L'olimpionico ha approfittato del vantaggio acquisito nel prologo per una trionfale marcia nel successivo inseguimento. Per l'alpina successo in volata su Viviana Druidi e Mateja Bogatec
MONTEBELLUNA (TV) 16 luglio 2006 - L’albo d’oro dei campionati italiani di skiroll si arricchisce di un nome prestigioso, quello di Pietro Piller Cottrer, tricolore “in piano” (nella foto il podio). Il fondista, campione mondiale della 15 km a tecnica libera, medaglia d’oro olimpica in staffetta e bronzo nel pursuit, ha infatti dominato la gara seniores pur essendo reduce da una settimana di raduno “pesante” con la nazionale azzurra a San Giacomo, sulle pendici del Monte Baldo, e da una partita di calcio a Taibon Agordino dove ieri la stessa nazionale ha affrontato la squadra femminile di Trichiana, che milita in serie C, vincendo per 7-3. Una partita “vera”, maschia si potrebbe dire senza tema di smentite visto che nessuno era disposto a perdere. Di cavalleria nei confronti del sesso cosiddetto debole non se n’è certo vista: tutt'al più ci si è limitati tirare indietro il piede nei contrasti. E lo si può capire perché c'è di mezzo una questione di prestigio, di orgoglio, del mazzo che avrebbero fatto ai fondisti se le donne li avessero messi sotto. Un incontro divenuto ormai tradizionale per il semplice fatto che lo sponsor della squadra femminile è la Keralpen, industria che fabbrica stufe di maiolica, che è stata il primo sponsor dello stesso Pietro che è riconoscente a chi lo ha aiutato e promuove l’iniziativa.
A questo campionato, che l’ha visto piazzarsi terzo l’anno scorso dietro Di Gregorio e Cristian Zorzi, i due avversari di allora erano assenti: il primo per un malanno, il secondo perché impegnato, come ciclista amatoriale nella “Pinarello”. Lui, pur con tutti gli impegni assolti nei giorni precedenti, si è presentato regolarmente al via, con la professionalità che l’ha sempre contraddistinto. Una partecipazione che ritiene “doverosa” in quanto il campionato è organizzato dallo Sci Club Montebelluna per il quale il fondista di Sappada è tesserato e che ha approfittato dell’occasione per schierarsi in forza. Un nutrito gruppo di atleti, che si è “spalmato” su tutte le categorie e che, alla fine, è stato premiato dalla classifica per società. Per l’occasione è stato modificato anche il tracciato con l’eliminazione di una curva che poteva causare qualche problema, con una deviazione che lo ha reso più spettacolare e anche più selettivo.
Seniores e master hanno gareggiato con la formula cosiddetta “Gundersen”. Il prologo sulla distanza di due giri con partenze a cronometro ha semplificato le cose poiché Pietro, che si è imposto con un vantaggio di 20 secondi, ha potuto impostare la sua marcia fin dalla partenza dell’inseguimento senza aver nessuno a ridosso che potesse sfruttargli la scia. Ha provato a tornargli sotto Jules Pession (nella foto), che ha però accusato un ulteriore distacco di 4” al primo giro, che si è consolidato nei successivi, tanto che alla fine si aggirava attorno ai due minuti. E l’alpino si è impegnato, non ha fatto flanella. Al terzo posto David Bogatec, il più forte dei velocisti uscito fuori alla distanza.
Divario sicuramente pesante, ma che trova spiegazione nella differenza che l’olimpionico è in grado di fare su qualsiasi terreno, e quindi anche su strada, quando è messo in condizione di poter esprimere, senza il condizionamento di avversari che gli tengano il fiato sul collo, la potenza e la classe di cui l’ha dotato madrenatura. In più ci aggiunge la preparazione cui lo assoggetta l’allenatore Chenetti che cura non solo la tecnica sugli sci, ma anche quella con gli skiroll. Anzi, se ne serve come propedeutica estiva anche per correggere l’impostazione del gesto tecnico in attesa della neve. E Pietro, a skating, è bello da vedere oltre che estremamente efficace. Il più forte al mondo in una gara con partenze a cronometro.
