Splendidi risultati, ma carenza di immagine: una questione da affrontare

Su www.skiroll.it, il sito “ufficiale” dello skiroll italiano, il CT della nazionale, Pierluigi Papa, espone le sue considerazioni sulla “3 giorni” di Coppa del Mondo a Sestola. La sua è un’ampia disamina sulle gare e sul comportamento degli azzurri; conclude con il ringraziamento a quanti hanno contribuito o lavorato per la miglior riuscita di questo eccezionale evento. Eccezionale sicuramente per quanto riguarda i risultati, che sono stati entusiasmanti, come ho avuto modo di scrivere giorno per giorno in quell’occasione, se si eccettuano i successi della russa Vedeneeva e del  giovane turco Muhammed Kyzilartsam  nelle due gare individuali, i nostri hanno vinto tutto il resto. Sul podio delle premiazioni si sentiva suonare solo l’inno italiano. Un dominio assoluto, che l'avv. Papa ricorda nelle sue considerazioni che invito ad andare a leggere su skiroll.it. Si riferiscono alle prestazioni della nazionale in quell’occasione e, contemporaneamente ne commentano l’andamento durante la stagione che si avvia ormai a conclusione.

Una stagione che, come abbiamo già scritto, è stata intensa sul piano nazionale e caratterizzata invece da grosse ombre su quello internazionale. L’annullamento di 2 gare di Coppa del Mondo (Polonia e Repubblica Ceca) e dei Mondiali di fine agosto in Germania. E’ sul piano internazionale, dunque, che c’è parecchio da cambiare. Se n’è parlato in una riunione dei delegati delle varie nazioni presenti a Sestola, ma non ne è uscito un discorso interlocutorio come sarebbe stato opportuno oltre che necessario dopo il casino che si è verificato. Considerato che era presente chi quel casino l’ha combinato, e cioè l’ineffabile Brouwer, presidente della Sottocommissione skiroll nell’ambito FIS, sarebbe stato il caso di metterlo con le spalle al muro, senza alcun riguardo né tantomeno buone maniere. Tirar fuori gli attributi e fargli capire, insomma, che il mondo dello skiroll ne ha piene le scatole e non intende più essere preso per i fondelli né rappresentato da lui.

Di personaggi del genere, che guardano solo all’interesse personale prima che a quello del movimento, si può fare tranquillamente a meno. O toglie il disturbo da solo, eliminando il problema, o si fa in modo di levarlo di mezzo. Un “golpe” in piena regola di cui la Federazione italiana deve farsi capofila. Un compito che le spetta non solo per meriti agonistici, che ribadisce da vari anni a questa parte, ma anche organizzativi, come ha fatto vedere due anni fa con i Mondiali in Val d’Aosta e adesso con la Coppa del Mondo a Sestola.

Siamo la nazione guida e dobbiamo dimostrare di saper interpretare questo ruolo in ogni occasione. Sul campo lo abbiamo fatto, mettendo in evidenza una cinquantina di atleti, maschi e femmine, che sono i migliori o fra i più forti, in tutte le categorie; adesso è venuto il momento di portare la a “bagarre” anche nell’ambito della FIS. Cominciando a coalizzare tutte quelle nazioni che hanno motivi di risentimento per gli incresciosi annullamenti di questa stagione, che hanno vanificato mesi di lavoro e le giuste aspettative degli atleti. Italiani e stranieri: il male è comune e dipende da una sola persona che va dunque sostituita se si vuol cominciare a costruire un futuro per lo skiroll. Un  futuro su basi solide, e non legato all’umore del presidente olandese della Sottocommissione FIS e all’improvvisazione del momento.

Ci sono innanzitutto da recuperare nazioni centroeuropee in cui lo skiroll ha ormai una bella tradizione, a cominciare dalla Francia, che non  si è vista a Sestola, e cercando di coinvolgere i fondisti spagnoli e svizzeri, ma anche i paesi scandinavi dove le gare di skiroll vedono regolarmente impegnate le rispettive squadre nazionali di fondo che già sulla strada cominciano i test in vista della stagione invernale. In Estonia, a Otepaa, meno di due mesi fa si è disputata una gara, la Suverull, che allinea ogni anno i migliori fondisti del Mondo. L’Italia era in quel caso rappresentata da Zorzi e Valbusa. A Sestola, trattandosi di gare di pura salita, di scandinavi ne sono arrivati ben pochi. Si sono però schierati fondisti italiani che vanno per la maggiore: gli azzurri Pietro Piller Cottrer che ha dominato la gara conclusiva, la Rollissima del Cimone, Cristina Paluselli e Karin Moroder, segno che lo skiroll agonistico interessa anche ai fondisti.

