A Oroslavje anche il Team sprint è un nuovo trionfo azzurro
Tre successi in altrettante gare della Coppa del Mondo: Rosa e Bettineschi (donne), Di Gregorio e Pession (seniores), i fratelli Pizzutto (juniores) . Secondo posto per Bianchi e Sbabo, terzo per Bogatec e Druidi
OROSLAVJE (CROAZIA) 24 giugno – Team sprint a coppie, e per gli azzurri è stata un’altra giornata di festa. Un nuovo trionfo, e stavolta di squadra, e perciò ancor meglio di ieri in quanto ai tre successi nelle tre gare disputate si sono aggiunti il secondo posto nella categoria seniores maschile e il terzo in quella femminile. Con una sorpresa, però, proprio in quest’ultima corsa poiché a tagliare per prima il traguardo è stata Anna Rosa che, approfittando del marcamento stretto operato dalle russe Ektova e Zaitseva sulla campionessa mondiale Mateja Bogatec, ha allungato a poco meno di un chilometro dal traguardo e se n’è andata resistendo gagliardamente al tentativo di recupero delle avversarie (nella foto il podio).
Un successo inaspettato ma meritatissimo, per come si è sviluppato in tutto l’arco della corsa e per come è maturato nel finale quando le russe, fra spallate e sbarramenti, hanno attuato ogni tipo di ostruzionismo cercando di approfittare della loro maggior stazza. Entrambe le formazioni hanno messo in campo la “cattiva” di turno. Marina Firsova per quanto riguarda la prima formazione, Inna Zaitseva nella seconda. Indubbiamente bella “gnocca” da ammirare, quest’ultima, ma carognetta nel picchiare. Considerando Mateja Bogatec la logica favorita, per metterla in difficoltà l'ha strapazzata quasi con strafottenza, con un sorriso sulle labbra che costituiva un’ulteriore presa per i fondelli. E c'è riuscita perché Mateja, pur imbestialita, è tuttavia troppo buona per replicare con le stesse armi a questo genere di scherzetti che non si adattano ad una ragazza di classe come è lei. Che risponde giocando pulito, come ha sempre fatto e anche in questa occasione, pagandone lo scotto inevitabile con un terzo posto che indubbiamente la penalizza. C’è da augurarsi che le serva da lezione, che la induca a farsi rispettare.
Per nostra buona fortuna a rimettere le cose a posto ci ha pensato Anna Rosa (nella foto), in giornata di grazia particolare, ottimamente spalleggiata da Erika Bettineschi. La bergamasca ha tirato fuori una grinta incredibile: pur minuta com’è, e certamente non sprinter, non si è fatta intimorire da avversarie alle quali rende quasi due spanne di statura e almeno venti chili di peso. Se da una parte l’hanno ostacolata, dall’altra la loro massa le è servita per mimetizzarsi tranquillamente in scia risparmiando energie preziose. Aveva il compito di non farsi staccare e lo ha risolto nei migliore dei modi. La zampata finale l’ha data l’alpina lecchese. Urtata con una certa violenza, è stata letteralmente buttata avanti dalla Zaytseva; la spinta, pur sbilanciandola, le è servita per incrementare la velocità e azzardare quell’allungo che le ha consentito di guadagnare qualche decina di metri che l’hanno portata tutta sola al traguardo.
L’anello di 2 km non era particolarmente difficile sul piano tecnico e, con soli 3 metri di dislivello, pressoché piatto. Però nel tratto ascendente una bava di vento contrario rendeva problematico ogni tentativo di evasione poiché nella successiva parte discendente il rientro degli inseguitori risultava scontato. A determinare il risultato era dunque l’ultima curva, a gomito, che si concludeva con un rettilineo di 100 metri che portava al traguardo. Chi ne usciva primo difficilmente avrebbe potuto essere battuto. E così è avvenuto ogni volta. Corsa prevalentemente tattica, che si infuocava prima della curva per la ricerca della miglior posizione, ma anche al momento del cambio. Parecchi i bastoncini che nel marasma sono andati in pezzi; il più sfigato è stato comunque Simone Paredi, che ne ha spezzato uno al terzo giro e un secondo proprio in quello finale. Costretto quindi a recuperare sul gruppo che marcia a quasi 40 all’ora, il che significa sputare anche l’anima per rientrare.
La prestazione più entusiasmante l’ha comunque fornita Glauco Pizzutto che correva con il fratello Folco, minore di due anni. Questi, al terzo giro, preso in mezzo dai due tedeschi che hanno cominciato a scattare a ripetizione, ha perso 9 secondi. Un abisso da recuperare in soli 2 km, ma Glauco ci è riuscito in uno solo. Una volta tornato sotto, il tempo di tirare il fiato ed era già davanti a impostare la volata, che non ha avuto storia. Entrato per primo in curva, ha allungato ancora ed è arrivato sul traguardo con una decina di metri di vantaggio. Una dimostrazione di potenza che gli ha guadagnato gli applausi del folto pubblico e che costituisce, dopo la vittoria di ieri in salita, con un grosso distacco, una nuova dimostrazione dei mezzi di cui dispone questo ragazzo: E' altrettanto forte nel fondo ma probabilmente paga, agli occhi di chi valuta i giovani promettenti per inserirli nei corpi sportivi militari, il fatto di essere un “cittadino”. Discriminazione assurda, ma reale.
Lotta a coltello fra i seniores: per gli azzurri anche fratricida oltre che contro i russi e i francesi che non sono più una sorpresa pur mancando dei più titolati fondisti. Igor Cuny è uno che ci sa fare: lo aveva dimostrato l’anno scorso nei mondiali di casa, e si è ripetuto quest’anno. Da parte sua il CT Pierluigi Papa ha usato questa gara a mo’ di test in proiezione futura imbastendo formazioni che sulla carta sembravano azzardate ma si sono rivelate vincenti.. Scontata la coppia Pession/Di Gregorio, con Alfio al quarto successo consecutivo in volata; azzardo riuscito invece quello di mettere insieme Eugenio Bianchi e Emanuele Sbabo (nella foto la volata).
Il comasco, che finora si era distinto per certe sparate in salita mai concretizzate con il successo, ha fatto un salto di qualità incredibile. Ha imparato a destreggiarsi bene in mezzo al gruppo, sa infilarsi nel minimo buco; se provocato, non risparmia colpi in replica. Di Sbabo, sprinter eccezionale, era in dubbio la tenuta alla distanza. Ha messo a tacere tutti con una volata imperiosa che ha messo in difficoltà di Gregorio che era stato abile ad affrontare la curva per primo uscendone lanciatissimo, e a tenere al largo Gluhskov costringendolo al terzo gradino del podio. Tutti gli altri dietro, in sette in pochi metri quadrati di spazio: c’è da meravigliarsi che non si siano verificati contatti. Diversamente sarebbero finiti in un mucchio.
Gara appassionante, quindi, che ha evidenziato ancora una volta, semmai ve ne fosse bisogno, la supremazia della squadra azzurra. Un salto di qualità non solo di pochi singoli ma di tutto il gruppo, che già domattina verrà messo alla prova nello sprint.
Le classifiche
Juniores femminile 2x3 giri
1. GERMANIA1 (Wolf Luis / Kockritz Julia 24.07.10; 2. GERMANIA 2 (Wolf Theres /Monreal Theresa) 24.10.40; 3. CROAZIA (Vuk Maja / Kovacec Marina) 26.44.95