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Mondiali: Renato Pasini e Cristian Zorzi oro nel Team sprint

Pax e Zorro non lasciano spazio agli avversari: il bergamasco riesce a dare l'ultimo cambio in prima posizione, che il trentino mantiene per tutto il giro resistendo al gran ritorno di Rotchev

 SAPPORO (Giappone) 23 febbraio – Renato Pasini e Cristian Zorzi d’oro nel Team sprint. Zorro a battere per pochi centimetri Rotchev. Stesso tempo del russo, decisione al fotofinish che ha certificato come la punta della scarpa dell’azzurro abbia preceduto di tanto poco quella del russo sulla linea rossa del traguardo. Uno sprint al cardiopalmo, che Zorro ha iniziato da lontano, mantenendo per tutto il terzo e ultimo giro il 1° posto che “Pax” gli aveva regalato all’ultimo cambio sprintando dalla quarta posizione in cui si trovava all’ingresso del rettilineo d’arrivo e lasciandosi dietro Angerer, Morillov e Sperl.

Splendida anche sotto il profilo tattico l’ultima frazione di entrambi che ha esaltato l’orgoglio e la dignità troppe volte trafitti quest’anni dal CT e dai tecnici che li hanno costretti a test di selezione che non sarebbero stati strettamente necessari. Umiliati nell’orgoglio di atleti di razza e offesi nella dignità di uomini: ne diciamo a parte. Zorro che, malgrado si “cagasse sotto” come ha detto a chi lo intervistava all’arrivo per come stavano mettendosi  le cose e per la responsabilità di trovarsi nella condizione di buttar via con una volata sbagliata il possibile trionfo che Pasini gli aveva consegnato, non ha perso la testa e si è riscoperto velocista. E questo dopo aver quasi rinnegato il  glorioso passato di sprinter per dedicare i suoi ultimi anni al fondo puro, quello delle distanze. A skating, naturalmente, anche se è notevolmente migliorato in classico.

Memore dei tempi in cui gli sprint li impostava da lontano, non ha mai mollato la testa. L’ha difesa con i denti sul piano e nelle curve impedendo che gli strappassero la corda, l’ha mantenuta in salita per poter affrontare le discese con quella tranquillità che i suoi sci oggi gli garantivano dopo averlo messo in ambasce per gran parte della stagione. Ci hanno ripetutamente provato a strappargli la posizione, da Teichmann, il più ostinato, a Kozisek, il più scorretto, a Rotchev che, stranamente, gli ha lasciato mantenere l’iniziativa fino all’ultimo, convinto forse di passarlo in volata, come effettivamente ha tentato con una prodigiosa rimonta. Niente da fare per tutti: l’odierno Zorro, oltre che di gambe, ci stava anche con la testa.

 Altrettanto dinamico e “prepotente” Pasini quando si è presentato il caso, che ha approfittato dell’occasione per sputare tutti i rospi ingoiati in questa stagione; l’ultimo la squalifica di ieri che, se non fosse stato italiano, nessun giudice avrebbe avuto il coraggio di comminargli. Con  la Federazione che ci ritroviamo, in FIS ci possono tranquillamente snobbare, seppure con il dimissionario presidente  Coppi abbiamo mai contato qualcosa. Come fondo, naturalmente.

Pax si è battuto alla grande e, se in difficoltà si è trovato, non lo ha mai dato a vedere agli avversari dei quali ha retto il ritmo e sfruttato la sua quando è stato necessario per poi superarli in tromba sull’ultimo rettilineo. E’ riuscito a passare all’esterno, quasi contro le transenne,  dove non sembrava neppure profilarsi lo spazio per non incrociare i suoi sci con quelli di qualcun altro, e ha quindi corso il rischio di trovarsi a terra invece che in prima posizione, come è avvenuto, a dare il cambio al compagno.

 Sembrava destino che oggi tutto dovesse andare bene. L’inopinata autoeliminazione della Svezia, per una caduta di Lind in salita al secondo giro della semifinale dopo aver denunciato comunque grossi problemi a mantenere il ritmo in precedenza; la caduta di Hetland in discesa  nel secondo giro della finale che ha tolto dai giochi la Norvegia malgrado il bell’inseguimento di Northug, e quella del kazako Koschevoy sul piano, quasi all’arrivo. Due squadre da podio in meno, una terza che sarebbe potuta esserlo, che si aggiungono alle cadute di altri concorrenti, a rotture di bastoncini che hanno condizionato qualcuno senza peraltro risultare determinanti, non sminuiscono comunque il successo azzurro che resta eccezionale per come è avvenuto: una gemma finora mancata nel palmares del fondo azzurro.

