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L'estremo saluto a Giuseppe Steiner, il fondista contadino

I funerali a Braies, il paese che lasciava solo per gare e raduni. Azzurro della grande squadra di Nilsson a cavallo degli anni '50 e '60 , è stato uno dei pochi campioni che non ha mai voluto entrare in un corpo militare

 BRAIES (BZ) 4 aprile – A 79 anni se ne è andato Giuseppe Steiner, il fondista contadino,  e ad accompagnarlo nell’ultimo cammino verso il cimitero di S. Vito, c’erano alcuni dei grandi campioni che, con lui, negli anni ’60, hanno fatto parte della grande squadra di Nilsson e lanciato il fondo italiano in una dimensione internazionale. Si sono uniti alla gente della Pusteria e di questa  vallata nota per la secolare tradizione di vita contadina, il lago di Braies e l’alpeggio di Prato Piazza, che del fondo di quei tempi ricorda la prima medaglia, il bronzo della staffetta ai Mondiali di Oslo nel 1966 e l’oro olimpico di Nones nella 30 km di Grenoble nel 1968.

A rappresentare quella squadra c’era Giulietto Deflorian,con Francesco Zanon e Corrado Varesco, alla testa di una rappresentanza dell’U.S. Cauriol, la società della Val di Fiemme per la quale Steiner aveva corso per due stagioni, nel 1958 e nel 1959, vincendo tutti i 4 titoli in palio: 15, 30 e 50 km e staffetta. La prima formazione civile capace di battere le squadre militari.  Con loro i compagni di un tempo come Marcello De Dorigo, Alfredo Di Bona, e campioni più recenti come Ulrico Kostner che entrava in nazionale proprio quando Steiner la lasciava, e Albert Walder che è di queste parti e ne ha raccolto l’eredità

Un funerale di altri tempi, anacronistico in tempi di motorizzazione imperante. La bara su un carro trainato da un cavallo e dietro, a piedi e a passo lento per  3 chilometri, la lunga processione con il coro nel quale Steiner ha cantato per 40 anni. Qui lui ci ha sempre vissuto. Se ne allontanava giusto il tempo di partecipare ai raduni estivi e alle gare nella stagione invernale. Fra l’una e l’altra portava avanti il suo lavoro di contadino e di boscaiolo, e poi di camionista. Una vita sempre piena, che merita di essere ricordata non solo per i risultati agonistici, ma ancor di più come ha saputo abbinare sport e lavoro. Due mondi diversi ma entrambi in stretto contatto con la natura dalla quale non ha mai voluto staccarsi.

Giuseppe Steiner, infatti,  è stato uno dei pochi fondisti di altissimo livello che, dagli anni ‘50 in poi, non si siano formati in un Corpo militare. L’occasione non gli era mancata ed era pure ghiotta per questo contadino di S. Vito di Braies, che faticava tutto il giorno nei campi e con il bestiame e che avrebbe trovato comodo uno stipendio fisso. Lo avevano contattato le Fiamme Oro, che lo volevano in squadra anche se non era più giovanissimo. Altrettanto volentieri ci sarebbe andato lui, ma a farlo desistere da questo proposito hanno provveduto le insistenze e il pianto della mamma, alla quale era particolarmente legato, che non se la sentiva di restare sola. Così ha rinunciato all’arruolamento continuando a correre per squadre civili.

Aveva cominciato a far fondo durante il servizio militare nel 6° Reggimento Alpini e svolto successivamente attività agonistica nel limitato ambito delle gare locali correndo per l’U.S. Villabassa (Bolzano). Ancora classificato 2° categoria FISI, si era messo in evidenza all’inizio del 1957, in occasione delle prime gare disputate a Passo Rolle e Asiago con risultati che gli meritarono la convocazione nella rappresentativa azzurra per la Settimana Internazionale di Garmisch-Partenkirchen. Impegnato nella squadra C della staffetta 4x10 km, fra la sorpresa generale fece registrare il secondo tempo nella sua frazione. Ma ancor maggiore fu la sorpresa quando, alla sua prima esperienza, di lì a pochi giorni si impose nella 15 km dei campionati assoluti che da Colle Isarco, per mancanza di neve, erano stati spostati a Cortina. Aveva già 27 anni, nessuno ne conosceva il valore e l’effettiva potenzialità, e si lasciò alle spalle i migliori atleti del momento, come Federico De Florian, Ottavio Compagnoni, Arrigo Delladio che, partendo dietro di lui, potevano controllarne i tempi.

