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Checchi e Genuin a caccia di punti a Otepaa

15 km per lui, sprint per lei. Fine settimana con la tecnica classica: sabato distance , domenica sprint. Gli altri 7 azzurri in gara: Clara, Fiorentini, Kostner, Scola, Zattoni, Santer e Rupil

 Trasferta a ranghi ridotti, con partenza dalla Malpensa, per le gare a  tecnica classica di Otepaa, in Estonia, dove sabato è in programma la “distance”, 10 km femminile e 15 km maschile, e domenica lo sprint. Silvio Fauner, direttore tecnico azzurro, ha convocato per l'occasione nove atleti, quelli che se la cavano bene in  questa tecnica: Valerio Checchi (nella foto), Roland Clara, Florian Kostner in quanto capolista attuale della Coppa Europa e quindi invitato dalla FIS , Fulvio Scola, Andrea Zattoni, Marco Fiorentini, Magda Genuin, Stephanie Santer e Silvia Rupil. Solo Fulvio Scola parteciperà ad entrambe le gare, mentre Andrea Zattoni e Magda Genuin si limiteranno al solo sprint.

Restano invece a casa Arianna Follis, Pietro Piller Cottrer, Giorgio Di Centa, Sabina Valbusa, Antonella Confortola, Cristian Zorzi, Renato Pasini e Fabio Santus, che si alleneranno in Italia per rientrare sul circuito nel week end di Liberec (Cze) del 16-17 febbraio, Decisione che Fauner spiega così: "Molti dei nostri ragazzi hanno partecipato a tutte le gare della stagione, per cui era giusto far tirare loro il fiato per presentarsi agli ultimi appuntamenti dell'anno in condizioni competitive. Andiamo comunque in Estonia con buone motivazioni, abbiamo Valerio Checchi in grande forma e Magda Genuin che è reduce dal suo primo podio in carriera".

Valerio Checchi, come è scritto in  un comunicato stampa di Newspower, porta il Team Viessmann Italia, che a Otepae sarà rappresentato anche da Clara, Zattoni e Genuin, sul tetto del mondo. È successo a Canmore, in terra canadese, in occasione di una 15 km in tecnica libera individual start valevole ai fini della classifica di Coppa del Mondo, il 25 gennaio scorso. Dopo i due podi conquistati al Tour de Ski (un secondo ed un terzo posto nei due pursuit corsi a Nove Mesto), per l’azzurro di Subiaco è arrivata la prima gioia di Coppa del Mondo. Ed è la prima vittoria individuale nel massimo circuito internazionale per un atleta del Team Viessmann Italia, quindi doppio successo per lui.

Un successo che era davvero nell’aria, considerato il continuo crescendo in cui lo stesso Checchi si è esibito nella prima metà di stagione. Subito il secondo posto in staffetta a Davos, seguito dal podio sfiorato nella russa Rybinsk, con il quarto posto nella 30 km. Come detto, poi, i due podi al Tour, dove ha conquistato anche un confortante ottavo posto nella 20 km in tecnica classica della Val di Fiemme (nella  foto). Per Checchi, quello di gennaio doveva essere il mese della verità. E così è stato. Sesto nel pursuit, sempre a Canmore, con tanto di rottura di un bastoncino, segno che la forma era quella dei giorni migliori. Sensazione confermata tre giorni dopo, il 25 gennaio: Valerio Checchi vince la 15 km skating individuale, con un finale strepitoso.

“Nella prima parte di stagione c’ero andato vicino più di una volta – commenta l’azzurro di Subiaco. Dico la verità: me la sentivo nelle gambe, ma preferivo tenere i piedi ben saldi a terra. Una 15 km a cronometro è una gara dura, ma l’ho gestita davvero bene ed anche i materiali erano ottimi”.

 

Quando hai capito di potercela fare? “L’avevo capito già dopo il pursuit di tre giorni prima, quando ero arrivato sesto pur avendo rotto un bastoncino. Lì ho cominciato a crederci e ad accumulare rabbia positiva. Nell’ultimo giro della 15 km avevo un’incredibile adrenalina addosso”.

 

Una vittoria che non arriva dunque per caso… “Direi di no, anche perché mi ci sono avvicinato gradualmente. Penso sia la felice conclusione di un costante crescendo”.

Ma la vittoria in Coppa del Mondo non è tutto, perché se è vero che Checchi ha chiuso il mese di gennaio con questo successo, l’avvio del mese di febbraio gli ha regalato un’altra medaglia, quella di vincitore nella 15 km in tecnica classica ai Campionati Italiani di San Cassiano, in Alta Badia.

“In tanti – aggiunge l’azzurro – pensano che noi atleti di Coppa del Mondo corriamo gli Assoluti quasi controvoglia. Vi dico, invece, che è l’esatto contrario. Il tricolore è sempre un titolo e per me, oltre tutto, rappresenta un momento particolare, perché è il primo conquistato con i colori della Forestale”. Fino a poco tempo fa, infatti, l’atleta difendeva i colori del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle.

Valerio Checchi, 28 anni il 3 aprile prossimo, è ora ottavo in classifica generale di Coppa del Mondo (primo è Lukas Bauer), terzo nella speciale classifica “distance”, con 319 punti (il leader Teichmann ne ha 368). Se si considera che la maturità di un atleta arriva proprio alla soglia dei trent’anni, si può davvero pensare in grande.

 

Un pensierino alla generale per l’anno prossimo? “Già quest’anno non è male come risultato. Chiaro che un po’ ci penso. Magari non alla vittoria, ma ad un podio… Se la condizione è questa, qualcosa di buono si può sicuramente fare”.