Che ora può guardare con maggior tranquillità all’immediato futuro: c’è già il pursuit da affrontare, pane per i denti di Piller Cottrer e Di Centa, che impone ai telespettatori una sveglia all’alba. Si corre infatti alle 6 quando da noi è ancora buio.

La classifica

1. ITALIA (Pasini Renato / Zorzi Cristian ) 1.50.6; 2. Russia (Morillov Nikolai / Rotchev Vassili) +0.0 fotofinish; 3. Repubblica Ceca +0.7 (Sperl Milan / Kozisek Dusan) 1.7; 4. Germania (Angerer Tobias / Teichmann Axel) 0.8; 5. Polonia (Kreczmer Maciei / Krezeluk Janusz) 0.9; 6. Canada (Kershaw Devon / Goldsack Drew) 4.3; 7. Norvegia (Hewtland Tor Arne / Northug Petter) 8.1; 8. Kazakistan (Cheborko Nikolay / Koschevoy Yevgeniy) 19.4; 9. Austria (Stockinger Martin / Pinter Juergen) 21.3; 10. Estonia (Kummel Peter /Narusk Priit) 55.1

11. Finlandia; 12. Giappone; 13. Francia; 14. Svizzera; 15. USA; 16. Australia; 17. Slovacchia; 18. Ungheria; 19. Cina; 20. Grecia. Ritirata Svezia (caduta Lind)

 Fra le donne nel finale Kuitunen “salta la Bjoergen sprecona

Seconda la Germania con Kuenzel. La coppia azzurra Valbusa / Follis finisce all’8° posto

In campo femminile ha vinto la coppia finlandese Roponen / Kuitunen. Un successo che ci sta tutto per il modo in cui è maturato nei 200 metri conclusivi ma che è stato letteralmente regalato da Marit Bjoergen, che  a  skating ha sempre primeggiato anche in volata ma in questa occasione ha sbagliato il tempo. Ha infatti tentato la soluzione di forza  già al momento in cui ha ricevuto il cambio con leggero vantaggio da  Astrid Jacobsen, ieri oro nello sprint in classico e che forse avrebbe reso di più alla causa norvegese se schierata in seconda frazione. Troppa strada da percorrere da sola e in forma apparentemente per nulla brillante ma ugualmente determinata a tentare l’assolo.

Con Kuitunen  che sembrava stranamente in difficoltà sulle salite e con Kuenzel che stentava a tenerle il passo, ha effettivamente dato l’impressione di avere la vittoria ormai a portata grazie alla trentina di metri di vantaggio conquistati, ma i suoi guai sono cominciati subito dopo l’ultimo scollinamento. Una sua esitazione in discesa, all’altezza della brutta curva che ha visto anche oggi più di una caduta e che l’oscena regia della TV giapponese non è capace di inquadrare, ha permesso il ricongiungimento delle inseguitrici che, distribuendo lo sforzo e correndo in economia,  l’hanno appaiata ancor prima della dirittura per staccarla in progressione senza che lei opponesse resistenza. Non ne aveva proprio più. Ha quindi pagato, oltre che la pressione psicologica di dover battere la Kuitunen che quest’anno le è quasi sempre arrivata davanti, anche la fatica accumulata in semifinale e nei primi due giri della finale.

 Evidentemente non è in grado di reggere gli sforzi ripetuti. Letteralmente irriconoscibile lei che era abituata a dominare su qualsiasi distanza e in entrambe le tecniche: da due anni a questa parte sembra che in pista ci sia la controfigura di quella campionessa che  pareva destinata ad offuscare il ricordo della connazionale Skari Martinsen. Dietro questo terzetto  il vuoto, o quasi, poiché la coppia svedese si è progressivamente spenta e le altre erano già fuorigioco al cambio. Come del resto il team italiano Follis / Valbusa, con la seconda che, in pratica, ha fatto da zavorra annullando ogni tentativo di rimonta della sempre pimpante Follis, anche oggi all’altezza delle grandi prove di questa stagione e delle aspettative. Non si sarebbe potuto vincere e, forse, neppur salire sul podio, ma c’erano tutte le premesse per arrivare più avanti dell’8° posto. Accoppiamento sbagliato, purtroppo.

