Dove va lo skiroll? Parliamone,
cercando di capirlo Molto bene. Anzi benissimo. Il dibattito
apertosi sullo skiroll italiano durante i recenti mondiali della Val dAosta non può
che servire alla causa
.delle nostre rotelle, globalmente intesa. Siti
specializzati ed e-mail sono lo strumento oggi migliore anche se mi auguro che
qualcuno
. magari la Federpattinaggio, probabilmente coinvolta in prima
persona, faccia sentire la sua opinione al riguardo o, ancor meglio, provveda ad
incontrarsi con chi è impegnato a ragionare seriamente e serenamente sul futuro della
disciplina in concreto rilancio soprattutto in questultima fase della stagione.
Credo che lo skiroll azzurro abbia superato, forse in maniera
indolore, una crisi resasi evidente e grave soprattutto negli ultimi quattro-cinque anni.
Non ci fossero stati atleti tenacemente innamorati delle rotelle sino a non
lesinare esborsi personali per gareggiare, giovani coinvolti dallentusiasmo dei
rispettivi allenatori, dirigenti altrettanto convinti della necessità di far sopravvivere
la disciplina nonostante tutto, sponsor pubblici e privati capaci di veri e propri
atti di fede quando qualcuno batteva cassa, il nostro sport, per
lappoggio ricevuto dai soggetti istituzionalmente preposti al suo sostentamento ed
al suo sviluppo, Fihp e Coni , oggi sarebbe relegato nellalbum dei ricordi. Il fatto
che da oltre 25 anni esista ed annualmente si riesca ad allestire una stagione agonistica
è già, di per sé, segno di solidità, di esperienza acquisita, di radicamento profondo
in specifiche aree geografiche della nostra penisola. Un piccolo-grande miracolo sportivo
del quale i responsabili, a qualsiasi titolo, possono andare giustamente
fieri. Sono perciò profondamente convinto che, dora in avanti, si potrà soltanto
migliorare. Cè lesperienza, non manca lentusiasmo. Non siamo perciò
affatto di fronte ad una Croce Rossa sportiva come invece ritiene il collega
Giorgio Brusadelli o a situazioni ancor peggiori diagnosticate con foga, cattiva
consigliera davvero, da Delfino Sartori.
Cercherò di spiegarne il perché.
Laria nuova sta anche nelle scelte sin qui messe in campo dal cittì Pierluigi Papa
e dei suoi collaboratori a proposito di squadra azzurra. Sta nellespansione
geografica dello skiroll agonistico con il potenziamento dellattività
sullAppenninno e nellarea padana. Sta nel valutare le prospettive del
movimento con entusiasmo, mentalità e cultura sportiva nuove. Aperte, cioè, alla
valorizzazione di uno sport ricco di caratteristiche e pregi non ancora sufficientemente
messi in luce. I primi risultati di questa svolta già si notano seguendo le gare
post-mondiali, frequentate come non accadeva da anni. Perché? Sono aumentati i premi o i
rimborsi? Forse è vero il contrario. Atleti ed accompagnatori li vedi comunque
soddisfatti, ci sono giovanissimi che iniziano a gareggiare, qualche veterano si
ripresenta. Sarebbe andata così se ai Mondiali la direzione agonistica avesse
schierato i fondisti professionisti come ha fatto la Francia? No di certo perché,
giustamente i nostri dilettanti- nel pieno senso letterale del termine -
avrebbero, giustamente, recriminato sulla loro immotivata ed immeritata esclusione. E,
quel che è peggio, si sarebbero pericolosamente demotivati. Stavolta il medagliere, pur
importante, poteva passare in secondordine come, in parte, è capitato. Perché,
forse a qualcuno non è ancora sufficientemente chiaro, per lo skiroll di casa nostra il
2002 è da considerarsi anno zero. Pur tenendo in reale considerazione quanto sin qui
avvenuto. I giovani e gli altri candidati alla maglia azzurra, i mondiali 2004 in Germania
non sono poi così lontani, sanno, per certo, di potersi giocare la convocazione senza
trovarsi poi la strada sbarrata allultimo momento da skirollisti una
tantum.
Tutto ciò rappresenta una
formidabile garanzia di continuità soprattutto a livello giovanile con club attualmente a
corto di nuove leve stimolati a ricercarne per potersi giocare la stessa chanche di chi
già sta lavorando per il futuro.
Ma cè di più. Tutti gli azzurri impegnati nei Mondiali hanno firmato una
dichiarazione antidoping e lo stesso impegno di lotta allo sport chimico è
stato assunto solennemente e per la prima volta nella cerimonia dapertura dei
Mondiali a Saint Vincent proprio da unatleta azzurra a nome di tutti i partecipanti.
Dunque si sta lavorando su basi solide e chiare. Di problemi da risolvere ne restano,
comunque, tanti e gravosi : quello economico è in prima fila, poi è da promuovere
lingresso di altri Corpi Militari nellattività agonistica, cè da
chiarire il rapporto con la Fisi ed i suoi tecnici, oltre a definire meglio quello con la
Fihp. Ed altro ancora. Dirigenti disposti a credere nel nuovo corso già ve ne sono, altri
si aggiungeranno. Il volontariato sportivo è oggi in Italia, più che in passato, la vera
colonna degli sport dilettantistici e quando si avanzano, come in questo caso, proposte
operative di qualità il reclutamento diventa molto meno difficile. E importante il
ruolo dei media. Anche qui qualcosa si muove. Lorgano ufficiale on line www.skiroll.it già
opera, eccome. Facendo leva sulla disponibilità un pool stampa potrebbe
aprire nuove e diverse prospettive di visibilità. Con vantaggi per tutti. Compresa la
possibilità di agganciare nuovi sponsor.
Renato Angonese |