“Cooptare” i campioni del fondo  nello skiroll è dunque il modo più pratico per fare a questa specialità la promozione di cui si sente la mancanza e che si è evidenziata anche a Sestola. Risultati eclatanti pressoché ignorati: malgrado due splendide giornate di sole dopo la nebbia di venerdì mattina a Pian del Falco, scarsissimo, infatti, è stato il conforto di pubblico, ed è mancata pure un’adeguata coreografia. Dovevano essere giornate di festa, che coinvolgessero anche le scuole, e non si è visto un ragazzino. Eppure lo spettacolo agonistico lo meritava in quanto appassionante ed educativo.

Per dirla in parole povere, la gente del posto si è totalmente disinteressata di gare che pure avevano il traguardo 20 metri sotto la piazza principale del paese. Pur di una specialità “minore”, era pur sempre una Coppa del Mondo, non una coppa del nonno. Solo in qualche caso ha prevalso il business. Infatti, messa alle spalle la stagione turistica, sono stati riaperti appositamente alcuni alberghi per ospitare le varie squadre, ma tutto è finito lì, dopo la cerimonia inaugurale nella serata di giovedì.

Non ci sono stati neppure riscontri sul piano dell’informazione. Al di là della presentazione dopo una conferenza stampa tenuta a Modena, sul giornale locale, la Gazzetta di Modena, neppure una riga. Non solo nelle pagine di sport, ma neppure in quelle di cronaca della zona. Sicuramente una scelta editoriale, in quanto non c’era in gara nessun atleta locale, ma anche mancanza di comunicazione da parte dell’organizzazione.

E’ la mancanza di comunicazione, dunque, il male maggiore che affligge lo skiroll e ne condiziona il futuro. E’ quindi in questa prospettiva che bisogna battersi e farsi valere. Facendo cioè capire ai mass media la valenza spettacolare, oltre che agonistica, di questo sport che può essere effettuato all’interno di una città o di un paese, chiuso al traffico, che diversamente ne viene pesantemente condizionato quando si effettua su strada, come è il caso di queste gare in salita.

E’ bello gloriarsi dei propri successi e poter vantare campioni come Alfio De Gregorio, ma è ancora meglio farli conoscere alla massa in modo di fare promozione allo skiroll anche al di fuori della cerchia degli appassionati, che sono poi gli stessi agonisti. Un’operazione di proselitismo, oggi come 30 anni fa, quando lo skiroll è nato per iniziativa di Fabio Crestani dopo che Giustino del Vecchio, con il primo tentativo di record sulle 24 ore effettuato all’autodromo di Monza, fece intravedere le potenzialità agonistiche di questa specialità allora considerata solo come allenamento per il fondo.

Dai vertici alla base mi pare venuto il momento di interrogarsi e di confrontarsi. Di parlarsi e di discutere di queste cose più di quanto si sia fatto, senza badare unicamente al proprio orticello. In tema organizzativo e di risultati si è fatto un grosso passo avanti da quando l’avv. Pierluigi Papa è diventato il CT della nazionale. Un salto di qualità e di credibilità che è stato apprezzato dalla federazione e ha guadagnato qualche sponsor, ma è solo un primo passo. Restano infatti irrisolti ancora tanti problemi che necessitano di quell’appoggio a livello “politico” che finora è mancato per riuscire a interessare la TV a questo sport. Eppure il presidente federale è un parlamentare che gode di un indubbio peso. Ha sicuramente tanti impegni, ma se trovasse il tempo di spendere una buona parola nella stanza giusta lo skiroll potrebbe forse trovare più attenzione di quella che finora l’ha circondato. Ne guadagnerebbe l’immagine che, purtroppo, al giorno d’oggi è la sola a contare. La stagione è ormai finita e prima della ripresa passeranno quasi 6 mesi. C’è tutto il tempo, in quest’ottica, di mettere un po’ di carne al fuoco ….

Giorgio Brusadelli   
www.fondoitalia.it