La classifica

1. Finlandia (Roponen Riitta Liisa / Kuitunen Virpi) 16.20.9; 2. Germania (Sachenbacher Evi / Kuenzel Claudia)+0.73. Norvegia (Jacobsen Astrid / Bjoergen Marit) 3.1; 4. Svezia (Norgren Britta / Andersson Lina 19.6; 5. Kazakistan  (Jatskaja Oxana / Kolomina Elena) 21.9; 6. Bielorussia 23.1; 7. Slovacchia (Prochazovka Alena / Garajova Katarina) 24.6; 8. ITALIA (Valbusa Sabina / Follis Arianna) 32.7;  9: Slovenia (Fabjan Vesna / Majdic Petra) 1.03.610. Cina (Man Dandan / Yuxia Hou).07.2

 Semifinale 1

1. Norvegia 17.09.1; 2. Germania +1.1; 3. Slovacchia 3.7; 4. Slovenia 10.4; 5. Cina 17.6; 6. Russia 19.5; 7. 29.6; 8. Canada 46.8; 9. Estonia 1.13.9

Semifinale 2

1. Finlandia 17.04.2; 2. Svezia +0.6; 3. Bielorussia 3.5; 4. Kazakistan 6.7; 5. ITALIA 9.4; 6. USA 15.2; 7. Svizzera 41.3; 8. Ukraina 1.11.5; 9. Francia 1.16.3

Le interviste

Renato Pasini: "Non ci credo ancora. Dopo la grande delusione di giovedì nella sprint individuale, ho vissuto una giornata strepitosa. La squalifica mi ha dato carica eccezionale, inoltre disponevo di sci buonissimi. All'ultimo cambio ho voluto chiudere davanti per dare un segnale ai miei avversari e al mio compagno. Questa è stata un'annata eccezionale: ho vinto la mia prima gara di Coppa del mondo della carriera, adesso arriva questa soddisfazione. Ringrazio il Corpo Forestale che mi ha dato la possibilità di prepararmi al meglio durante la scorsa estate, far parte della nazionale è fantastico".

Cristian Zorzi: "Non mi aspettavo di riuscire a vincere dopo una stagione talmente altalenante. E' andata bene, sono contento. In partenza ero nervoso, provavo le stesse sensazioni di quando eravamo a Salt Lake City nel 2002, stavolta le cose sono andate decisamente meglio. Adesso dobbiamo festeggiare,

Marco Albarello, direttore tecnico: "Dopo le Olimpiadi di Torino 2006 abbiamo visto qualche problema fisico di troppo con molti dei nostri ragazzi. Puntavamo sui Mondiali per risollevarci dopo un'annata difficile, non è stato facile arrivare protagonisti in Giappone. La Federazione ci è sempre stata vicina, speriamo sia il punto di partenza per preparare al meglio le prossime Olimpiadi. Zorzi è difficile da gestire ma ha una voglia enorme, ha sopportato delle selezioni come hanno fatto tutti, però ci ha ripagati con una grossa prestazione e lo ringrazio. Pasini credeva a questo appuntamento e sapeva che avrebbe fatto bene. I nostri Mondiali sono partiti bene, speriamo di continuare in questo modo. Nella gara femminile Valbusa ha avuto problemi di materiali, con Marco Selle abbiamo deciso di schierarla su una neve faticosa, ma avrà molte gare per rifarsi. Follis mi è sembrata in palla".

Sabina Valbusa: "nelle qualifiche ho tirato troppo e ne ho pagato le conseguenze in termini di materiali. Non sono riuscita a limitare il distacco dalle prime, mi spiace per Arianna Follis che meritava qualcosa in più. Spero di fare meglio nei prossimi giorni".

Arianna Follis: "Speravamo di fare una bella gara, non è stato proprio così, ma abbiamo dato il massimo. Le mie sensazioni sono ottime. Ho avuto una stagione ottima, non pensavo di fare il salto di qualità ma con la volontà si riesce ad ottenere ciò che si vuole e in Giappone voglio togliermi qualche altra soddisfazione".

Il ministro Melandri fa i complimenti a Renato Pasini e Cristian Zorzi

"Un bellissimo successo che regala alla squadra azzurra la prima medaglia di questa rassegna iridata". Il ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive Giovanna Melandri fa i complimenti a Renato Pasini e Cristian Zorzi per la "splendida vittoria" conquistata nella gara sprint a squadre. "I nostri atleti ci hanno regalato una gara emozionante con un oro conquistato al fotofinish. Questo successo è il frutto di un grande lavoro e di un ottimo affiatamento sul terreno di gara. Bravi gli azzurri e speriamo che questa vittoria possa essere un buon viatico per le prossime gare che vedranno impegnata la nostra squadra".

Respinto ricorso tedesco contro  il team ceco

Il ricorso presentato dalla Germania alla fine della staffetta sprint maschile è stato respinto dalla Giuria dei Mondiali di sci nordico di Sapporo, in Germania. I tedeschi avevano protestato per un'irregolarità commessa dagli atleti della Repubblica Ceca che hanno chiuso la gara al terzo posto proprio davanti a loro.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it




Da staff, Venerdě, 23 Febbraio 2007 19:02, Commenti(0)
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