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GLI SPORT INVERNALI NON SOLTANTO COME UN LUSSO

Per gli appassionati dell’universo neve necessario un concreto intervento politico perché la pratica sportiva e il turismo invernale non siano limitati ai soli  benestanti. Andare a sciare costa troppo: possibilità e opportunità alla portata di molti vengono offerte da ognuno dei 1500 e passa  “Sci Club” affiliati alla Fisi. Ma la classe politica, e anche il Coni su queste problematiche si dimostrano latitanti

di Claudio Baldessari

 Vivere vuol dire stare soprattutto con gli altri. Cosa che incomincia fin dalla nascita e continua per tutta la vita. Con lo scopo di facilitare i rapporti collettivi sono stati inventati i club, le associazioni, le società sportive, quelle culturali, musicali, ecc. Danno forza all’individuo e permettono ai migliori di mettersi in luce e magari d’impegnarsi nell’interesse di tutti. Chi vuole stare e fare da solo è quasi sempre un disadattato o un povero egoista. Perché uomo e donna, per loro natura, sono esseri socievoli che hanno sempre bisogno l’uno dell’altro.
La solitudine è patologia grave, addirittura antibiologica. Per questo la socialità non è un’opzione, un’eventualità, ma una condizione di vita che ci permette di essere, conoscere e vivere da esseri umani. Il singolo è solo mezza dimensione, per questo cerca compagnia, per completarsi e costruire con gli altri. Stare soli perché incapaci di vivere con la collettività è come non esistere ed essere nell’impossibilità di rapportarsi e comunicare con il mondo. Patologia molto grave e pericolosa malattia dell’identità. Appartenere ad una collettività serve da antidoto, perché offre sostegno, certezze, sicurezza.

Questa premessa per sottolineare quanto sia importante appartenere ad una collettività che possa accompagnarci alla realizzazione di un desiderio, un’aspirazione, un qualcosa che ha sollecitato e catturato la nostra attenzione, la nostra fantasia. Qualcosa che può darci soddisfazione e, contemporaneamente, la possibilità di distinguerci e magari di mettere in mostra la nostra eventuale abilità e il nostro impegno. Tutto questo nell’ambito di una realtà con norme, regole e obblighi da rispettare, capaci di tenere insieme e in armonia più persone e, contemporaneamente, offrire i vantaggi che può ottenere un gruppo che si distingue ed emerge, perché numeroso, si comporta correttamente e propone, soprattutto ai giovani, un valido antidoto contro i disagi e le insoddisfazioni del mondo attuale.

Probabilmente, se tutti gli uomini avessero, oltre alla famiglia, un punto di riferimento e di aggregazione capace di promuovere comportamenti coerenti secondo le aspirazioni e le capacità di ognuno, si vivrebbe in atmosfere decisamente più pacifiche e serene.

Pensando al mondo della neve non è difficile capire che quanto detto calzi perfettamente con la realtà della Federazione Italiana Sport Invernali, dei suoi comitati regionali e provinciali, soprattutto con quella delle società affiliate. Un mondo che, per la sua storia, il suo passato, le conoscenze, gli approfondimenti effettuati sui vari argomenti di competenza ed i rapporti  costruiti a livello internazionale, è qualificato e in grado di offrire una visione organica e responsabile dell’universo sport e turismo invernali.

È vero che il passato va letto alla luce del presente, oggi molto discusso nella realtà del suo attuale “centro” guida – da più parti “stroncato” senza appello – ma il centro, come ha scritto Nietzsche, non esiste. Esistono invece molti centri, nel nostro caso gli sci club, e ognuno si sente ed è un centro nel mondo della neve. Al quale può riferirsi chiunque abbia desiderio di sapere, conoscere, frequentare e provare la magica realtà degli sport invernali. Per farlo in forma guidata, senza inutili rischi, nell’ambito di uno scenario complessivo di relazioni umane, capace di offrire pure orizzonti di comunicazione e di indicare il modo migliore per soddisfare le diverse esigenze.

Una collettività dove la cordialità ed i rapporti tra persone sono gli ingredienti principali e dove ognuno può soddisfare il desiderio di cimentarsi nel nuovo e con il futuro. Naturalmente con comportamenti coerenti, opportunamente ragionati e in linea con l’attualità. Soprattutto con il mondo di oggi dove la ricchezza prodotta dalla collettività non viene ridistribuita equamente, ma finisce nelle mani di una minoranza che ne possiede più del 50 %. Così le speculazioni finanziarie, i bassi salari e la crisi dei consumi, costringe la maggior parte ad impegnarsi duramente nel mestiere di sopravvivere; con scarse possibilità di pensare a diversivi sportivi. Ad esempio andare a sciare. Costa troppo e se lo può permettere liberamente solo quella minoranza che oggi possiede più della metà della ricchezza complessiva del Paese. L’80 % della popolazione vive con limitazioni economiche e poche risorse per le opportunità dello sport e del tempo libero.

