’assessore allo sport della Provincia di Trento, Iva Berasi. Su L’Adige Mauro Bonvecchio così ha commentato la decisione:

 Cristian Zorzi ritrova il suo tutor olimpico Giorgio Vanzetta (nella foto). È questo l'unico aspetto positivo per il campione di Moena che si è visto momentaneamente escludere dalla squadra di Coppa del Mondo di sci di fondo. Zorzi è stato inserito nella squadra Aggregati Coppa del Mondo. Che significa? Vuol dire che inizialmente si allenerà col gruppo sportivo Fiamme Gialle, ovvero sotto la guida di Sergio Piller, ma potrà contare anche sui consigli dello skiman Giorgio Vanzetta, che proprio nella stagione delle Olimpiadi di Torino fu il suo fido consigliere e motivatore. Poi in autunno, in base ai risultati dei test effettuati con gli altri azzurri, potrebbe rientrare in squadra A.

Un campione come Cristian avrebbe meritato un trattamento diverso. Chiaramente quella appena conclusa non è stata una stagione esaltante, però Zorzi è un campione che non ha mai steccato gli appuntamenti che contano e il prossimo inverno ci sono i mondiali di Liberec”.

Su questa stessa posizione, come detto, si è allineata Iva Berasi, assessore provinciale allo sport, con una lettera pubblicata dallo stesso giornale: «Non posso che condividere l'espressione di Mauro Bonvecchio sull'Adige di ieri: "un campione come Cristian Zorzi avrebbe meritato un trattamento diverso". Si percepisce da come la notizia è uscita che la decisione è stata unilaterale, che non c'è stata una condivisione con l'interessato sul da farsi. E lo sport perde un'altra occasione. Dopo anni di grandi successi, qualche alto e basso ma soprattutto podi importanti che hanno portato l'Italia a centrare gli obiettivi sportivi più ambiti e il corpo militare delle Fiamme Gialle a goderne le positive conseguenze, un campione come Zorro viene semplicem ente escluso dalla rosa azzurra. Ma dove sono i valori dello sport, quei rapporti umani che fa essere amici nella buona e cattiva sorte, quell'atmosfera di lealtà e amicizia che cambia faccia ad un gruppo e lo fa diventare vincente?

Una comunicazione, una decisione presa in modo univoco senza un confronto con un campione che non è mai mancato nelle occasioni importanti sia nei risultati che nel far emergere un'immagine vivace e gioiosa di uno sport faticoso come il fondo, che ha saputo avvicinare tanti ragazzi con la sua gioiosa e alle volte non compresa vivacità. Caro Cristian, so che sai tirare fuori il meglio di te, lo hai fatto ogni volta e ogni volta hai superato le difficoltà sportive e personali con determinazione e con la generosità che l' esuberanza non nasconde; non perdere l'occasione nemmeno questa volta di esserci da Campione».

Stima e considerazione delle quali Zorro è venuto a conoscenza al suo rientro da Sharm El Sheik, dopo due  settimane di vacanza con la famiglia.  Sulle rive del Mar Rosso ha staccato la spina ma ha ricaricato ugualmente le batterie di motivazioni e di rabbia agonistica. “Riuscirò ugualmente a qualificarmi, come ho fatto del resto anche quando ho dovuto guadagnarmi Mondiali e Tour de Ski. Non pensavo di essere in discussione: capisco la mancanza di risultati,  ma all’interno della squadra si sapeva che derivavano da tante problematiche, di carattere fisico e familiare, non certo da mancanza di professionalità nel mio lavoro. Tanto è vero che  il DT Fauner mi ha sempre dato una mano. Si dovevano dunque tenere in considerazione. Comunque non farò polemiche, ma dimostrerò con i fatti il mio diritto ad un posto”.

Si ripete, dunque, la situazione già vissuta da Fulvio Valbusa negli ultimi due anni di carriera. Solo che “Bubo” non era considerato “aggregato” alla squadra ma ne faceva parte integrante. Semplicemente si  allenava da solo durante l’estate con Vito Scandola, il suo allenatore di sempre, e si giocava il posto nella selezione di novembre, che preludeva alla trasferta al Nord per le prime gare di Coppa del Mondo.

 Lo stesso farà lui, convinto di spuntarla. “Brutta parola aggregato. E’ stato Vanzetta a spiegarmi la situazione e come la potrò affrontare. Quanto all’allenamento non credo che ci saranno problemi. La caserma delle Fiamme Gialle è ben attrezzata, e so di poter contare su tecnici preparati. A Predazzo ci sta anche Chenetti: mi piacerebbe combinare con lui il mio programma, come  faceva quando era il tecnico della nazionale”.

E’ convinto di poter far bene e tornare competitivo. Almeno fino a Vancouver 2010, le Olimpiadi che considerava il suo ultimo traguardo dopo il quale attaccare gli sci al chiodo. “Per questo a novembre tornerò con il coltello fra i denti. Me lo sono ripromesso in memoria di Fabio Canal, morto un paio di settimane dopo un intervento al cuore. Uno che per il fondo ha fatto tanto. Un amico che mi è sempre stato vicino anche nei momenti più bui, non solo in quelli di gloria”.

Una dedica che viene dal profondo del cuore, e che ha già cominciato a mettere in pratica diradando gli impegni e accantonando per il momento la sua gran passione per la moto. Novembre non è lontano per chi deve rimettersi in gioco. E Zorro, che lo sa, si adegua.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it




Da staff, Domenica, 04 Mag 2008 20:11, Commenti(0)
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