Chiusi gli Assoluti domenica, Checchi ha poi fatto ritorno a casa. Qualche giorno di riposo e meritati festeggiamenti con parenti ed amici, prima di prendere la volta di Otepaa (Estonia) dove, il prossimo week-end, si torna a gareggiare in Coppa del Mondo. In programma, come detto, una 15 km a tecnica classica ed una sprint.

 

Ed ora, come si presenta Checchi al via? “Con qualche motivazione in più – conclude l’azzurro - questo è certo, ma partirò come se non avessi ancora vinto niente. Lo ricorderò prima del via, convincendomi che ce la posso fare, ma poi metterò tutto da parte. Non voglio smettere di rincorrere un obiettivo, né tanto meno perdermi proprio sul più bello”.

Maturità da vero campione per Checchi, per quello che potrebbe essere davvero l’anno della svolta.

 

Di sicuro lo è stato per Magda Genuin (nella foto nello sprint di Duesseldorf). "Questione di testa, di maggior coscienza nei miei mezzi, di più tranquillità, di minor tensione in gara. Maturazione, insomma" spiega la stessa  atleta.

 

 Da che dipende? "Ho lavorato bene con Franz Semenzato  e i compagni del gruppo sprint nel quale sono stata inserita. E' un bel gruppo e mi sono divertita, Mi sento  più fluida e sciolta; il lavoro specifico effettuato insieme ai maschi mi ha dato maggior dimestichezza  con questa specialità. E' evidente che devo ancora migliorare, ma sono sulla buona strada. Ho capito che all'uscita dal cancelletto ho ancora bisogno di un paio di metri di lancio per incrementare la velocità, poi vado. Ho acquisito una certa facilità nel pattinare senza la spinta di braccia, una tecnica che cerco di sfruttare il più possibile, prima di ricorrere al doppio. Il prossimo passo sarà quello di cercare di imitare Arianna Follis, che si è rivelata con lo sprint ma adesso sa farsi valere anche sulla distanza".

 

Questa è la preparazione che effettui con la squadra. Ma come ti alleni a casa?

Come da sempre, con papà Angelo, ma anche con Fulvio Scola e Pierluigi Costantin che si è sposato a Falcade, e Alessandro Follador, che corre per una società civile, l'Hartmann, ma va sempre forte. Facciamo tutto in paese. Sono arruolata nell'Esercito, l'unica nella nazionale maggiore, e il Centro sportivo di Courmayeur mi lascia piena libertà. Trattata come una principessa. Ho un ottimo rapporto con l'allenatore Gaudenzio Godioz, ma mi gestisco come credo. E cioè seguendo il programma di Semenzato, che va bene per lo sprint, ma anche per la distanza, dove infatti sono migliorata molto".

 

Meglio in classico o a skating?

Naturalmente a skating, come del resto confermano i risultati. Ma il classico comincio a sentirlo di più. Ho fatto tanto lavoro specifico di piede e sensibilità, e sono migliorata. Fatico ancora, però, ad  adattarmi alle nevi difficili. Nei 5 anni in cui mi ha seguito, Marco Selle mi ha cresciuto bene, mi ha dato le basi, mi ha fatto un mazzo che adesso che ho 28 anni sta producendo i frutti attesi".

 

Ti manca ancora un po' di cattiveria: la scuola di papà, da questo lato, ti è servita a poco....

Beh, comincio anch'io a farmi rispettare. Nello sprint di Asiago è stata una guerra: di gomitate ne ho prese ma ne ho pure date. Entro anch'io sui bastoncini, allargo le spalle quando è il caso. Quando posso, comunque, evito il contatto. A Praga, nello sprint del Tour de Ski (nella foto), la Bjoergen mi ha passato e portato via il podio solo perché c'era il rischio di incrociarsi e, cadendo, di  mandare a monte la gara. Non era certo il caso".

 

 Detto dei risultato sportivi, non si può  non parlare della laurea che si  avvvicina. Allenamenti e gare non le hanno impedito di continuare gli studi: scienze dell'educazione, la pedagogia di un tempo, per dirla in parole povere. "Mi manca un esame e la tesi; questa estate chiudo. Mi servirà in futuro".

Franz Semenzato  non può che confermare la nuova dimensione  di Magda Genuin, il salto di qualità del quale è stato in parte artefice. "Ma il merito è tutto suo. Caratterialmente è molto tenace e combattiva, e adesso ha raggiunto la maturazione come atleta sotto l'aspetto tattico e l'allenamento, da professionista di alto livello.

Si dedica molto al fondo, che è il suo mestiere, e in più studia; quindi è doppiamente brava. Ha capito che migliorarsi significava dare giusta attenzione e importanza al gesto tecnico, e vi si è applicata con volontà e i risultati  sono stati la logica conseguenza. Già l'anno scorso è stata dodicesima ai Mondiali e adesso è nelle 10 nello sprint. Ha fatto bene al Tour de Ski, che è una gara massacrante, ed è segno di potenzialità anche sulla distanza. La vedo più sicura e conscia dei propri mezzi, parte con determinazione, ha capito che la cosa è diventata sistematica e quindi ha la certezza e le qualità per fare un salto ulteriore. 

 

Com'è messa sul piano della tecnica?

Molto bene nello skating, che predilige. Potrebbe farlo anche in classico se si rendesse pienamente cosciente dei mezzi che ha. Non ne ha ancora acquisito la certezza. ma anche a skating ha ancora ampi margini da sfruttare. In classico, comunque, ha ottenuto il 14° posto nello sprint di Kuusamo. Poteva giocarsi la qualifica per la semifinale, le è andata male per un pelo. Il suo, del resto, è l'obiettivo di tutta la squadra: quello di qualificarsi nelle gare in classico. Tutti devono migliorarsi in questa tecnica"

 

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it

 




Da staff, Venerdě, 08 Febbraio 2008 21:38, Commenti(0)
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