Per questo la realtà federale delle società affiliate rappresenta una possibilità alla portata di molti. Per chi ama gli sport e il turismo sulla neve l’opportunità la offre uno dei tanti “Sci Club” affiliati alla Federazione Italiana Sport Invernali. Ne esistono più di millecinquecento e sono distribuiti in tutte le regioni italiane  (vedasi, in internet, crac@fisi.org ). E sono proprio queste società che possono offrire un progetto sportivo decente, nonostante  il precariato che riguarda soprattutto i giovani e l’incertezza dei bassi salari. Condizioni che investono i lavoratori dipendenti e la  classe media del nostro Paese. Dove la ricchezza “privata” è nove volte maggiore del Pil, a differenza delle altre realtà nazionali europee dove è, al massimo, maggiore di cinque volte.

Peccato che la nostra realtà politica, assieme al Coni, non abbiano capito queste cose e che nessuno pensi a sostenere un universo federale che è anche “volano” della realtà economica della Montagna italiana e di un importante complessivo – indotto compreso – che è stimato attualmente in 10 miliardi di euro a stagione. Cose dette e ripetute più volte, mai “raccolte” ed esaminate obiettivamente da chi di competenza. Perché nel nostro Paese, come precisava tempo fa Vittorio Feltri su “Libero”, «il fallimento della politica italiana è determinato dalla pochezza, la sciatteria, l’incompetenza degli uomini e delle donne chiamati a rappresentare i cittadini. Cosa che provoca in tutti una sorta di depressione e di disgusto origine di un fenomeno nuovo: l’antipolitica ovvero l'allontanamento della gente dalla politica, considerata un refugium peccatorum, una specie di club degli inetti i quali si sostengono a vicenda per tirare a campare in mancanza di un lavoro serio».

Parole durissime che disorientano e spaventano. Il mondo della neve, pure se sfiduciato e lontano dai Palazzi del potere, si augura che qualcuno voglia impegnarsi per capire la realtà sport e turismo invernali nella sua importanza per il Paese e riesca a proporre qualche intelligente sostegno per la collettività federale e per chi è alla guida (oggi piuttosto criticato e discusso) di questa bellissima realtà. L’Italia, Paese con oltre il 50 % del suo territorio in montagna, dispone di una delle migliori e apprezzate realtà sciistiche del mondo.

Qualche politico – fra quelli che con si identificano con l’immagine tratteggiata da Feltri – è disposto a prendere in considerazione la possibilità di aiutare concretamente questa Federazione, per metterla in grado, anche con dirigenti miopi e distratti, di operare a favore dell’intera collettività nostrana degli appassionati della neve, attraverso le società affiliate? Magari con la possibilità di collegare la tessera Fisi con un’assicurazione infortuni e RC, appositamente studiata dalla Federazione con l’ANIA e detraibile in denuncia dei redditi.

La pratica sportiva in generale, quella sulla montagna invernale in particolare, rende più efficienti, scarica l’eccesso delle tensioni emotive, migliora il coordinamento delle funzioni emostatiche cerebrali (controllo temperatura e antigravità del corpo, pressione del sangue, ventilazione polmonare, attività delle ghiandole endocrine), provoca “rinascimento”, salute e benessere, stimola reazioni corrette e apertura verso gli altri; influisce positivamente sulla mentalità e sul carattere delle persone, regala a tutti momenti straordinari, indipendentemente dal livello di abilità del singolo nell’impegno agonistico, amatoriale o semplicemente turistico. Per questo un intervento politico in favore della realtà istituzionale delle società affiliate alla Fisi potrebbe essere importantissimo, per abituare la collettività ad accostarsi agevolmente e correttamente alle discipline sportive e al turismo sulla neve.

Un bel regalo che il 2008 potrebbe riservare alla nostra società civile. Un modo significativo anche per attenuare la pesante realtà economica che oggi grava su tante, troppe, famiglie. E aiutare una grande istituzione ad accompagnarle, con maggiore facilità, nella realtà degli sport e del turismo invernali.

 




Da staff, Venerdě, 28 Dicembre 2007 15:19, Commenti(0)
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