Skiroll.it:
Aggiornato il 11-01-11.
Piller Cottrer 6° trionfo con record nel
Grand Prix Sportful
Battuto di un minuto il primato stabilito da Muehlegg nel 2001.
Successo determinato da grandi avversari e condizioni ottimali di forma, di tempo e
strada. La Yambaeva sullo squadrone russo che la esclude
6 OTTOBRE Vittoria, la sesta, e
record. Filotto per Pietro Piller Cottrer nella trentesima edizione del Gran Prix
Sportful, prova in salita (km 11.3) da Feltre Pedavena a Passo Croce dAune.
Unimpresa considerando il campo dei partenti e il tempo stabilito (33.486)
inferiore di un minuto e sette decimi a quello stabilito da Johann Muehleg il 7 ottobre
2001. Un Muehlegg che, come avrebbero dimostrato 5 mesi dopo le Olimpiadi di Salt Lake
City, non era certo in odore di santità, imbottito di Nesp fino alla cima dei capelli.
Dopato
e giustamente squalificato proprio nella giornata di chiusura dei giochi, che fu invece
trionfale per la nostra Paruzzi, che si guadagnò loro della 30 km in classico. Con
la squalifica Muehlegg venne privato di tre medaglie doro e chiuse in modo
ignominioso la sua carriera di fondista. Reietto anche dalla Spagna e dal re Juan
Carlos che aveva già programmato di tributargli tutti gli onori del caso.
Dallaltare nella polvere nel giro di poche ore. In quelloccasione Pietro
arrivò quarto, a 20 secondi, preceduto dagli slovacchi Batory e Bajcicak che se la
giocarono con il tedesco naturalizzato spagnolo fino allultimo tornante.
A 12 mesi di distanza il primo dei 6
successi, condiviso pari tempo (36266) con Giorgio Di Centa, continuato con
altri 4 e interrotto solo lanno scorso dallo stesso Di Centa.
Stavolta
non ce nè stato per nessuno. Che fosse in gran forma se nerano accorti anche
i compagni di squadra negli ultimi raduni: una spanna sopra tutti, una spinta di braccia
terrificante anche per Clara, che pure pensava di detenerne il monopolio. In questa
occasione, al di là della forma eccezionale, tutto ha giocato a suo favore a differenza
degli ultimi anni quando si è corso anche sotto la pioggia. Condizioni climatiche
eccezionali con la giornata soleggiata ma fresca, lumidità contenuta, la strada
ripulita dalle foglie e liscia come un biliardo, come del resto nel giorno di Muehlegg, e
gara tirata fin dallinizio a velocità folle.
Subito
battaglia per il traguardo volante davanti alla birreria, dove Nicola Morandini (nella foto) ha
preceduto Jules Pession, e ritmo elevatissimo anche sui primi tornanti, il tratto più
duro, quando, a dettare il passo per quasi 6 km, si è messo Roland Clara marcato stretto
dal russo Legkov. Il più combattivo di uno squadrone che allineava anche Dementiev,
loro del pursuit di Torino 2006. Sono rimati in una ventina, tutti in fila per
sfruttare al massimo il relativo vantaggio della scia, perdendo progressivamente pezzi
alluscita di ogni tornante, dove la velocità veniva rilanciata. Tutti fondisti, per
il semplice fatto che sono nel momento migliore della preparazione e questa è una salita
tagliata per loro, con due soli skirollisti, Alfio Di Gregorio e Simone Paredi (nella foto), che
stanno invece chiudendo la loro stagione agonistica e hanno concluso al 12° e 13° posto.
Migliorando entrambi i loro tempi precedenti.
A 3 km dal traguardo si sono ritrovati
in tre: KillerPiller, il sorprendente finlandese Juha Lallukka (nella foto
sopra), che dopo aver tentato di staccare i compagni di fuga si è un
po piantato, e Legkov (nella foto sotto),
lultimo a mollare quando Pietro ha allungato guadagnando quei pochi metri che gli
hanno assicurato il successo. Il record ormai era certo: se nera reso conto
controllando il cronometro al cartello dei -3 km, dove inizia la gara dei giovanissimi. Continuando
di quel passo lavremmo battuto di parecchio. Ci tenevo, era il mio primo obiettivo,
ha confessato al traguardo, mentre ancora ansimava per lo sforzo violentissimo. Ma per
ottenerlo, ovviamente era indispensabile vincere. Per questo ci ho messo tutto nello
scatto con il quale mi sono liberato di Legkov, che in volata è fortissimo, e aveva fatto
tutta la gara di testa senza manifestare il minimo cedimento. Lo guardavo negli occhi, che
denunciavano freschezza e determinazione quando lo affiancavo mentre salivamo ancora
intruppati e mi spostavo lateralmente per vedere come eravamo messi.