Fu l’avvio di una splendida carriera. Dopo aver rinunciato all’arruolamento nelle Fiamme Oro, passò all’A.S. Cauriol di Ziano di Fiemme, la sola società civile in grado, in quel momento, di competere con i gruppi sportivi militari. Si impose nuovamente nella 15 km, vinse anche il titolo della 30 km e della staffetta  assieme a Federico e Giulio De Florian. Con gli stessi compagni fece il bis anche nell’anno successivo. Nove i titoli complessivi: ai 2 di staffetta (1958/1959), ne affiancò 4 della 15 km (1957/1958/1961/1963), 2 della 50 km (1960/1964) e uno della 30 km. “Era la gara che mi piaceva meno, rispondeva ad una precisa domanda. Non avevo problemi sulla distanza breve o sulla gran fondo, ma con la 30 km proprio non mi ci trovavo. Mi veniva un po’ di crisi a 2/3 di gara, che poi passava e finivo per arrivare al traguardo ancora fresco. Insomma, su questa distanza non riuscivo a esprimermi completamente, come avrei voluto e come facevo nella 15, dove partivo e arrivavo senza la minima flessione, e anche nella 50 km dove la piccola crisi capitava puntuale ma avevo tutto il tempo per riprendermi e riguadagnare il tempo eventualmente perduto”.

 Un bell’atleta, Giuseppe Steiner, un duro per il quale B.H. Nilsson, l’allenatore della nazionale di cui Steiner ha fatto parte dal ’57 al ’66 partecipando a due Olimpiadi e a tre Campionati Mondiali, stravedeva letteralmente. Lo ammirava per la straordinaria forza fisica, per l’eccezionale serietà umana e morale. Costituendo in pratica l’anello di congiunzione fra i fondisti degli anni ‘50 e la squadra di giovani che l’allenatore svedese stava man mano plasmando con nuovi inserimenti, della nazionale Steiner era diventato l’elemento trascinatore. Si allenava più di quello che Nilsson pretendesse, e non era certamente poco; sempre primo a battere la pista e ultimo a rientrare, tanto che più di uno non mancava di urlargli che gli avrebbe spaccato le gambe se non avesse ridotto l’andatura.

 Un passo buonissimo sul piano, una notevole spinta di braccia, una tecnica quasi perfetta sebbene fosse un autodidatta. Mai avuto a che fare con il medico, per le piccole cose interveniva il massaggiatore Isaia Steffano. Farmaci meno che meno, tutt’al più della vitamina C per il raffreddore. Abituato alla dura vita del contadino, si trovava bene dovunque lo mandassero, senza far problemi con l’alimentazione del Nord, certamente diversa da quella cui i nostri erano abituati. Niente vino, si pasteggiava con il latte o, eventualmente, l’aranciata.

Malgrado il livello raggiunto, non poteva vivere di solo sport e continuava a fare il contadino. Né avrebbe potuto fare diversamente con le 2500 lire di mancato guadagno che la FISI gli passava, limitatamente però ai giorni in cui era con la nazionale. Per il resto doveva arrangiarsi e non era facile in anni in cui non c’erano premi in denaro e gli ingaggi erano più formali che sostanziali. Nella Cauriol ci stava bene, poiché con i due De Florian poteva mirare al titolo anche nella staffetta oltre che nelle gare individuali. Lasciò la società di Ziano nel 1960, per trasferirsi alla Rex di Cortina, dove trovava un altro azzurro, Alfredo Di Bona, poiché la possibilità di successo in staffetta era sfumata con l’arruolamento di Giulietto De Florian da parte della Guardia di Finanza. E fu appunto il suo inserimento nell’ultima frazione che permise alle Fiamme Gialle di entrare in possesso di un titolo che avrebbero rinnovato per altri 7 anni consecutivi.

I migliori piazzamenti di Giuseppe Steiner alle Olimpiadi sono stati il 20° posto nella 15 km e il 5° in staffetta (con De Florian, Fattor e De Dorigo) a Squaw Valley nel 1969, e il 12° nella 15 km, il 16° nella 30 km e il 5° in staffetta (con De Dorigo, De Florian e Nones) a Innsbruck nel 1984. Quanto ai Mondiali, debuttò a Lahti (1958) piazzandosi 19° nella 15 km , 25° nella 30 km, 18° nella 50 km  e 5°  in staffetta (con Federico De Florian, Ottavio Compagnoni e Marcello De Dorigo), mentre a Zakopane, nel 1962, ottenne il 12° posto nella 15 km, il 14° nella 30 km, l’8° nella 50 km e ancora il 5° nella staffetta (con Gianfranco Stella, de Dorigo e De Florian). Uno stakanovista del fondo, come si vede. Con la nazionale chiuse nel 1966 a Oslo, dove la staffetta (De Florian, Nones, Stella, Manfroi)  si guadagnò la medaglia di bronzo. Steiner partecipò soltanto alla 50 km arrivando 14°.

Smesso con il fondo, aveva ripreso la vita di prima. Acquistato un camion, aveva cominciato a fare trasporti di legname, attività che ha poi continuato con il figlio. Qualche problema ad un’anca alla fine lo aveva indotto a mettere definitivamente da parte anche gli sci

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it  




Da staff, Mercoledì, 04 Aprile 2007 20:58, Commenti(0)
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