Il Blockhaus in skiroll

In una fresca giornata d’agosto, prendiamo il coraggio a 4 mani e decidiamo di attaccare il Blockhaus da Lettomanoppello. Tanto per inquadrare geograficamente questa magnifica salita siamo in Abruzzo, in provincia di Pescara, sulle pendici dei monti della Majella, già in territorio protetto dall’omonimo Parco Naturale.


Il tracciato della salita

Una quarantina di minuti di macchina e si arriva al paese, si prosegue per le indicazioni di Passo Lanciano (prestare attenzione!) e dopo neanche un chilometro, salendo sulla destra c’è una fonte, chiamata Pirella, con un bel fontanile in pietra e uno spiazzo dove lasciare la macchina (unico neo, al sole cocente). Beviamo e siamo pronti a partire. Questa volta la proviamo in classico. Attacchiamo dal km 8. La strada è praticamente deserta, nonostante siamo a pochi giorni da ferragosto, ma le auto preferiscono un’altra strada per salire a Passo Lanciano. La prima parte è soleggiata, ma dopo un paio di chilometri già inizia il bosco, una bella faggeta che si fa sempre più fitta mano a mano che si sale verso passo Lanciano.

Questa è la parte più dura ma il fresco del bosco aiuta decisamente. L’asfalto per tutta la salita non è dei migliori, a grana grossa, quindi lento e con qualche asperità, ma le ruote in gomma e andare in classico sono sicuramente la scelta più felice. Ancora un paio di tornanti e un rettilineo, poi spiana un poco, ancora qualche curva e si arriva a Passo Lanciano, già popolato da gente che viene a prendersi il fresco, pronta fin dal mattino agli abbondanti pasti a base di spaghetti alla chitarra e arrosticini. Naturalmente i nostri skiroll suscitano l’interesse di alcuni, scambiamo due parole mentre facciamo a piedi i 20 m di discesa sul bivio con la strada che sale da Pretoro, riattacchiamo gli skiroll e via, siamo pronti ad affrontare la successiva metà della salita (la parte finale è al sole).

Sulle prime curve a meno di un chilometro da passo Lanciano Roger ha un problema con uno skiroll (lo sapevamo di correre il rischio, anzi, quasi ce lo aspettavamo, ma capita sempre al momento sbagliato!). Non senza rabbia e con molta delusione decido di procedere da sola. Dopo un paio di chilometri finisce l’ombra ma da una curva sulla sinistra si inizia a intravedere il mare…….che spettacolo, la fatica pare quasi svanire nell’allungare il collo verso valle dove si vede tutta la costa per un lungo tratto. L’asfalto è sempre molto rugoso, qui passano più macchine, sempre pochissime rispetto a quelle che si incontrano dalle nostre parti, visto che è l’unica strada che porta su al Blockhaus. Trovo anche qualche ciclista che lentamente mi sorpassa. Fra curve e prati arsi dal sole arrivo all’hotel MammaRosa, nota base sciistica invernale (hanno iniziato a battere un anellino di fondo anche quassù, ma detto francamente non è dei più belli, visto quanto offre l’Abruzzo in materia di piste da fondo!)


Il profilo altimetrico del percorso (Fonte: www.salite.ch)

Bevo, mi guardo il paesaggio che è già molto bello da qui, vista la giornata molto nitida e dopo una decina di minuti vedo Roger che arriva a piedi, costretto al nordic walking! Lo aspetto e….."allora andiamo fin su?". "Tu vai, io fra un po’ arrivo". Così attacco anche l’ultimo tratto, di nuovo abbastanza ripido, ma pian pianino e senza fretta non lo trovo poi tanto duro. Ora si sale su un crinale che parrebbe di alta montagna, anche se in realtà siamo sui 1800-2000 m.s.l. La strada sale su tutto il costone fino ad arrivare a vedere un altro crinale che sale coperto di fitti boschi. Ancora qualche tornante e arrivo al rifugio Pomilio, dove alcuni lavori estivi interrompono la strada per il Blockhaus. Peccato il paesaggio sia rovinato dai noti e molto discussi ripetitori. Il gruppo del monte Amaro svetta in tutta la sua imponenza, siamo di fronte alla seconda vetta più alta di tutto il massiccio appenninico. Si vedono perfettamente il Focalone, i tre Portoni (3 dolci cime su cui si sale, scende e si risale per chi decide di salire sul monte Amaro da questo lato) ma la vetta vera e propria da qui sotto non la si vede.

Dall’altra parte lo sguardo spazia sulla costa, si vede il golfo di Vasto a sud e una lunga parte di litorale a nord di Pescara. E volgendo lo sguardo a nord oggi si vede perfettamente il Gran Sasso e l’inizio della piana di Campo Imperatore, che giornata!

Una gran bella salita quasi 20 km con 1500 di dislivello, da non sottovalutare, ma fatta senza fretta ci si riesce a godere ogni singolo chilomentro.

Meritata mangiata a Passo Lanciano, e sulla via del ritorno visita al "Volto Santo", una sacra sindone locale custodita nella chiesetta di Lettomanoppello e la magnifica giornata volge già al termine.

Silvia Pederiva

Roger Olivieri

 

Aggiornato il 27-11-05.

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