E stava ancora ottimamente quando ci
siamo ritrovati in tre, e fortunatamente né lui né il finlandese, che non conoscevo bene
e non sapevo quanto valesse con gli skiroll e su una salita del genere, hanno cercato di
fare i furbi. Combattivi e leali fino allultimo: è stato bello. Ognuno ha fatto la
sua parte, alla fine ho vinto io. Non era certo una vittoria scontata poiché qui
cera gente che ha già vinto tanto in carriera. Nello sci di fondo ma anche,
ultimamente, in gare di skiroll contro gli scandinavi. Tutti preparati per vincere, non
certo per fare semplice atto di presenza. Proprio per questo la mia soddisfazione è
ancora più grande. (nella foto il podio maschile)
Il suo trionfo era stato preceduto di pochi minuti da quello
di Tatiana Yambaeva, russa che corre "isolata" dallo squadrone dei connazionali.
E magra e smunta e all'apparenza insignificante, ma è una fondista di vaglia.
Nello skiroll ha vinto il mondiale di pursuit lanno scorso sulle salite di
Oroslavjein Croazia, ed è stata battuta dalla nostra Marianna Longa nel recente
campionato europeo al Sestriere. Salita da percorrere in classico, tecnica in cui
l'azzurra eccelle. Anche per buoni risultati precedenti si aspettava di essere inserita
nella squadra di Coppa del Mondo, ma non lhanno presa in considerazione. Così
qui è quindi venuta sola, accompagnata dal suo allenatore, per prendersi una prima
rivincita. Lontana dai connazionali in sala da pranzo, implacabile in gara quando Olga
Rotcheva ha imposto il suo ritmo alla gara. Che, per la prima volta dopo 29 edizioni, ha
visto le donne correre non più inserite nella partenza unica con i maschi.
Farle partire un quarto dora
prima è sicuramente la più bella trovata di questo trentennale, celbrato alla grande
dalla Sportful, che da questa decisione ci ha guadagnato anche in fatto di spettacolarità
poiché le 30 partecipanti hanno potuto effettuare ognuna la propria corsa secondo tattica
e forza individuali senza trovarsi immischiate nel plotone maschile che tuttal più
le può favorire sul piano cronometrico ma non certo su quello agonistico derivante dal
confronto diretto. Che cè stato subito, innescato dal traguardo volante che metteva
in palio cartoni di birra e si è immediatamente frazionato sul primo tornante quando,
dietro la Rotcheva, si è piazzata in stretta marcatura la Yambaeva seguita dalla
finlandese Riitta Roponen.
Poco più
dietro Arianna Follis con Evgenia Medvedeva e, a ridosso, Antonella Confortola che di
li a poco si sarebbe messa in caccia delle battistrada ormai scaglionate. Yambaeva
prima staccandosi in progressione e guadagnando subito una cinquantina di metri su
Rotcheva, Roponen in difficoltà perdendo inesorabilmente terreno e posizioni. Situazione
che alla fine si consolidava con Yambaeva che vantava una cinquantina di metri su
Confortola che nel frattempo aveva raggiunto e staccato Rotcheva. Distacco inalterato fin
sul traguardo, dove Follis precedeva Rotcheva raggiunta proprio allultimo tornante
e staccata di forza (nella foto sopra il
podio femminile).
Due azzurre sul podio, Longa settima e
Sabina Valbusa nona con 6 russe alle loro spalle costituiscono un bilancio inaspettato in
termini tanto consistenti. Stanno a dimostrare che Alfred Staurer sta lavorando bene con
la squadra femminile come del resto Marco Selle con quella maschile e che potremo
affrontare la prossima stagione di Coppa e i Mondiali di Liberec ancora in termini
concorrenziali come è avvenuto nel recente passato e come dovrebbe essere nel futuro a
breve termine se i nostri vecchietti manterranno lo spirito e la vitalità
attuale e i loro immediati rincalzi, Clara (nella foto in testa
ai battistrada), Checchi
e Moriggl li sapranno imitare. Come ha dimostrato Di Centa uscito con lo stomaco
travagliato dal viaggio un po avventuroso fra la Val Senales e Feltre ma
ugualmente combattivo in gara. La professionalità non è certo in discussione: non
altrettanto quella di certi dirigenti che dovrebbero assicurarne, nel prossimo decennio,
attraverso le nuove leve, una continuità fin qui garantita da medaglie olimpiche e
mondiali delle quali non sono mai stati mai valutati abbastanza la portata e il peso,
oltre che limportanza di una programmazione che dovrebbe essere univoca e non lo è
affatto.
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
Aggiornato il 11-01-11. |