“Il prologo è stato indubbiamente decisivo, ammette il neo campione italiano. Ci avevo fatto conto poiché volevo approfittare della temperatura relativamente ancora fresca a causa dell’orario (le 9,30) e del cielo nuvoloso, che mi avrebbe consentito di forzare senza sprecare troppe energie per guadagnare un minimo vantaggio di sicurezza, considerando che al momento dell’inseguimento ci sarebbe stato da fare i conti con il caldo che avrebbe potuto condizionare la gara. Noi fondisti, abituati ad allenarci in quota e al freddo, in pianura e con l’afa qualche problema lo possiamo incontrare. Qui fortunatamente non è stato il caso, anche perché il vantaggio di partenza è risultato determinante”.
Che fosse fortissimo anche con gli skiroll Pietro lo aveva dimostrato in più occasioni nel Trofeo Sportful dove indubbiamente la pendenza della salita lo agevola, ma anche a Sestola, in occasione di una gara di Coppa del Mondo dove Di Gregorio fu l’ultimo a tentare di resistergli. Oggi è stata la stessa cosa: una cavalcata trionfale che gli ha permesso di collaudare, con il titolo italiano, lo speciale “skiway” che Daniele D’Incal gli ha preparato appositamente. Siglato Pietro Piller Cottrer Torino2006 e con ruote speciali. Un gioiellino non solo di tecnologia.
La gara femminile è stata appannaggio di Anna Rosa. Già gli ultimi successi in Coppa del Mondo la facevano considerare come favorita considerando che ha tenuta alla distanza ed è veloce in caso di arrivo in volata e sta dimostrando ogni volta di più di aver acquisito anche quel “senso” della corsa che finora le era mancato. Qui, al di là delle compagne azzurre Viviana Druidi e Mateja Bogatec,oltre che la rediviva Kezia D’Incal, tornata quest’anno alle gare, ha però dovuto vedersela anche con le fondiste azzurre Magda Genuin ed Elisa Grill. Marco Selle, il nuovo allenatore della nazionale femminile di fondo, ha voluto metterle alla prova a Montebelluna dove anch’egli si è schierato al via della gara maschile. Con notevole disinvoltura e brillante risultato.
Corsa tattica, quella delle donne, nessuna che tentasse un attacco convincente. Punture di spillo, accelerazioni presto stoppate, fino al giro conclusivo quando un’accelerazione della Genuin ha allungato la fila sul tratto in salita per prendere poi la testa nella successiva discesa. Posizione che le è stata soffiata dalla Rosa, che ha potuto affrontare la curva che immette all’arrivo con un vantaggio minimo ma sufficiente a impedire il ritorno della Druidi che così si è presa la rivincita sulla Bogatec che l’aveva battuta l’anno scorso.
“Difficile se non impossibile andar via, sottolinea Anna Rosa; ci controllavamo a vicenda. Nel finale tiravamo in tre. Cambi regolari. Era in testa Mateja, Magda l’ha affiancata in salita, io l’ho superata in discesa. Mi sono buttata per prima in curva, e ho spinto come una disperata fino al traguardo, senza mai guardare indietro. Dal picchiettio dei bastoncini alle mie spalle capivo che non sarebbe più rientrato nessuno. Sto bene, sono in un buon momento di forma. La mia fortuna è che quest’anno non ho mai smesso l’attività, mentre in passato, quando si chiudeva la stagione di fondo, mollavo tutto e mi buttavo negli studi per preparare esami. Fra allenamenti e corso allenatori sono stata sempre in movimento. Non ne ha risentito neppure lo studio. L’ultimo esame pochi giorni fa, un buon 29. Ne mancano quattro alla laurea in lingue e letteratura straniere. Non ho fretta, ci arriverò tenendo conto delle esigenze sportive mie e del Centro Sportivo Esercito che ha già programmato un raduno per la prossima settimana”.